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S. Alfonso Maria de Liguori
Glorie di Maria

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11. *

Un divoto di Maria in Portogallo praticò in sua vita ogni sabbato il digiuno in pane ed acqua in onore di Maria, e si prese per avvocati appresso di lei S. Michele e S. Gio. Evangelista. Venuto egli a morte, ecco l'apparve la Regina del cielo con quei santi che pregavano per lui, e la S. Vergine guardando il suo servo con viso allegro, rispose a quei santi: Io non mi partirò da qui senza condurmi meco quest'anima.




* Esempio 11. - AURIEMMA, Affetti scambievoli, parte 1, cap. 17. Bologna, 1681, I, 246, 247. - MARRACCI, Familia Mariana, VI, Principes Mariani, cap. 6, n. 8. Summa aurea, XI, col. 195, 196. - S. Alfonso dice: «Un divoto di Maria in Portogallo». Fuori del nome e della dignità di principe, del nome della dignità di principe, non poté indovinare dall'Auriemma, né l'avrebbe potuto dal Marracci, quale santo fosse quel «divoto di Maria». Egli è il Beato Ferdinando, infante di Portogallo, quinto figlio del re Giovanni I. Da fanciullo e da giovane fu modello di tutte le virtù. «Solo pane et aqua utebatur omnibus sabbatis.» (Acta, a Ioanne ALVARO, secretario Sancti et captivitatis socio, cap. 2, n. 10: Bollandisti, 5 giugno, vol. XXI, mensis iunii I, p. 556, col. 2.) Sotto il regno di suo fratello Edoardo, nell'infelice spedizione di Tangeri, si diede volontariamente in ostaggio, per assicurare il libero ritorno verso le navi ed in patria al fratello Enrico ed all'esercito. Trattenuto per frode sei anni in prigione, dopo molti ed acerbi patimenti sopportati con angelica pazienza, morì nelle catene il 5 giugno 1442. Poche ore prima di morire, come si seppe dal suo confessore a cui affidò questo segreto, ebbe la consolantissima visione di Maria SS., accompagnata da molti santi, tra i quali egli riconobbe S. Michele e S. Giovanni Evangelista. Questi domandarono alla loro Regina, a favore del suo e loro divoto, la pronta liberazione da tanti mali; e la benigna Signora, fissando sul morente un dolce e grazioso sguardo, rispose loro che, quel medesimo giorno, l'avrebbero con sé in paradiso. (Acta, n. 99, 100, pag. 575, col. 1). Di lui appena spirato, disse il suo più crudele ed accanito nemico: «Se vi è qualche cosa di buono in questi cani rinnegati di Cristiani, l'ha avuto questo che ora è morto. Se egli fosse Moro, per le sue eminenti virtù, dovrebbe tenersi per Santo.» Più anni dopo, fu restituito il corpo del Santo ai Portoghesi.




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