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S. Alfonso Maria de Liguori Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
373. AL DUCA DI MADDALONI.
Lo prega di rimediare ad un pubblico scandalo.
Viva Gesù, Maria, e Giuseppe!
ARIENZO, 11 OTTOBRE 1767
Eccellenza,
Mi è occorso un fatto di molto mio dolore. Sappia V. Ecc. che in Cologna, casale di Sant'Agata, vi era una zitella, Carmina Graziano, la quale prima era una divota
figliuola, ma poi si è fatta una demonia, e tiene bottega aperta in quel casale, dove è la rovina di tutti i giovani de' casali ed anche di Sant'Agata, perché vi sono molti rivali e gelosi fra di loro; e poco tempo fa, vi fu una rissa strepitosa di percosse e, come sento, anche di archibugiata.
A tanto male solo V. Ecc. può rimediarvi con iscrivere al governatore, e farla esiliare per venti miglia lontana da Sant'Agata; e così solamente può rimediarsi a tale scandalo, perché tutte le ammonizioni fatte, tutte sono state perdute.
Ne' luoghi grandi, dicono che si tollerano le meretrici, ma nei paesi e città picciole, affatto non si possono permettere tali donne pubbliche, perché sono la rovina de' giovani e delle famiglie.
Io ne ho parlato già a D. Francesco Mostillo ed al governatore D. Nicola Pisante; ma se questi non hanno l'oracolo di V. Ecc., non faranno niente.
Io, per me, non ho altra speranza né mezzo in ciò, che il favore di V. Ecc., che ha tanto zelo per la gloria di Dio e per lo bene de' vassalli dell'eccma sua casa.
Aspetto con premura le sue grazie, e resto con tutto l'ossequio, umilmente dichiarandomi
Di V. Ecc.
Umo e devmo servitor vero
ALFONSO Maria, vescovo di Sant'Agata.
Conforme ad un'antica copia.