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S. Alfonso Maria de Liguori Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
577. ALLA MEDESIMA.
Nuovi conforti a perseverare in mezzo alle afflizioni di spirito.
Viva Gesù, Maria e Giuseppe!
ARIENZO, 17 LUGLIO 1768.
Quella lettera a S. Biase io non ve l'avrei fatta fare; ma al fatto non vi è rimedio. Del resto, quietatevi ogni scrupolo di aver operato contro l'ubbidienza. Comunicatevi, e non ci pensate più Non serve scrivere a Monsignor Testa, perché già gli scrissi una lettera applettativa un'altra volta, e non ci volle venire.
Non è difficile che io sarò obbligato a venire in Napoli per dare gli esercizî al clero; ma ciò sarà nel mese di novembre.
Frattanto voi dite che non sapete come sta l'anima vostra avanti a Dio. Voi non lo sapete, e Dio vuole che non lo sappiate; ma vi assicuro io che state in grazia di Dio. Se non mi credete, è segno che avete poca fede all'ubbidienza E perciò vi dico che nello stato di purga, in cui vuol mantenervi Gesù Cristo, seguite a fare quelle orazioni, lezioni ed esercizî che potete; ma non cercate di quietarvi e trovar consolazioni in niuno di questi esercizî. Basta che li facciate per far la volontà di Dio, la quale si trova nell'ubbidienza, e specialmente nell'ubbidienza della comunione.
Nella vostra mi scrivete che non sapete che fare. Ecco quello che avete da fare: comunicatevi ogni mattina, siccome vi ho scritto più volte; e quando mi scrivete, avvisatemi se avete fatta o lasciata qualche volta la comunione; perché in questa ubbidienza siete stata molto difettosa, il che mi ha fatto temere della vostra perseveranza, e mi ha spinto più volte a scrivervi che vi avrei lasciata, se aveste seguitato a disubbidirmi in questo punto della comunione. Ripeto lo stesso che, se seguitate a mancare, io più non vi risponderò.
Io vi ringrazio della pizza e dei dolci, ma già sapete che di dolci io poco ne prendo; e se seguitate a lasciare la comunione, voi mi potete mandare tutto il monastero di zucchero, ché io vi lascio.
Dico ciò, perché nella vostra ora non mi dite parola di comunione; onde temo che abbiate commessa qualche mancanza.
Replico: quando non conoscete a prima vista di star certamente in peccato mortale, comunicatevi sempre, sempre. Avete inteso? e non voglio scuse. Io dalla comunione spero la vostra perseveranza, e tutti gli avanzi dell'anima vostra.
Molto mi è piaciuto l'atto di ritirarvi la vecchia nella camera vostra. E vi dico che Gesù Cristo molto ha gradito questa picciola cosa, che per lui avete fatta; e seguite a farle la carità, sempreché l'obbedienza dell'Abbadessa ve lo permette.
Di più leggete questo biglietto che mi hanno scritto l'educande e seguitate, quando potete, a far loro la carità. Queste coselle troppo son care al cuore di Gesù Cristo.
Io sto meglio colla gamba. Non lasciate di raccomandarmi a Gesù Cristo, non per la gamba, ma acciocché mi faccia fare la sua volontà.
Dell'ultimo libro [Pratica di amar Gesù Cristo] leggete specialmente il capo XIII e XVI.1
Vi benedico, e non lasciate di pregar sempre, sempre per la Chiesa..
Umo servo
ALFONSO MARIA, vescovo di Sant'Agata
Conforme ad un'antica copia.