Copertina | Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
S. Alfonso Maria de Liguori Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
185. AL MEDESIMO.
Gli insinua la risposta da darsi al Vescovo, il quale pretendeva aver dritto di richiamarlo in diocesi.
Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa!
NOCERA, 14 DICEMBRE [1754.]
Mi sono capitate in mano le incluse lettere, e le ho aperte per vedere che cosa contenevano; mentre già era stato informato del concerto del sig. Cantore col Vescovo di Troia, di costringervi ad andare in Troia a fare il Rettore del seminario. Io affatto non dubito della vostra costanza, e molto mi è piaciuta la lettera del vostro buon zio,1 il quale dice che
questa è una trama dell'inferno per inquietarvi; ma tengo per certo che ciò non v'inquieterà, ma servirà per farvene una risata.
Veniamo a noi. Il Vescovo minaccia che vi darà l'ubbidienza di tornare in Troia. Voi già sapete la risposta. Ma lasciate che io vi suggerisca qualche cosa. Dice il Vescovo che voi avete promesso a lui ubbidienza. Questa ubbidienza, per prima ha dichiarato il regnante Pontefice Benedetto XIV, nella Costituzione Ex quo dilectus etc., decimaquarta januarii 1747, che s'intende che non possa l'ordinato partirsi dalla chiesa in cui è incardinato, senza licenza del Vescovo; purché non entri in qualche Religione o Canonia regolare, a cui è simile la nostra Congregazione.
E ciò, come vedete, s'intende quando l'ordinato è ascritto a qualche chiesa della diocesi; ma V. R. è stato ordinato per la Congregazione e non già ascritto a Troia.1 Di più, s'intende quando l'ordinato vuol vivere fuori della diocesi, ma non quando è entrato in una Congregazione approvata dal Papa.
Onde protestatevi col Cantore che non occorre che Monsignore s'impegni, perché voi siete capace di andarne a pregare il Papa in Roma. Dico ciò, perché il Vescovo forse si fida degli appoggi che tiene in Roma; ma esso se ne può quietare, ché non la spunterà mai.
Io sto in dubbio se è bene di risponder subito al Cantore, oppure di aspettare la seconda lettera; perché, col non rispondere, può essere che svapori l'impegno del Vescovo. In ciò mi rimetto alla vostra prudenza. Almeno direi che tratteneste, quanto più vi pare, a rispondere. E giacché il Cantore si ha preso esso questo impegno e si è compromesso col Vescovo, direi che, in rispondere, vi lamentaste col Cantore di questo tratto ecc.
E bene non però che scriveste subito a vostro zio, ringraziandolo del buon consiglio e pregandolo, se gli riesce, di persuadere il Vescovo a quietarsi. Temo che questo benedetto Monsignore abbia da inquietare voi e me. Esso ha colà D. Carmine.. quello che stiede alli Cinesi, e poi Rettore al seminario di una diocesi là vicino, uomo dotto e santo. Perché non si piglia quello? Se scrivete al Cantore, ce lo potete insinuare. Eppoi, se Monsignore vuole un buon Rettore, che spenda; ché l'avrà.
Insomma scrivete con fortezza tale, che si persuadano che non basteranno mai a rimuovervi. E penso ora esser meglio a rispondere (ma fate passare due settimane); perché altrimenti il Vescovo si può aggravare contro di noi, pensando che noi abbiamo occupata la lettera.
Della lettera poi che scrivete, fatemene una copia e mandatemela, acciò io mi regoli poi a rispondere conforme avete risposto voi; mentre non sarà difficile che il Vescovo, appresso, ne scriva ancora a me. Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa!
Conforme all'edizione romana.