Copertina | Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
S. Alfonso Maria de Liguori
Via della salute

IntraText CT - Lettura del testo
Precedente - Successivo

Clicca qui per attivare i link alle concordanze

Introduzione

VIA DELLA SALUTE

 

1. REDAZIONE

Sant'Alfonso per temperamento desiderava che le anime orando mentalmente non sciupassero le energie in concettualizzare. Il 26 maggio 1767 insinuava a suor Brianna Carafa benedettina: "Vi prego di mandarvi a comprare a S. Biagio dei Librai il mio libro sulla Novena di Natale, ove non solo vi è la novena di Natale, ma molte meditazioni appresso dell'amore verso Gesù Cristo e del Cuore di Gesù, ed altre cose di divozione. Questo libro è stato ristampato più volte da' librai, e credo che lo vendono per due carlini. Quel che più vorrei che leggesse in questo libro, sono gli affetti e preghiere, che stan poste dopo i discorsi e meditazioni, ed anche quegli atti che stanno posti verso la fine, parlando dell'apparecchio e ringraziamento de' sacerdoti dopo la Messa. Di questo libro io me ne servo ogni giorno, e spero che V. R. ci troverà molto pabolo" (1).

E' qui indicato un suo criterio particolare, che prepone il lavorio della volontà a quello della mente: non bisbiglio di formolette devote né psicologismo, ma virilità spirituale tra atti di fede e di amore.

Il 26 febbraio 1771 chiariva in termini inequivocabili il proprio atteggiamento intorno alla meditazione con in missionari redentoristi suoi discepoli:

"Raccomando di fare la meditazione per lo più sopra i libri miei: Apparecchio alla morte, Meditazioni sulla Passione, che stanno alla Visita (2), Saette di fuoco, che stanno alla Via della salute, e le meditazioni dell'Avvento sino all'ottava dell'Epifania, che stanno al libro di Natale. Dico ciò, non per mettere avanti le opere mie miserabili, ma perché le meditazioni riferite sono ornate di affetti divoti e sono piene, quello che più importa, di sante preghiere, delle quali io non ne leggo molte negli altri libri. E perciò prego nella meditazione di far leggere i secondi capitoli degli affetti e preghiere" (3).

Nella prima metà del sec. XVII erano in voga nel Regno di Napoli i gesuiti da Ponte (1545-1623) spagnuolo e Spinola (1593-1671) genovese (4), che alcune congregazioni prescrissero addirittura nelle loro costituzioni. In quelle dei Pii Operai è detto: "Si leggerà sempre nel principio dell'oratione un libro di meditazioni o da Ponte, o Spinola, ma più ordinariamente da Ponte" (5).

Indi prese piede p. Segneri seniore (1624-1694) col Ristretto di meditazioni per tutti i giorni dell'anno a profitto principalmente delle persone religiose (Venezia 1718): 2 semestri in 2 volumi, ricavati dalla Manna dell'anima (Bologna 1673) (6).

Da Ponte e Spinola erano abbastanza prolissi; asciutto il Ristretto, che i redentoristi napoletani hanno usato per la meditazione del mattino sino a poco fa.

Sant'Alfonso che non riduceva la meditazione a lettura né a semplice riflessione o elevazione, inculcava perché divenisse un esercizio ascetico sostenuto da affetti e preghiere per approdare a salde risoluzioni. Gli atti della volontà sono più importanti di quelli dell'intelletto a giudizio suo e anche dei teorici viventi, e quindi occorrono più affetti che pensieri. Pastoralmente insisteva più sulla conoscenza amorosa di Dio che su quella speculativa. Aderiva al Rodriguez maestro di quella generazione: "Abbiamo bisogno di aghi per cucire; ma non è l'ago che cuce, è il filo, e sarebbe un lavoro inutile e ridicolo quello di un uomo che impiegasse la giornata a passare nella tela un ago senza filo... Ed è tuttavia questo che presso a poco fanno coloro che nell'orazione meditano e riflettono molto, senza applicarsi per nulla a produrre atti di volontà e di carità. Poiché la riflessione deve essere come l'ago; bisogna che passi per prima, ma per far passare dopo il filo dell'amore e i moti affettuosi con i quali la nostra volontà ci unisce a Dio" (7).

