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S. Alfonso Maria de Liguori
Istruzione e pratica pei confessori

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Introduzione

1. Grande certamente sarà il premio, e sicura la salvazione de' buoni confessori, che s'impiegano nella salute de' peccatori. Ce ne accerta s. Giacomo: Qui converti fecerit peccatorem ab errore viae suae, salvabit animam suam (cioè suam d'esso convertente, come parla il testo greco) a morte, et operiet multitudinem peccatorum. Ep. c. 5. v. 20. Ma piange la chiesa in vedere tanti suoi figli perduti per cagione de' mali confessori; poiché principalmente dalla loro mala o buona condotta dipende la salute o ruina de' popoli. Dentur idonei confessarii (disse s. Pio V.), ecce omnium christianorum plena reformatio. È certo, che se in tutt'i confessori si ritrovasse la scienza e la bontà conveniente a tanto ministero, il mondo non sarebbe così infangato di peccati, né l'inferno così ripieno d'anime. E per bontà non intendo qui la sola bontà abituale, cioè il semplice stato di grazia, ma una bontà positiva, quale appunto conviensi ad un ministro della penitenza, a cui fa bisogno come alla nutrice doppio alimento, e per sostentare sé, e per nodrire la prole. Mentreché il confessore dee dirigere le coscienze altrui senza errare o per troppa condescendenza, o per troppo rigore; dee maneggiare tante piaghe senza imbrattarsi; praticare con donne e giovanetti, ascoltando le loro cadute più vergognose, senza riceverne danno; dee usare fortezza con persone di riguardo, senza lasciarsi vincere da' rispetti umani, dee in somma essere pieno di carità, di mansuetudine, di prudenza. Or a fare tutto ciò vi bisogna una bontà non ordinaria, alla quale non mai giugnerà chi non è persona di orazione (usando la meditazione quotidiana); altrimenti non avrà luce e le grazie necessarie per ben esercitare quest'officio, formidabile (come suol dirsi) anche agli omeri degli angioli.

Oltre la bontà morale, il confessore, essendo egli giudice delle coscienze, è tenuto ancora, come già si è accennato, ad avere la scienza necessaria per ben giudicare. Perciò ho stimato di registrare in breve nella presente opera non solo ciò che s'appartiene alla pura pratica, ma ancora le avvertenze più notabili e necessarie a sapersi sui trattati principali della morale, con notarvi le definizioni, i principii, ed anche i testi civili e canonici; di più le determinazioni fatte nelle bolle de' pontefici, e le dichiarazioni delle ss. congregazioni: ed in oltre le dottrine più necessarie e più ricevute; poiché le materie più questionate il mio lettore potrà leggerle nella mia teologia morale, dove le ritroverà discusse colle loro ragioni, e citazioni de' luoghi degli autori che ne trattano; qui le troverà solamente accennate per quanto basta a porsi in diligenza di esaminarne il peso. Alcune sentenze qui abbracciate sembreranno forse a taluno o troppo rigide, o troppo benigne; ma pregherei costui, prima di condannarle, ad osservare la mentovata mia opera grande (già più volte stampata in Napoli ed in Venezia), della quale qui si citano frequentemente i luoghi, perché leggendo ivi le ragioni stesse, e le autorità de' dottori che le difendono, spero che non gli parranno strane e mal fondate.

Sempreché nella presente opera si vedranno poste le citazioni senza nome, s'intendano della nostra teologia morale.

La lettera l. significa libro, c. capo, n. numero, p. pagina, v. verso, t. tomo, tr. trattato.


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Istruzione e Pratica

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