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S. Alfonso Maria de Liguori Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
863. AL MEDESIMO.
Parla della causa, dell'esame per le confessioni innanzi all'Ordinario, e degli esercizî da farsi la domenica.
Viva Gesù, Maria e Giuseppe!
NOCERA, 29 GIUGNO 1777.
Don Gaspare mio, rispondo col capo molto sturbato per ragione della causa di Napoli; mentre si era appuntata la causa un'altra volta per giovedì alli tre, ma Paoletti ha detto che sta colla flussione e non si fida di far la relazione. Questa cosa mi ha sturbato, ed ho scritto io una lettera a Paoletti, acciocché ci facesse la carità: perché, se passa la giornata di giovedì, Dio sa quando si farà più la causa.
Io e gli altri Padri, in questi giorni, a questo fine applichiamo la messa; voi altri, almeno fate fare orazione.
Circa poi l'esame de' nostri confessori, il Cardinale ha ragione; perché, se in qualche modo noi non siamo esaminati, come può esso esaminar le altre Religioni?
Noi, ne' principi, anche abbiamo dovuto presentarci per l'esame. A tempo di Mgr di Capua, arcivescovo di Salerno, fummo esaminati, il P. Mazzini, il P. Sportelli ed anch'io, con tutto che era confessore napoletano.
Non vi sturbi questa cosa; perché i vescovi hanno ragione di esaminarci, specialmente quando vi è qualche causa particolare, com'è ora in Benevento.
Giacché dunque il Cardinale si contenta che V. R. vada in giro per li nostri confessori che si presentano, procurate prima e concertate particolarmente con ognuno ciò che gli avrete a domandare, e prendete qualche punto dove vi è qualche distinzione e qualche difficoltà che voi dovete fargli, e quegli vi dovrà rispondere; e bisogna parlar latino. E perciò pigliate l'Homo Apostolicus, e concertate i punti da discettare davanti al Cardinale o al Vicario; e così il Cardinale resterà quieto, e noi resteremo in concetto.
Intorno poi agli esercizî della domenica, al giorno, io prima intesi che il Cardinale voleva il solo catechismo, poi la coronella e poi l'esposizione.
Sì signore, il catechismo (io dico) non si lasci mai per mezz'ora; poi è bene che si faccia un'altra mezz'ora di predica, acciocché il popolo non solo resti istruito, ma anche colla predica infervorato ad osservar la divina Legge, ad amare Dio, la Beata Vergine ecc.
Onde io direi (e credo che tutto piacerà al Cardinale) che si faccia così: prima il catechismo per mezz'ora, poi si faccia la coronella (o siano i gradi della Passione) in volgare, che sta nella Pratica di amare Gesù Cristo, in fine del libro alla pag. XVI; dico in volgare, acciò il popolo la reciti con più divozione.
Ma io direi che meglio sarebbe, in vece di questi gradi, far la coronella delle cinque Piaghe, come la facevano i Gesuiti in Napoli ogni venerdì; perché questa coronella e più piena di atti e più devota. Ella sta nello stesso libro, alla pag. XVIII.
E necessario dunque che, dopo il catechismo, si faccia o la recita de' gradi o la coronella delle Piaghe (che sarebbe migliore), per mettere qualche interruzione fra il catechismo e la predica.
Questa coronella la potrebbe fare la stesso Padre che fa il catechismo, inginocchioni, dopo fatta l'esposizione, e poi si farebbe la predica per un'altra mezz'ora, e finisce il tutto colla benedizione del Sacramento.
Vi prego di leggere questo mio pensiero, o sia ordine di cose, al Sig. Cardinale, e fate poi quel ch'egli dispone.
Per questi due esercizî, vi vogliono due Padri, uno per il catechismo ed un'altro per la predica.
In qualche caso poi che mancasse per disgrazia uno de' due Padri e non vi fosse chi supplisse, il Padre del catechismo può fare anche la predica. Ma ciò di rado succederà.
In quanto al Sig. Mansione Filomei, giacché son divisi i partiti, fate quel che vuole il Cardinale. In ciò non ho altro che dire.
Vi manderò gli altri libri che mi avete scritto. Per quello del
Concilio di Trento1, non ne ho altro che uno, e pure ve lo mando. La Verità della Fede e le Glorie di Maria, le ho mandato a comprare; perché qui non se ne trovano.
In quanto alle novene, non credo che il Cardinale vuole che facciamo le novene di S. Francesco Saverio e di S. Ignazio, come facevano forse i Gesuiti; perché non sono questi esercizî adattati per noi.
Se poi i Gesuiti faceano la novena di Natale o di qualche festa della Madonna, queste s'hanno da fare. Intendetevelo col Cardinale.
Io vi compatisco in mezzo a tanti imbrogli, che necessariamente avete da patire in questi principî della fondazione; ma questi in tali principi sono inevitabili. Ed appresso non mancheranno lotani di maggior peso: onde non lasciate di scrivermi, almeno per la posta di Benevento, in ogni posta per questi principi; almeno per tre o quattro altri mesi, ed io per la stessa posta vi risponderò. E quando sono cose grosse, mandate qui uno apposta.
Io però molto mi sono consolato in leggere la Bolla (di cui sto facendo fare la copia per rimandarvi poi l'originale) e dove leggo chiuse tutte le vie a' contrari, per le quali ci potessero armare qualche lite in Roma. Ciò mi ha consolato molto; perché tremava di qualche lite.
Benedico intanto V. R. e li compagni, e tutte le vostre fatiche; ed io resto qui a scardare le cose di Napoli, che mi mantengono continuamente in pensiero ed in angustia.
Pregate Dio che non finisca di perdere affatto la testa; e non lasciate di cominciare una novena alla Madonna per la causa che sta imminente a farsi.
Per altro, le cose stanno ottimamente incamminate; ma bisogna che preghiamo sempre alla messa ed all'orazione per la buona riuscita, ma in tutto rassegnati alla divina volontà.
Di V. R.
Fratello ALFONSO MARIA.
Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma.