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S. Alfonso Maria de Liguori Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
640. AL PRINCIPE DELLA RICCIA.
Invoca la sua cooperazione per punire e correggere un ribelle all'autorità ecclesiastica.
ARIENZO, 25 APRILE 1770.
Eccellenza,
Sono più anni che Giuseppe Napolitano, di Luzzano, non vuole adempire il precetto pasquale, sotto affettato pretesto di mania, e quello ch'è peggio, non vuole che frequenti i Sacramenti nemmeno una sua sorella.
Il parroco di quel casale, assieme con vari preti e galantuomini, mi fanno le premure che avessi pregato V. Ecc. a farlo carcerare, acciò potesse di questa maniera entrare in sé stesso, ed adempiere al suo dovere; giacché non cura neppure l'interdetto.
So che V. Ecc. è pieno di zelo per la salute delle anime de' suoi vassalli: onde non dubito che sia per dare gli ordini opportuni al Sig. governatore, esibendomi io fargli contribuire un competente sussidio giornale per il suo mantenimento.
Ed offerendomi ad ogni suo veneratissimo comando, resto con tutto l'ossequio, rassegnandomi
Di V. Ecc.
Umo, devmo ed obblmo servo vero
ALFONSO MARIA, vescovo di Sant'Agata.
[P. S.] Ora mi hanno fatto sentire molti galantuomini di Airola che Giuseppe Napolitano sia un scelerato, e mica matto; onde per carità prego V. Ecc. a rimediare, mentre sono quattro anni che non ha voluto avesse fatto il precetto pasquale la sorella, che piange amaramente.1
Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma.