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S. Alfonso Maria de Liguori Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
623. AL MEDESIMO.
Sollecitudine e carità del Santo per una giovane ravveduta.
[ANNO 1769?]
Don Salvatore mio, io ho mandato a chiamare la madre della figliuola N.1 e mi pare una buona donna, benché poverissima. Onde penso di mandarla di nuovo in Napoli per pigliarsi la figlia e tenerla in casa sua.
Io ho promesso di soccorrerla, dandole un tanto ogni mese; ma sento che la figliuola sta nuda: onde bisogna vestirla da capo a piedi.
Prego V. S., se volesse farmi questa carità, di farla vestire a spese mie, ma con quanto meno si può fare. Vi bisognano a principio due camicie, che devono esser nuove, una tovaglia per la testa ed un muccatoio [fazzoletto] per il collo. Vi bisogna poi una gonnelluccia di saietta della costa, un corpetto di stamino, ed un antesino [grembiale] di tarantola, un paio di calzette bianche ed un paio di scarpe.
Ma non vorrei che fossero tutte cose nove, perché è troppa spesa. Si potrebbe vedere alla giudea per trovar questi panni, ma nouvi quasi; perché se si pigliano robe sfatte, dimani dovrei farcele di nuovo.
Io non vorrei caricare V. S. di tutti questi incomodi; ma so la sua carità. Almeno se l'intenda con Fr. Francesco [Tartaglione],
e poi mi avvisi quanto danaro ho da mandare, perché, dopo che sarà vestita, manderò la madre a pigliarla. Vi raccomando quest'affare di carità e resto ecc.
Conforme ad un antica copia.