Osserva il card. Lercaro: "Il metodo di san Francesco di Sales era già semplice e pratico; sant'Alfonso lo semplifica ancora. Ma vi introduce qualche elemento nuovo, caratteristico alla sua spiritualità. La preghiera di petizione ci avrà una parte notevole e ne sarà sottolineata l'importanza" (8). Però decisamente combatté l'equivoco che strumentalizza la supplica con la prospettiva del proprio interesse terreno, dando alle petizioni un sapore soprannaturale. Pur mettendo quasi sempre l'accento sopra la preghiera individuale, pare che meglio di altri prepari le anime a penetrare nello spirito comunitario e liturgico della Chiesa. Non gli piacevano i gesti vuoti del formalismo, dietro cui si nasconde molta miseria interiore, né amava le coreografie spettacolari: cercava con umiltà i rapporti con Dio, basandoli su moti spontanei.

Con questo indirizzo più caldo e scevro di coercizioni sant'Alfonso s' impone, nota Bominghaus, come "il più grande maestro della pia meditazione" (9).

Al calare del 1764 e nei principii del 1765 attese in Sant'Agata dei Goti (Benevento) ad organizzare la Via della salute. In quei terribili mesi di carestia dovette determinarsi alla fatica, avendo conosciuto il panorama spirituale del proprio clero assai numeroso in un perimetro limitato (10).

La redazione non riuscì, come pare, scabrosa: l'autore aveva a portata di mano il materiale. Estrasse i concetti principali della I parte, che comprende le "Meditazioni per ogni tempo dell'anno", dall'Apparecchio alla morte (Napoli 1758). Tra i 97 temi proposti quelli circa le verità eterne, che sono i più, dipendono in genere, talvolta letteralmente, dalle 36 considerazioni del menzionato libro. Sant'Alfonso ora prende uno spunto e vi ricama sopra, ora prende vari tratti e li elabora come può osservarsi in questo prospetto.

APPARECCHIO ALLA MORTE

Cons. XII. Importanza della salute

VIA DELLA SALUTE

(Med. 31.) Del grande affare della nostra salute

I. Il negozio dell'eterna salute è certamente l'affare, che a noi importa più di tutti gli altri; ma questo è il più trascurato. Non si lascia diligenza né si perde tempo per arrivare a quel posto, per vincer quella lite, per concludere quel matrimonio; quanti consigli, quante misure si prendono; non si mangia, non si dorme. E poi per accertare la salute eterna che si fa? come si vive? Non si fa niente, anzi si fa tutto per perderla; e si vive dalla maggior parte de' cristiani come la morte, il giudizio, l'inferno, il paradiso e l'eternità non fossero verità di fede, ma favole inventate da' poeti. Se si perde una lite, una raccolta, che pena non si sente? che studio non si mette per riparare il danno avuto? Se si perde un cavallo, un cane, che diligenza non si fa per ritrovarlo? Si perde la grazia di Dio, e si dorme e si burla e si ride.

 

I. L'affare della salute eterna è l'affare per noi più importante di tutti. Ma come va che gli uomini negli affari di terra pongono tutta la diligenza per accertarli; non si lascia mezzo per giungere a quel posto, per vincer quella lite, per fermar quel matrimonio! Quanti consigli, quante misure si prendono: non si mangia, non si dorme: e poi che si fa per acquistare la salute eterna? Non si fa niente, anzi si fa tutto per perderla, come se l'inferno, il paradiso, l'eternità non fossero verità di fede, ma favole e menzogne. Ah mio Dio, ecc.

