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S. Alfonso Maria de Liguori Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
916. A SUO FRATELLO D. ERCOLE DE' LIGUORI. 1
In risposta, gli dice della convenienza ed opportunità delle trattative di matrimonio, da praticarsi per Giuseppino, di lui figlio e nipote del Santo, e delle grandi cautele col giovanetto.
Viva Gesù, Maria e Giuseppe!
NOCERA, 1 SETTEMBRE 1779.
Ho ricevuta la seconda vostra circa il matrimonio di D. Pepporiello; ma per ora io non ho che rispondere: perché Peppo è troppo picciolo per trattare di casarlo, e (come sento) la figliuola pure è molto picciola; parlo per la figlia di Vespoli.
Per altro, mi piacerebbe di doversi trattare col consigliere Vespoli, perché è una persona molto prudente; ma è cosa molto scabrosa il trattare ora di un matrimonio, che non si potrà effettuare che almeno tra lo spazio di sei o sette altri anni; perché io sono vecchio: oggi o dimani son fuori del mondo; V. S. pure è vecchio. Se Peppo resta casato di quindici o sedici anni, non so dove anderà a parare.
Io vi scrissi, nell'altra mia, che vi aspettava qui; perché tali affari non possono concludersi per via di lettere.
Ma prima che V. S. venga qui, bisognerebbe che ne discorra con qualche persona cordata; perché, dopo fatti più discorsi su questa materia, allora potrebbe venire a parlarne con me e con i Padri miei. Del resto, io vi scrissi nell'altra mia che la casa di Nocera sta sempre aperta.
Torno a dire, di questo matrimonio non ne fate sapere niente a Peppo; ma temo che già l'abbia saputo, e perciò godo
che stia in Seminario; perché se stesse alla casa, non mancherebbe qualche servitore che, discorrendo di questo matrimonio, gli facesse perdere la grazia di Dio co' mali pensieri d'impudicizia.
Finisco abbracciandola caramente.
Di V. S.
Affmo fratello ALFONSO MARIA.
[P. S.] Se vi pare, quando calate in Napoli, di questo matrimonio ne potreste parlare anche col P. Maione, ma con segretezza; e poi scrivetemi del risultato.
Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma.