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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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679. AD UN PADRE INFERMICCIO.

Lo dispensa dai voti e gli fa una terribile predizione.

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

ARIENZO, 13 OTTOBRE 1771.

Condiscendo con pena a concederle la richiesta dispensa de' voti; ma non posso tralasciare di dirle che nella Congregazione vi sono diverse case, dove, se ad un soggetto un'aria non giova, si manda ad un'altra.

Nella Congregazione poi, vi è tutta la carità cogl'infermi, i quali non si costringono alle osservanze a cui sono obbligati i sani.

 All'ultimo poi, quando con tutte le diligenze, rimedi e carità, Dio volesse chiamarci all'altra vita; perciò noi abbiamo lasciato il mondo e siamo venuti alla Congregazione, per morire nella casa di Dio, e non già in mezzo al mondo ed a' parenti.

 Del resto, le mando la dispensa; ma l'avviso che, lasciando la Congregazione, ella, benché ricuperi totalmente la salute, non troverà più pace e farà una morte inquieta,1 pensando d'avere abbandonata la sua vocazione.

 Prego che Gesù Cristo la benedica: perché non mi fido di benedire chi volta le spalle a Gesù Cristo.

Conforme all'edizione romana.




1 Il Tannoia, dopo aver riferita, nella Vita del Santo, questa lettera soggiunge: " Non si ritrasse il soggetto dal suo divisamento, e morendo Sperimentò, negli estremi, quanto avevagli predetto Alfonso."






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