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S. Alfonso Maria de Liguori Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
382. AL MEDESIMO.
Lo loda del suo zelo e gli parla del confessore per le monache.
Viva Gesù, Maria e Giuseppe!
AIROLA, 2 GENNAIO 1763.
Molto Revdo Sig. e Pne ossmo.
Ho ricevuta con piacere la sua lettera, e quanto sono restato scandalizzato di un certo parroco, ch'è andato trovando tanti modi viziosi per sfuggire la missione, altrettanto sono rimasto edificato e pieno di consolazione della sua persona, che ha dimostrato tutto l'impegno per averla e far sentire la parola di Dio a coteste anime; che però io mi sforzerò a mandarla, e sarà avvisata prima che venga, e farò che vengano degli ottimi soggetti e bastevoli a soddisfare cotesto pubblico.
Io spero che la missione venga a Frasso senza meno, ma non posso assicurare per ora quando viene; perché hanno da fare i casali d'Airola dopo questa missione che stanno facendo alla città, e poi dovranno anche passare facilmente a Durazzano, ch'è missione ancora grande. Ma non dubiti, perché io farò venire dieci Padri, e molto tempo avanti la farò avvisata quando verranno. Mando frattanto la lettera all'eletto.
Sento, nell'altra sua, quanto mi dice per il confessore di coteste religiose: e le dico che per questo sto confuso in maniera che non so che risolvere; né credo che il canonico sia attaccato di petto, perché, se così fosse, certamente che non si esporrebbe a confessare monache. Onde che volete che io dica su di ciò? Aspettiamo certe notizie, e poi si farà quel che Dio dispone; frattanto veda rimediare V. S., giacché la missione non sarà costà prima de' quindici del corrente. Sicché starà V. S. con tale aspettativa.
E resto con pienezza di stima ed affetto, compartendole la mia pastorale benedizione, e mi confermo.
Conforme all'edizione romana.