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S. Alfonso Maria de Liguori Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
238. AL SIG. GIAMBATTISTA REMONDINI.
Desidera sapere il risultato della revisione, fatta in Venezia, del libro sul Concilio di Trento, e dice della singolarità della sua Storia delle Eresie cui ha posto mano.
ARIENZO, 20 APRILE 1770
Illmo Sig. Sig. e Pne colmo.
Ho ricevuta la lettera di V. S. Illma, nella quale mi assicura che abbia ricevute le aggiunte e che già siano poste nelli luoghi propri, e me ne sono consolato al sommo.
Ho a caro ancora che avete scritto al Sig. Moschini in quanto al libro delle Prediche, del quale già sto compiendo l'intiera stampa; onde ve lo manderò tutto compito con tutte quelle aggiunte che vi vengono alle prediche, le quali, in questo mentre, le aggiusterò colle cartelle incollate a tutti i luoghi dove vanno; e sappia che le prediche con queste aggiunte vengono assai meglio formate che non è il libro di Napoli, perché ho avuti certi altri libri di questa materia, dopo stampate le prediche in Napoli.
Desidero sapere poi se il libro mio sovra il Concilio è stato o no approvato in Venezia da' Sig. revisori. In Napoli, come già le scrissi un'altra volta, aveano fatta una denuncia alla Corte che il mio libro era sospetto; ma poi essendo stato esattamente
esaminato da un ministro, è stato liberato da ogni disgrazia il povero libro. In Venezia solamente potrebbe patire qualche opposizione presso i revisori, perché io non dico troppo bene del vostro santo padre, Pietro Soave; ma già io scrissi a V. S. Illma che, non volendo passare i revisori quel mio dettaglio, potea ella togliere tutto quel pezzo dove non lodo il Soave circa la Fede. Del resto, in Napoli il libro si è smaltito subito; appena me n'è restata qualche copia per me. Mi avvisi pertanto se è stato o no approvato da' revisori.
Compito che avrò questo libro delle Prediche insieme coi quattro opuscoli che vi vengono appresso1, che sono rari e mi sono riusciti molto plausibili, onde da ora ho cominciato a sentire lodarli; compito (dico) questo libro, presto darò di mano a stampare l'Istoria dell'Eresie, della quale già gliene scrissi nell'altra mia.
Verrà ella una cosa singolare fra tutte quelle che vi sono; verrà in due tometti in- 8°. Mi bisogna però tempo e sanità, perché la fatica è grande il leggere tanti libri che bisogna leggere, e specialmente tutti gli autori moderni di buon nome e critici.
Molti autori parlano delle eresie a lungo, ma in diversi luoghi, come Natale Alessandro, Fleury, Orsi, Hermant, Baronio, Pagi ecc.; perché fanno l'istoria universale, o parlano generalmente de' Concili: onde ne parlano secondo il progresso che ha avuto ciascuna eresia in diversi secoli. L'intento mio e la fatica è di raccogliere in un solo capo tutto il principio ed il progresso di ciascuna eresia; e ciò non trovo alcuno autore
che l'abbia fatto, se non gli autori di certi libretti, come Berti, Van-Ranst, Danes ecc., che appena toccano e passano; è per questo dico che l'opera mia sarà singolare, se arrivo a finirla, ché la morte mi aspetta.
Del resto, faccia Dio! La fatica è ancora, perché in questi tempi ho da scrivere con tutta la cautela, acciocché il libro non sia proibito Ella già m'intende.
Resto confermandomi
Divmo ed obblmo servitore vero
ALFONSO MARIA, vescovo di Sant'Agata.
Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma.