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S. Alfonso Maria de Liguori Traduzione de' Salmi e de' Cantici IntraText CT - Lettura del testo |
FERIA II.
Salmo 23. del salterio.
Davide in questo salmo sotto la lettera predice i principali misteri della nostra nuova legge; predica la vocazione degl'infedeli; descrive il carattere dei predestinati; preannunzia la giustizia interiore che riceveranno i fedeli per la grazia di Gesù Cristo, di cui accenna la divinità; in fine predice le vittorie del Salvatore e la sua gloriosa ascensione in cielo.
Domini est terra et plenitudo eius; orbis terrarum et universi qui habitant in eo. Del Signore è tutta la terra e quanto in essa si contiene; tutti parimente coloro che l'abitano appartengono al Signore.
Quia ipse super maria fundavit eam; et super flumina praeparavit eam. Poiché egli, creandola dal nulla, l'ha fondata sopra i mari ed i fiumi e l'ha preparata per esser l'abitazione degli uomini.
Quis ascendet in montem Domini; aut quis stabit in loco sancto eius? Chi avrà la sorte di salire nel monte del Signore? (il cielo si chiama monte per la sua altezza) e chi abiterà nel santuario celeste, ov'egli tiene il suo trono?
Innocens manibus et mundo corde, qui non accepit in vano animam suam nec iuravit in dolo proximo suo. Vi salirà chi non ha peccato nelle sue operazioni ed ha tenuto il suo cuore mondo, cioè staccato dalle creature; chi non ha ricevuta invano la sua vita (non solo evitando il male, ma adempiendo ciò che Dio gli ha imposto); chi ama la verità e non ha fatti giuramenti falsi con inganno del suo prossimo.
Hic accipiet benedictionem a Domino et misericordiam a Deo salutari suo. Questi riceverà la benedizione dal Signore e la misericordia dell'eterna salute dal suo Dio, che l'ha salvato.
Haec est generatio quaerentium eum; quaerentium faciem Dei Iacob. Questa è la felice progenie di coloro che cercano Dio, attendendo in questa terra a servirlo, e sospirano di andar poi a vedere in cielo il Dio di Giacobbe. Nel testo ebreo leggesi: Quaerentium faciem tuam, o Iacob. Scrive il Bellarmino che in tal modo la sentenza resta oscura; onde i settanta vi han sotto intesa la voce Deus, cioè De5s Iacob, poiché solo Dio è quegli che fa il gaudio de' santi.
Attollite portas, principes, vestras, et elevamini, portae aeternales; et introibit rex gloriae. O principi della città celeste, alzate, aprite le porte; e voi stesse, porte eterne (cioè
che ab aeterno siete state chiuse, come traduce il Rotigni), alzatevi, apritevi; ed in voi entrerà il re della gloria.
Quis est iste rex gloriae? Dominus fortis et potens, Dominus potens in praelio. Chi è questo re della gloria? Egli è il Signore, il forte, il potente, cioè quel Signore che nella guerra co' suoi nemici li ha vinti e sconfitti.
Attollite portas, principes, vestras, et elevamini, portae aeternales; et introibit rex gloriae.
Quis est iste rex gloriae? Dominus virtutum ipse est rex gloriae. Angeli, aprite le porte che vi son date in custodia; e voi stesse, porte chiuse ab aeterno, apritevi e date l'ingresso al re della gloria; questo re della gloria è il Dio delle virtù, cioè degli eserciti.