5. ALL'ISTESSO

Gli racconta le sue tribolazioni e lo scongiura di non abbandonarlo.

[PRINCIPIO DI MARZO 1733.]

.....Il canonico Torni mi ha scritto che la Congregazione già mi aveva tolta la cappellania e cassato per Fratello,¹

ma che il Cardinale ha ordinato che non s'innovasse cosa alcuna senza suo comando. Io ho scritto al Signor Cardinale in

ringraziamento ed anche al Signor Torni, poiché il medesimo mi scrive, che più non poteva fare in mio servizio.....

Oh! Padre mio, che conversazione tediosa è lo stare ora con D. Vincenzo [Mannarini]!¹ L'ho provata questi pochi giorni; e solo per Gesù Cristo può sopportarsi.....

Padre mio, io ringrazio il Signore che mi fortifica in mezzo a tante tempeste (e quello che è peggio, anche dimestiche tra di noi) a resistere e non disanimarmi. Tanto mi merito, dopo che ho passato quanto ognuno sa, con avermi disgustato casa, amici ed Arcivescovo, voltando le spalle a tutti per obbedire a Dio. V. S. Illma e le sue parole mi danno animo che mi fidi di Dio, ancorché mi vedessi restato solo nell'Istituto. Padre mio, non mi abbandonate; perché, se anche V. S. Illma mi abbandona, io non so che farò. Del resto ordinate, ché io obbedirò....

Le invio, secondo il convenuto, lo sbozzo della Regola, ed altro non le dico: abbiate pietà di me....

Presso Tannoia, lib. II. cap. 3 e 4.