II. Se patisce danno una casa, che non si fa per presto ripararla? Se si perde una gemma, che non si fa per ritrovarla? Si perde l'anima, si perde la grazia di Dio, e si dorme e si ride? Noi attendiamo tanto alla salute temporale, e poi tanto poco alla salute eterna! Noi chiamiamo beati coloro che han lasciato tutto per Dio, e come poi viviamo così attaccati alle cose della terra? Ah Gesù mio, ecc.

 

Compose la II parte quasi di sana pianta, dandole il titolo di "Meditazioni per diversi tempi particolari dell'anno". Attinse naturalmente il contenuto in opere che aveva già stampate come le Glorie di Maria (1750), La Novena del santo Natale (1758), le Considerazioni sulla Passione (1761), ecc. Aggiunse nuovi temi prima mai trattati come la Novena dello Spirito Santo, le meditazioni per la pasqua e quelle di alcuni santi.

Tanto nella I quanto nella II parte alleggerì il testo, riducendo al minimo le citazioni patristiche in latino; vi frammischiò frasi bibliche, che conferiscono alla sua prosa vigore e sapore particolare.

La III parte, più istruttiva ("Regolamento di vita di un cristiano") (11), è la rielaborazione amplificata di un precedente scritto, più stringato, apparso in appendice dell'Apparechio alla morte " (12). Abbondavano in quel tempo le "Guide spirituali", le "Regole di vita>, i "Metodi", i "Direttorii", ecc. Tra le altre operette del genere si distinguono quelle del b. Maestro Avila: Breve regla de vida cristiana, di V. Huby (m. 1693): Réglement de vie, di G. de la Ferté: Régle de vie, di G. M. Prola: Regola di vivere cristianamente (Roma 1729), di Filippucci, del p. Francesco Pavone, del ven. Sarnelli, ecc. (13).

Forse si deve tener presente anche l'opera del giansenista G. G. Duguet (1649-1733), Conduite d'une dame chrétienne, tradotta in italiano: Istruzione per vivere cristianamente diretta ad una dama, Trento 1758.

E' una letteratura tipicamente gesuitica. Il santo che mirava alla perseveranza finale, insistendovi di continuo, tracciò anche lui un itinerario da battere, come aveva fatto per i sacerdoti e per le monache (14).

Rimandiamo alla Introduzione generale (15) per le fonti della Via della salute; si capisce, l'elenco ivi riportato non è definitivo. Con plausibili ragioni ci permettiamo di allungare la lista con i nomi di Busaeus, Bellecius, Bagnati, ecc. Ed è possibile che sant'Alfonso abbia avuto sotto gli occhi le Meditazioni per tutti i giorni dell'anno sopra gli Evangeli delle domeniche ( Venezia 1761, ed. III, in 5 tomi) dell'oratoriano G. Navarra, ch' ebbero fortuna in quel secolo e nel seguente (16).

La revisione ecclesiastica e civile venne ultimata in luglio del 1765. Congetturiamo che il manoscritto durante l'autunno giacesse sotto i torchi di G. di Domenico. L'autore lavorò, come usava sulle prime bozze di stampa, tormentandole con accorciare, rifare, spostare. Il 18 febbraio 1766 informava Remondini:

"Fra pochi giorni le invierò ancora un'altra mia opera spirituale di meditazioni e pratiche divote. Quest'altro libro l'ho fatto principalmente per gli ecclesiastici della mia diocesi (17); spero che sarà gradito al pubblico, poiché è buono per ogni genere di persone, poiché è pieno di molte cose utili. E parimenti, secondo il mio solito, ne ho stampato poche copie. Subito che sarà compito, ce lo manderò" (18).

