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S. Alfonso Maria de Liguori Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
1017. AL CARDINALE N.
Lo prega di ottenergli il perdono dal Papa, del quale si mostra tenerissimo, aggiungendo altresì la sua giustificazione.
NOCERA DE PAGANI, 15 NOVEMBRE 1782.
Eminentissimo e Reverendissimo Signore,
sono due anni che vivo in grandissima afflizione; perché, senza volerlo, mi trovo aver disgustato il S. Padre.
Dovei, per sostenere quattro case di missione che sono in Regno, ricorrere al Re e domandare l'approvazione della Regola, per cui non avea mai potuto ottenere il regio exequatur.
Credei ciò necessario, e così mi fu consigliato da tutti i savi che ci difendono.
Non pensai con questo passo offendere la S. Sede, di cui ho sempre sostenuto i privilegi; anzi, al contrario, stimai secondare le intenzioni della medesima, a me dichiarate dalla s. mem. di Benedetto XIV, in una sua lettera dell'anno 1755.
Di questo mio errore vorrei, prima che muoia, e per chiudere gli occhi in pace, ottenere per mezzo di V. Em. il perdono dal S. Padre; e non solo desidero il perdono per me, ma per i miei Fratelli ancora, i quali niuna parte hanno avuta in quest'errore.
Mi sono consolato assai in sentire che V. Em. si è con tanta bontà espressa in mio favore.
In Roma, non ho altri appoggi efficaci che V. Em.; essendo morti tutti i Cardinali, miei corrispondenti.
La Provvidenza del Signore, a cui ho sempre confidato, ha disposto il viaggio di V. Em. per cotesta capitale, da cui spero tutto l'aiuto e tutto il buon esito.
Ho scritto costì ad un sacerdote, mio amico (uomo dotto e sincero, il quale si è da sé offerto di aiutarci caritativamente e gratis, e perciò intesissimo di quanto è necessario) acciò l'informi a pieno.
Supplico V. Em. ad ascoltarlo e farmi questa gran carità col S. Padre, a cui ho ancora scritto umilmente, domandando compatimento e perdono.
V. Em. legga la lettera e, se stima, la dia o ella medesima a Sua Santità, o per altre mani la faccia pervenire; o non stimandola a proposito, la ritenga.
Mi raccomando in fine alla benignità di V. Em. ed alle sue sante orazioni, e le bacio le mani.
Di V. Em. Rma
Umo, obblmo servo vero
ALFONSO MARIA DE' LIGUORI, vescovo.
[P. S.] La lettera al S. Padre, la manderò martedì.
Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma.