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S. Alfonso Maria de Liguori
Istruzione al popolo

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CAP. II. Del sagramento del battesimo.

 

 

1. Vediamo brevemente quattro cose del battesimo: la necessità, l'effetto, il ministro, ed i requisiti per riceverlo. Ed in quanto alla necessità, dee sapersi, che il battesimo non solo è il primo di tutti i sagramenti, ma ancora è il più necessario. Senza il battesimo niuno può entrare in paradiso: Nisi quis renatus fuerit denuo, non potest videre regnum Dei1. In oltre è il più necessario ancora, perché niuno è capace di ricevere altro sagramento, se prima non ha ricevuto il battesimo; che per ciò il battesimo chiamasi porta di tutti i sagramenti.

 

 

2. Dunque se alcuno non riceve realmente il battesimo, non può salvarsi? Rispondo: ben può salvarsi, se lo riceve col desiderio; desiderando di esser battezzato, e credendo in Gesù Cristo; come è succeduto in molti, che non avendo potuto ricevere il battesimo realmente, l'hanno ricevuto col desiderio.

 

 

3. L'effetto del battesimo è di lavare l'anima, e purgarla da tutti i peccati, così dal peccato originale, come dagli attuali, e liberarla da tutte le pene per tali peccati dovute.

 

 

4. Il ministro del battesimo è il parroco, dal quale dee amministrarsi ordinariamente, o pure da altro sacerdote, colla licenza del parroco. In caso nondimeno di necessità, quando il bambino stesse in pericolo di morte, ogni uomo e donna, può dare il battesimo, ancorché fosse eretico o infedele.

 

 

5. Veniamo ora a' requisiti del battesimo. Parlando della persona che l'ha da ricevere, questa se è adulta, e giunta già all'uso di ragione, dee avere intenzione di ricevere il battesimo, ed ancora dolore de' suoi peccati. Altri poi vogliono che questo dolore debba esser di contrizione; ma più comunemente dicono altri, che basta il dolore di attrizione; e di tal sentenza è s. Tommaso l'angelico, dicendo: Ad hoc ut homo se praeparet ad gratiam in baptismo, praeexigitur fides, sed non caritas, quia sufficit attritio praecedens, etsi non contritio2. Che cosa poi venga a dire contrizione ed attrizione, si spiegherà quando parleremo della confessione. Ci vuole dunque l'intenzione per gli adulti; ma per coloro che si battezzano prima dell'uso di ragione, supplisce per essi l'intenzione della chiesa. E così anche si salvano in virtù de' meriti di Gesù Cristo tutti quei bambini che sono uccisi in odio della fede, come già avvenne de' santi innocenti.

 

 

6. In oltre per lo battesimo vi bisogna la materia, la forma, e l'intenzione del ministro. La materia è l'acqua naturale. La forma sono le parole che proferisce il ministro nelle tre volte che s'infonde l'acqua sovra la testa del battezzando; ma in caso di necessità, che non potesse giugner l'acqua alla testa del bambino, basta infonder l'acqua sovra il petto, o sovra le spalle, o sovra ogni altra parte, quando non potesse aversi altra parte principale. Le parole della forma sono queste: Io ti battezzo in nome del Padre, e del Figlio, e dello Spirito santo. State attente voi levatrici, che non basta dire: In nome del Padre, del Figlio, dello Spirito santo; ma si ha da dire: In nome del Padre, e del Figlio, e dello Spirito santo. Di più il ministro ha da avere l'intenzione di dare il battesimo, o almeno di fare ciò che fa la chiesa, come ha definito il concilio di Trento: Si quis dixerit in ministris, dum sacramenta conficiunt et conferunt, non requiri intentionem, saltem faciendi quod facit ecclesia, anathema sit3.

 

 

7. Di più nel battesimo si ricercano i patrini, cioè il compare, o commare, ma basta o l'uno, o l'altra; né possono essere più di due patrini, e di diverso sesso. Questi patrini poi sono obbligati ad avere cura d'istruire il fanciullo nelle cose della fede, e ne' buoni costumi, quando mancasse chi l'istruisse; ma ne' paesi cattolici, ne' quali i parrochi son diligenti a fare il loro officio, non hanno quest'obbligo. Di più dee sapersi, ch'essi patrini diventano parenti spirituali col battezzato, e col padre e colla madre del medesimo, in modo che non possono contrar matrimonio tra di loro. Di più si avverta, che il battesimo dee darsi nella chiesa, e sarebbe colpa grave darlo in casa, senza precisa necessità. La necessità sarebbe, se vi fosse pericolo imminente di morte al bambino, e pure se il bambino non potesse portarsi alla chiesa senza infamia della madre,


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o senza altro grave danno. I figli non però de' re e de' principi (regnum et principum, come si dice nella clementina unic. de baptism.) hanno il privilegio di essere battezzati in casa. Di più si avverta, che il differire il battesimo oltre li dieci o undici giorni, secondo la sentenza più comune non si scusa da colpa grave, se non vi fosse qualche gran causa straordinaria che 'l richiedesse.

 

 




1 Io. 3. 3.

 



2 S. Th. in 4. dist. 6. qu. 1. a. 3. ad 5.

 



3 Sess. 7. can. 11.






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