In marzo soggiungeva: "Ho dato ordine al mio fattore di Napoli che faccia capitare a V. S. Ill.ma l'operetta spirituale che ho fatta, Via della salute, per mezzo del sig. Moschini" (19). Il 14 settembre 1767 ritornava sul libro, di cui bramava una ristampa veneta, non conoscendo, per le difficoltà delle comunicazioni postali, che Remondini l'avesse già allestita:

"Quel mio libro chiamato la Via della salute, che già le mandai nell'anno scorso, in Napoli i librai già l'hanno tornato a ristampare. Quello, a mio parere, è un libro utilissimo ad ogni stato di persone, a preti, a monache ed a' secolari; ed io stesso continuamente me ne servo per me stesso e continuamente lo tengo avanti" (20).

Qualcuno potrebbe chiedere perché sant'Alfonso invece di 174 meditazioni (I e II parte) non ne stese 365 in corrispondenza dei singoli giorni dell'anno? Non sappiamo fornire una risposta adeguata. Però arguiamo che siasi orientato con le abitudini locali. Nelle diocesi napoletane era allora comune nei sabati la funzione vespertina col sermone mariano; nelle domeniche e molteplici feste precedute da novene soleva tenersi la predica: l'uno e l'altra supplivano la meditazione consueta letta in chiesa da un sacerdote.

Forse anche per concedere alle anime un respiro e non obbligarle a chiudersi in un metodo, si limitò a stendere 174 meditazioni e non 365. Opiniamo inoltre che la mole del libro ebbe il suo peso: 500 pagine in-12, in un sol tometto non ingombrante, gli sembravano giuste per i suoi ecclesiastici: un sesto maneggevole anche per gli artigiani.

 

2. DESCRIZIONE DELLE EDIZIONI DEL '700.

a. Edizione di Domenico 1766:

Via della salute (21) / Meditazioni, e Pratiche spirituali / per acquistare la Salute eterna. / Opera / dell'Illustriss. e Reverendiss. / D. Alfonso de' Liguori / Vescovo di S. Agata de' Goti, e Rettor / Maggiore della Ven. Congregazione / del SS. Redentore. / Divisa in tre Parti, / Nella I. Parte vi sono le Meditazioni per ogni / tempo dell'anno. Nella II. Parte vi son / le Meditazioni per diversi tempi particula /ri. Nella III. Parte vi è il Regola / mento di vita d' un Cristiano colla / pratica delle virtù. / Appresso vi sono le Considerazioni sovra / l'Amore di Gesù Cristo, chiamate / Saette di fuoco. Ed infine vi / è la Vita del P. D. Paolo / Cafaro. / In Napoli MDCCLXVI. / Presso Giuseppe di Domenico / con licenza de' Superiori. / (In-12; pp. XX-498).

I primi 10 ff. non numerati contengono: approvazione ecclesiastica e civile, con date inesatte, indice delle 3 parti e delle aggiunte.

Approvazione ecclesiastica:

Admodum Rev. D. Ioan. Baptista Gori S. Th. Professor, ac Lector in Palatio Archiepiscopali, et Curiae Archiep. Exam. Synod. revideat, et in scriptis referat. Datum Neapol. die 22 Aprilis 1765. Phil. Episc. Allif. V. G. Ioseph Sparanus Can. Dep.

Eminentiss. Princeps. Te iubente, Eminentiss. Princeps, summa animi voluptate legi opus inscriptum, Via della salute ecc. ab Illustris. Antistite Alphonso Maria de Liguori editum. Mira in eo opere elucet Auctoris eximii pietas, doctrina, et flagrantissimus salutis Animarum zelus, omnia cum Fidei, morumque Regulis optime consentiunt. Legentibus ad Chrisianae perfectionis iter festine arripiendum stimulos ingerit efficaces adeo, ut plurimum publica eiusdem operis editio ad aeternam vitam comparandam conducere videatur; ita sentio, tua accedente auctoritate. Neap. die 6 Martii 1766. Humillimus, et obsequentiss. Cliens Iohannes Baptista Gori. Attenta relatione Domini Revisoris, imprimatur. Datum Neap. die 6 Iulii 1765. Phil. Episc. Allif. V. G. Ioseph Sparanus Can. Dep.

