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S. Alfonso Maria de Liguori Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
892. AL P. D. FRANCESCO ANTONIO DE PAOLA.
Si rallegra dello stato della casa di Frosinone, e dà alcuni ordini per il tempo di abitarla e per una questione che la riguarda.
Viva Gesù, Maria e Giuseppe !
[NOCERA, APRILE 1778? ]
Ho inteso leggere la vostra lettera del 30 marzo, la quale molto mi ha consolato per le buone notizie della causa.
Sento che la casa [di Frosinone] potrebbe abitarsi; ma [poiché] il medico stima che non debba abitarsi sino ad ottobre, [io non lo permetto]; perché se mai succede poi qualche
disgrazia, non voglio che mi resti il rimorso d'essere stato io la cagione della morte di qualche Fratello.
V. R. mi ha dato qualche notizia dello stato della casa; anche me ne rallegro.
Io, per sino ad ottobre o novembre, non posso mandar niente, e dopo novembre non posso promettervi una gran somma; perché sto con debiti, e certi danari che doveva esigere ad ottobre, io me li ho esatti da ora.
Del resto io ho la stessa propensione per Frosinone che per Scifelli; ma a Scifelli ci sono più giovani a cui manca il pane, come grida il P. Landi.
Già sto inteso: la missione a Veroli e Frosinone si farà a novembre, come V. R. mi scrive.
Mi consolo che Monsignor di Veroli ha preso appletto per la causa; ma se V. R. non fa assistere in Roma, non si farà niente. [Con] uno de' due Cardinali che abbiamo, cioè di Santobuono e Marefoschi, certamente guadagneremo la causa.
Io non ho altro che scrivere. Benedico V. R. e tutti i Fratelli di costì. [Manca la firma.]
Del resto, se Molella volesse aggiustarsi, io son contentissimo che Monsignor vi consenta, secondo pare ad esso Monsignore. La passione per altro mi spingerebbe a cercar la decisione; ma io stimo essere sempre più spediente per noi, forastieri in Roma, che ci aggiustiamo, se vogliono aggiustarsi.
Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma.