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S. Alfonso Maria de Liguori
Istruzione e pratica pei confessori

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Istruzione e pratica pei confessori

Approccio alla lettura

Scheda

Istruzione e pratica per un confessore.

Edizioni contemporanee a S. Alfonso

1757, Napoli, Pellecchia, in 16°, vol. 3, pp. 480, 485, 318.

(dal 1759 in poi il titolo è: Istruzione e pratica per li confessori)

1759, Venezia, Remondini, in 4°, vol. 3, p. XVI-212, VIII-207, 135.

1760, Napoli, Di Domenico, in 8°, vol.3, p. XXX-534, XX-515, XII-339.

1761, Venezia, Remondini, 5ª ed. In 12°, vol.3, p. XXXVI-551, 554, XIII-335.

1763*, Napoli (ricordata nella lettera di S. Alfonso, luglio 1763).

1764, Bassano, Remondini, 6ª ed. , in 12°, vol.3, p. XXX-352, 544, XXI-336.

1764, Lucca, Venturini, 6ª ed. , in 12°, vol.3, p. XLVIII-743, XXIV-482, XII-453.

1765, Napoli, Di Domenico (a spese di Migliaccio), in 12°, 6ª ed. , vol 3, p.XXXII-482, 544, XXII-335.

1768, Bassano, Remondini, 7ª ed., in 12°, vol.3, p. XXXVI-552, 542, XIII-336.

1772, Parma, Borsi.

1775, Venezia, Remondini, 8ª ed., in 12°, vol.3, p. XXXVI-551, 544, XXII-335.

1780, Bassano, Remondini, 9ª ed., in 12°, vol.3, p. XXXVI-551, 547, XII-360.

1781, Napoli, Pianese (Stasi), 9ª ed., in 12°, vol. 3, p. XXXVI-634, 608, XII-394.

1782, Parma, Borsi, in 12°, vol.3, p. XXIV-574, 555, XII, 360.

Traduzione latina: Homo Apostolicus

Edizioni contemporanee a S. Alfonso

1759, Venezia, Remondini, in 4°, vol. 3, p. XVI-207, 136, VIII-200.

1763, Venezia, Remondini, 2ª ed., in 4°, vol. 3, p. XVI-188, VIII-168, IV-116.

1770, Venezia, Remondini, 3ª ed., in 4°, vol. 3, p. XVI-188, VIII-166, IV-114.

1777, Venezia, Remondini, 4ª ed., in 4°, vol. 3, p. XVI-200, VIII-166, 120.

1782, Venezia, Remondini, 5ª ed., in 4°, vol. 3, p. XVI-198, VIII-166, IV-119.

E’ un condensato della Theologia Moralis scritto per l’uso dei sacerdoti meno istruiti e soprattutto poco familiari con la lingua latina (per ajutare i confessori ignoranti a cui puzza la lingua latina, lettera del 23 gennaio 1757).

S. Alfonso la chiama spesso Il compendio della morale, oppure la Pratica grande, per distinguerla dalla Pratica del confessore del 1755, opera di circa 300, mentre questa riempie tre tomi con un insieme di 1300 pagine.

Nell’ultimo volume sono aggiunte quattro appendici:

1 - Della guida delle anime spirituali

2 - Dell’assistenza ai moribondi

3 - Examen Ordinandorum

4 - Di alcuni avvertimenti più notabili ai Confessori e Parrochi colla pratica dell’Orazione mentale.

La seconda e terza appendice sono state pubblicate separatamente.

Vengono formulate delle critiche sull’uso della lingua volgare per un libro di teologia (Cf. Lettera del 14 marzo 1757), ma i Consultori della Congregazione dell’Indice, interrogati a tal proposito, risposero che era permesso di servirsi dell’italiano, salvo per certi trattati dedicati a materie più delicate.

Avendo insistito il Remondini per avere una traduzione latina per poter divulgare l’opera al di fuori dell’Italia, S. Alfonso vi si decise, avvertendo però di avere pazienza.

In realtà questo faticoso lavoro prese poco tempo. Infatti mentre la prima edizione italiana era uscita verso la metà del 1757, il manoscritto della traduzione latina, intitolata Homo Apostolicus, fu spedito a Bassano nel novembre 1758 e fu stampata verso la fine del 1759.

Al suo primo apparire in Napoli l’opera ebbe grande successo.

Il Santo scrive al Remondini il 10 marzo 1758: "Già a furia qui a Napoli se li prendono". E lo impegna a pubblicarla anch’egli in italiano, a fianco della traduzione latina che andava preparando, assicurandolo sul successo, poiché già se ne erano vendute a migliaia. Gli editori - aggiunge il Santo - fanno la fila per ottenere il permesso per nuove edizioni; anche Zatta di Venezia gli ha fatto delle proposte (Cf. Lettera dell’agosto 1758). E gli dà il consiglio di prendere senza ritardo un privilegio se si vuole difendere dalla concorrenza.

Mancò il Remondini a farlo? Il fatto è che poco dopo la apparizione della Istruzione e Pratica a Bassano nel 1759, essa apparve anche a Napoli nel 1760 e vi fu pubblicata altre due volte, nel 1763 e nel 1765. Remondini se ne lagnava, ma ricevette in risposta: "Posso io impedire ai librai di stampare le opere che vogliono? Sono forse il Re? Questo è segno che l’opera è richiesta" (lettera del luglio 1763).

In seguito il Remondini si vide sfuggire di mano il monopolio dell’edizione italiana, che riapparve non soltanto a Napoli, ma anche a Parma e a Lucca, ancora vivente S. Alfonso.

La traduzione latina fu stampata solo a Bassano, ma, se bisogna credere al Tannoja, essa ebbe a subire, nei paesi transalpini, la concorrenza delle traduzioni tedesche.

In effetti, nel 1773, mons. Gultier, confessore della regina di Napoli, scriveva al Santo che la sua opera l’Ecclesiastico istruito nella cura delle anime (Tannoja l’identifica con la Istruzione e Pratica) era stata pubblicata in tedesco l’anno precedente ed esaurita rapidamente presso le librerie. Nel 1774 Pietro Obladen pubblicò una nuova edizione di questa versione tedesca, onorata dall’approvazione piena di elogi del censore episcopale di Ausburg.

Dopo la morte di S. Alfonso vi furono ancora una trentina di edizioni del testo italiano e una cinquantina dell’Homo Apostolicus.

 

P. Maurice De Meulemeester

Bibliographie générale des écrivains rédemptoristes,

Louvain 1933, pp. 89-91

 




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