Approvazione regia:

Admodum R. P. D. Caietanus Capycius Cler. Regul. in hac Regia Studiorum Universitate Professor revideat, et in scriptis referat. Datum Neapoli die 21 Ianuarii 1765. Nic. De Rosa Ep. Puteol. C. M.

S. R. M. Signore, Tra gli opuscoli di Mons. de Liguori Vescovo di S. Agata de' Goti a me commessi con vostro Real comando vi è l'opera, Via della salute ecc. perché sieno rivedute a potersi dare alla luce: ciò da me prontamente eseguito, nulla vi ritrovo che offenda il vostro Real diritto, non altro contenendo che le più salutevoli spirituali riflessioni. Perciò stimo potersi pubblicare, se altrimenti non si dispensa dalla M. V. di cui con ogni sommissione mi dico. Napoli SS. Apostoli li 12 Febraio 1766. Umilissimo Vassallo Gaetano Maria Capece.

Die 15 Mensis Aprilis 1765. Neapoli. Viso rescripto S. Regalis Maiestatis sub die 30 proximi elapsi mensis Martii 1765 ac Relatione Rev. P. D.

Caietani Capycii de commissione Rev. Regii Capellani Maioris ordine praefatae Regalis Maiestatis Regalis Camera S. Clarae providet, decernit, atque mandat quod imprimatur cum inserta forma praesentis supplicis libelli, ac approbatione dicti Rev. Revisoris; verum in publicatione servetur Regia Pragmatica: Hoc suum. Gaeta-Perrelli-Vargas-Maciucca. Illustriss. Marchio Citus, Praeses S. A. C. et Illustriss. Caput Aulae Fiori tempore subscriptionis impediti. Reg. fol. 118. Carulli-Athanasius (22).

Il testo delle 3 parti abbraccia pp. 392: le 97 meditazioni della I parte non hanno alcuna numerazione progressiva; così pure mancano di numero le 77 della II parte. Seguono 5 opuscoli: Saette di fuoco (pp. 393-443); Massime spirituali che dee tenere un cristiano (pp. 443-446); Aspirazioni d'amore a Gesù Cristo (pp. 446-448); Orazioni (pp. 448-449); Brevi notizie della vita del Rev. P. D. Paolo Cafaro (pp. 450-498).

Copia rara, forse unica, esistente a Sciacca (Agrigento) presso la biblioteca dei padri redentoristi.

b. Edizione Remondini 1766:

Via / della salute / Meditazioni, / e Pratiche spirituali, / per acquistare la salute eterna. / Opera / dell'Illustrissimo e Reverendissimo / D. Alfonso de' Liguori / Vescovo di S. Agata de' Goti, e Rettor / Maggiore della I. Parte vi sono le Meditazioni per ogni / tempo dell'anno. Nella II. Parte vi sono le / Meditazioni per diversi tempi particolari. Nel / la III. Parte vi è il Regolamento di / vita d' un Cristiano colla Pratica delle virtù. / Appresso vi sono le Considerazioni sopra / l'Amore di Gesù-Cristo, chiamate / Saette di Fuoco. / Ed in fine vi è la Vita / del P. D. Paolo Cafaro. / Nella stamperia di Bassano, MDCCLXVI. / A spese Remondini. / Con Licenza de' Superiori, e Privilegio. / (In 12; pp. XX-380).

I primi 10 ff. contengono l'indice generale e l'approvazione:

Noi Riformatori dello studio di Padova. Avendo veduto per la Fede di Revisione, e Approvazione del P. F. Filippo Rosa Lanzi Inquisitor Generale del Santo Officio di Venezia nel libro intitolato, Via della salute Meditazioni, e pratiche spirituali per acquistar la salute eterna, ecc. D. Alfonso de' Liguori ecc. stamp. non v' essere cosa alcuna contro la santa Fede Cattolica, e parimente per Attestato del Segretario nostro, niente contro Principi, e buoni costumi, concediamo licenza a Giov. Battista Remondini stampator di Venezia, che possa esser stampato, osservando gli ordini in materia di stampe, e presentando le solite copie alle pubbliche Librerie di Venezia, e di Padova. Dat. li 9 Maggio 1766 Angelo Contarini Proc. Rif. Andrea Tron Cav. Rif. Girolamo Grimani Rif. Registrato in Libro a carte 276, al num. 1746. Davidde Marchesani Segr.

