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S. Alfonso Maria de Liguori Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
358. AL P. D. GIOVANNI RIZZI NELLA CASA D'ILICETO.
L'esorta a disprezzare i suoi scrupoli e l'incarica di un esame.
Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa!
[NOVEMBRE 1761].
Io ve la dico, come la sento avanti a Dio: V. R. non solo non è tenuta a confessarsi di questi peccati che (come mi scrive) si ricorda certo e ne giura di non averli mai confessati, ma fa male a confessarseli: onde è tenuta a non confessarsene. E fanno molto male quelli confessori che vi sentono.
Non occorre che vi assegni le ragioni, che son certe presso di me. Basta; così vi dico in coscienza mia ed avanti a Dio.
E vi dico: state allegramente, perché io tengo per certa la vostra salute eterna.1
In quanto poi al figliuolo di Molfetta,2 io mi rimetto a V. R, e lo stesso hanno fatto il P. Ferrara e 'l P. Mazzini; ed io tengo anche il voto del P. Margotta: onde il figliuolo ha già l'inclusiva.
Resta non però che, prima di riceverlo, si avvisi al P. Villani ed ai PP. Caione e Fiocchi.3 Io procurerò di farli avvisare, ma può essere che me lo scordi; onde prego anche V. R. di scriverglielo, o farglielo scrivere, quando v'è occasione.
S'intende poi che il giovine abbia il patrimonio, e non abbia impedimento. Viva Gesù e Maria!
La benedico.
Fratello ALFONSO del SS. Redentore.
Conforme all'originale che si conserva nell'archivio del nostro collegio di Pagani.