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S. Alfonso Maria de Liguori Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
378. AL MEDESIMO.
Approva un confessore di monache e all'uopo vuole salva una condizione.
Viva Gesù, Maria e Giuseppe!
ARIENZO, 6 DICEMBRE 1762.
Mi sono appigliato al secondo espediente, giacché V. S. mi ha approvata la persona del canonico D. Mattia; tanto più, come mi dice, che v'inclinano i Signori governatori e le monache. Onde V. S. favorisca di mandargli presto l'acclusa, dove io gl'impongo che venga per ubbidienza a servire la sua patria.
In quanto poi alla paga dei ducati sessanta, questi, che è paesano, potrà venirci; ma come mai può venirci un sacerdote forestiero con soli ventiquattro ducati di mercede? giacché gli altri trentasei sono di messe. Un forestiere, dico, che ha da prendere e fare casa a parte.
Io mi maraviglio di tanta difficoltà che mi han fatta cotesti Signori governatori. Il buon confessore è la cosa più necessaria per mantenere ben regolato il monastero. Con sessanta ducati, dove io ho da trovare questo buon confessore? O abbiamo sempre da trovare un confessore paesano? E quando questo non si trovasse, abbiamo da vedere andar a rovina il monastero? O abbiamo da pensare solo al temporale e poco o niente al bene spirituale?
Dico la verità, resto poco edificato di questi Signori governatori: V. S. ce lo dica.
In quanto al consenso del delegato, dovevano essi scrivergli che per ventiquattro ducati non era possibile trovare chi ci venisse da fuori; e il Sig. delegato certamente avrebbe accordato subito l'accrescimento della paga. Basta: per ora speriamo di rimediare col confessore paesano; ma per l'avvenire bisogna rimediare a questo inconveniente.
La benedico e resto
Affmo per servirla
ALFONSO MARIA vescovo di Sant'Agata.
Conforme all'originale che si trova presso il Cavaliere Giancarlo Rossi, in Roma.