Il testo da p. I a p. 301 è seguito dagli opuscoli: Saette di fuoco (pp. 302-339); Massime spirituali che dee tenere un cristiano (pp. 340-342); Aspirazioni d'amore a Gesù Cristo (pp. 343-344); Orazioni (pp. 344-345); Brevi notizie della vita del Rev. P. D. Paolo Cafaro (pp. 346-380). In fine è indicato: "Corretto da D. Francesco Gualtieri".

Un esemplare assai raro di questa edizione sta nella biblioteca del Seminario di Padova. Si conserva il parere autografo di Gaspare Gozzi (23), che rivide l'opera:

"Faccio fede io sottoscritto d'aver letto il libro stampato in Napoli intitolato: Via della salute: Meditazioni e pratiche spirituali per acquistare la salute eterna, ecc. d'Alfonso de Liguori e di non aver trovato in esso cosa alcuna contro Principi, né buoni costumi: 9 maggio 1766. Gozzi Publ. Rev." (24)

c. Edizione napoletana 1767:

Via della salute.... (come sopra). In Napoli MDCCLXVII.

Ristampa curata senza previa intesa con l'autore (25).

d. Edizione veneziana 1767:

Via della salute.... (come sopra). In Venezia MDCCLXVII. Con licenza de' Superiori (In-12, pp. 427).

Non è di Remondini: l'indice è collocato alla fine del libro. E' una ristampa fatta alla macchia; non si trova difatti elencata nel registro delle licenze concesse dai Riformatori dello studio di Padova.

e. Edizione Remondini 1773:

Via della salute.... (come sopra). In Bassano MDCCLXXIII. A spese Remondini di Venezia. Con licenza de' Superiori, e Privilegio. (In_12, pp. XX-380).

I primi 10 ff. contengono l'indice generale e l'approvazione dei Riformatori dello studio di Padova, accordata il 22 giugno 1773: Cosimo Mei fu il pubblico revisore e Sebastiano Menghetti il correttore autorizzato (26).

f. Edizione Stasi 1781:

Via della salute.... (come sopra). In Napoli MDCCLXXXI. Presso Michele Stasi e dal medesimo si vende a grana 25. Con licenza de' Superiori, e Privilegio. (In-12, pp. 456).

L'indice generale è sistemato in fine del libro (pp. 446-456).

g. Edizione Remondini 1784:

Via della salute..... (come nelle precedenti edizioni venete). In Bassano MDXXLXXXIV. A spese Remondini di Venezia. Con licenza de' Superiori, e Privilegio. (In-12, pp. 396).

È stata omessa la numerazione romana, benché l'indice generale stia al principio del libro; in fine si trova l'approvazione dei Riformatori concessa il 30 novembre 1783. Fu pubblico revisore Cosimo Mei; il priore Manfré diede il suo parere favorevole il 18 nov. 1783:

"Faccio fede io sottoscritto Prior attuale della Università de' Librai e Stampatori di aver veduto il libro dell'infrascritto stesso stampatore intitolato: Ligorio, Via della salute, ecc. e che la pubblicazione di esso non offende alcun Privilegio annotato ne' Registri della nostra Università. Gius. Remondini libraio di Venezia e stampatore di Bassano. Io Marc. Ant. Manfré Priore Attuale" (27).

