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S. Alfonso Maria de Liguori Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
185. AD UN PADRE DELLA SUA CONGREGAZIONE NELLA CASA DI PAGANI.
Dà il suo giudizio circa due opere, togliendo così occasione di dichiarare il suo sistema sul probabilismo, e lamenta il poco conto in che, anche da cattolici italiani, si tiene l'autorità del Papa.
Viva Gesù, Maria e Giuseppe!
ARIENZO, 28 MARZO 1767.
Mando il libretto della Confessione del P. Tortora che ieri sera ebbi, e già lo scorsi tutto. Dite al Sig. abate Tortora che il libro è buono e mi piace. Ed in quanto al sistema, io sono già probabiliorista1; tuziorista, no; ma probabiliorista
come è l'autore del libro: perché dove l'opinione per la legge è certamente probabiliore, dico non potersi seguire la meno probabile per la libertà. Chi dice poi che fra due probabili eguali dee seguirsi la più tuta, costui è tuziorista, non già probabiliorista. E così il libro è buono, ed utinam si mettesse in pratica! perché non vi è dubbio che così i tuzioristi col loro rigore fanno gran danno, come i probabilisti che seguono la meno probabile conosciuta (ch'io non la tengo per probabile perché allora moralmente è promulgata la legge) sono causa della perdita di molte anime; e certamente sono più i confessori lassisti che i rigoristi.
Non ho potuto però trovare dove dice l'Autore, esser proibita la probabile per lo decreto del vescovo di Trento e del S. Officio.
Ho ritrovato poi dove l'Autore se la piglia con me in aver io assegnati ad una monaca, che vuol far vita perfetta, esercizî tali che riducono la persona ad andare in etisia. Ma ha tralasciato di dire quello che io dico a principio: che tutti quegli esercizî possono farsi, purché non pregiudichino alla sanità ed agli offici della monaca, e che niente dee farsi se non col consiglio del direttore e della badessa, intorno agli esercizî esteriori.
Mando ancora lo scritto del Sig. Romano, il quale per altro è molto dotto, ma quel punto IV del 3° capo è molto pernicioso, e non so come Mgr Borgia l'ha fatto uscir fuori; mentre l'Autore si protesta di non tener l'opinione che il Concilio sia superiore al Papa, ma in fatti poi egli fa il Papa soggetto al Concilio; giacché dice che il Papa non può dispensare senza causa necessaria a' canoni dei Concili, e dispensando dee assegnare la causa e dimostrarla. Ecco dunque il Papa fatto soggetto a' canoni del Concilio. Perciò questo scritto è stato tanto
applaudito da' Giansenisti, che da Francia l'han richiesto e preso con tanto applauso.
Povera podestà del Papa conculcata da tutti, anche da' cattolici italiani! Signore rimediate voi.
Mando li due tomi di Bonetti, che già non mi servono.
Avvisatemi come passa D. Giovanni Mazzini]. Abbraccio e benedico V. R., il P. Vicario [D. Andrea Villani] e tutti.
Io sono stato da 12 giorni infermo, e già si è fatto gran rumore da più di uno per avere il mio vescovado. E un bello onore quello che ho io, di avere tanti che desiderano la morte mia; ed il Papa non vuol consolare né me, né essi.
Di V. R.
Fratello ALFONSO MARIA del SS. Redentore.
vescovo di Sant'Agata.
[P. S.] Notate 5 messe che non ho dette.
Conforme all'originale che si conserva presso l'avvocato Giuseppe Tortora in Pagani (provincia di Salerno.)