Oltre queste edizioni ve ne saranno state certamente altre a causa delle richieste ininterrotte. Riteniamo che Stasi miser fuori almeno una altra ristampa, probabilmente nel 1772: nell'ottobre ne inviò 18 copie a Francesco Pezzana in Venezia, che vennero sequestrate dal deputato delle dogane Donadoni, perché già il libro edito da Remondini "in privilegio" (28). Il 19 dicembre Stasi ricuperò il carico e smaltì a Napoli gli esemplari: nel 1771 si era munito del "privilegio di stampa", ed è facile che l'anno seguente abbia ristampato la Via della salute (29).

Nel presente vol. X vengono tralasciate, oltre le Saette di fuoco incluse nel vol. I (pp. 335-370), le Massime spirituali che dee tenere un cristiano che saranno inserite nel vol. III, le Aspirazioni di amore a G. Cristo, collocate anche nel vol. I (pp. 393-394), le Brevi notizie della vita del p. P. Cafaro, che faranno parte del vol. VIII secondo i criteri dello stesso autore (30). Invece la Novena dello Spirito Santo, che venne inserita nel I volume (pp. 247-265), si trova qui, al suo posto, nella II parte.

 

3. CRITERI EDITORIALI

Per la restituzione del testo della Via della salute valgono, in linea di massima, le norme della Introduzione generale, integrate, quando occorre, da quelle dell'Apparecchio alla morte per la stretta dipendenza.

Come base è assunta la stampa di Stasi (1781), epurata dalle alterazioni evidenti. Questo tipografo napoletano si era formato un monopolio col "privilegio" (31). Sant'Alfonso, non potendosi servire di altre stamperie, fu costretto di far capo a lui, con passargli le eventuali correzioni. Pur subendolo non intese di approvare le particolarità grafiche che adottava. Ripetiamo anche qui che è uso del tutto stasiano, per esempio, "fatiga", "gastigo" per "castigo" e loro derivati verbali. Simili corruzioni testuali, introdotte dal gusto del curatore della stampa contro la maniera abituale dell'autore o avvenute per sbaglio, verranno eliminate sul confronto di antecedenti edizioni.

Conserva il suo valore la I ed. napoletana del di Domenico (1766), prossima all'autografo smarrito, accresciuto o diminuito sulle "striscie" non impaginate (32). Non conosciamo però la fase intermedia di redazione, che sarebbe stata interessantissima, per la perdita del documento. Ci è pervenuta la stampa nata sotto i vigili occhi dell'autore; nelle incerte varianti susseguenti fa da guida.

La I ed. remondiniana (1766) deriva dal testo napoletano, salvo eccezioni da individuarsi volta per volta. Parecchie varianti lessicali sono da attribuirsi agl'interventi non sempre ragionevoli dei correttori designati dai Riformatori dello studio di Padova. A Bassano venne generalmente scambiato il napoletanismo "confido a" con "confido in"; "Davide" dell'ed. napoletana venne sempre sostituito con "Davidde": questione forse di pronunzia. Presso il Vesuvio vigeva e vige il raddoppiamento nel vernacolo, mentre sulla laguna era sulla bocca del popolo e dei letterati (33).

Sant'Alfonso tollerava sino a un certo punto le minuzie che non incidevano sul contenuto; richiamava tuttavia Remondini su vari dettagli grammaticali e ortografici che rispondevano alla parlata comune (34).

Le successive edizioni remondiniane (1773-1784) non si discostarono dalla prima: il testo rimase statico come se fosse stereotipo.

Non è presa in considerazione la ristampa napoletana del 1767 uscita ad insaputa dell'autore; è invece collazionata la veneta dello stesso anno che, quantunque non autorizzata, è conforme al testo del di Domenico più di quello bassanese.

Poniamo le citazioni bibliche e patristiche latine del testo tra virgolette, con il titolo fra parentesi in corsivo. L'autore non adopera un sistema costante per i detti dei santi. Ci atteniamo alle alternative senza la pretesa di uniformare: una varietà del resto che non nuoce né all'estetica né al pensiero.

E' rispettata l'attenta interpunzione dell'autore, eccettuati i rari casi di insufficienza o di ridondanza: l'emendamento interviene solo nei punti insostenibili, risoluti con la sintetica e naturalmente assai funzionale grammatica del santo, e non a capriccio. Al loro luogo, quando si presentano, saranno affrontati altri problemi della filologia alfonsiana.

Sono lasciate cadere la maiuscole negli aggettivi e nei nomi comuni: nel '700 esisteva una libertà presso che incredibile. Mancava un accordo tra Napoli e Venezia circa il medesimo testo: un aggettivo, per esempio, si trova impresso maiuscolo a Napoli e minuscolo a Venezia; così per i sostantivi. Nella I med., punto 2: "terra" è maiuscola in di Domenico, minuscola in Remondini; "amicizia" (med. II, punto I) è maiuscola in di Domenico e minuscola in Remondini, mentre l'aggettivo che segue "divina" è maiuscola nei due testi.

L'autore preferiva l'apostrofo nell'incontro di vocali o di una vocale con l'h: nel testo remondiniano è radiato metodicamente, come sarà denunciato nell'apparato critico.

Le stampe posteriori alle suindicate ripetono materialmente o il testo napoletano o il remondiniano, guastandolo semmai con ritocchi poco intelligenti: non interessando un'ed. critica, non compaiono negli apparati.

 

4. SUCCESSO DEL LIBRO

Sant'Alfonso, scrivendo a Remondini il 24 dicembre 1769, classificava la Via della salute tra le sue opere che avevano riscosso "più applauso e smaltimento" (35). In un biennio 4 edizioni: due nel Regno di Napoli e due nella Repubblica di Venezia; due commissionate regolarmente e due tirate alla chetichella. I librai ci si buttarono su, constatando il comune gradimento ecclesiastico e popolare.

Nell'Ottocento si accelerò in Europa il ritmo delle ristampe, che sono ora curate persino oltre Oceano. M. De Meulemeester ci offre la statistica di 631 edizioni comparse nel 1766-1932: 41 nel testo originale, 303 in francese, 104 in tedesco, 77 in olandese, 33 in spagnolo, 29 in inglese, 26 in polacco, 6 in catalano, 4 in ceko, 3 in maltese, 2 in portoghese, 1 in latino, 1 in ungherese, 1 in ucraino (36). Con l'aggiunta di quelle rintracciate posteriormente e delle più recenti, la cifra sale a circa 700, col bilancio di 3-4 edizioni all'anno, in due secoli: un "best seller" ascetico indiscusso.

L'ultima ristampa italiana è uscita nel 1963 a Pescara (Edizioni Paoline); l'ultima versione ) è quella francese pubblicata nel 1951 in Canadà.

Il titolo non fu ideato da sant'Alfonso: preesisteva. Sul mercato librario della Francioa circolava sin dal 1655 una Voye du salut del p. Nicolò Du Sault, che Matteo Gherardelli trasportò in italiano: La via della salute per amore (Venezia 1660). In Polonia erano note due opere latine con l'identico titolo: Via ad salutem (1717 e 1724); nel 1760 comparve a Dillingen un' altra Via salutis (37), ecc.

Può essere che il santo, per la frequenza dell'ambiente gesuitico, abbia avuto notizia dei testi predetti e vi si sia ispirato. Egli, che non amava le intestazioni peregrine, l'adottò come fece per altri suoi scritti, trovando il titolo ovvio, ricco di significato nella brevità e, nello stesso tempo, attraente.

Nella I parte seguì una specie di ciclo settimanale con l'immancabile meditazione su Gesù Crocifisso, per il venerdì; nella II piuttosto quello festivo o ecclesiastico. Ciascuna meditazione termina con la invocazione della Madonna, che figura come la firma dell'autore.

Il materiale non è originale, se intendiamo concetti nuovi: come abbiamo indicato, le fonti dirette o indirette della Via della salute sono nel complesso quelle delle Glorie di Maria, dell'Amore dell'anime, della Novena del santo Natale, dell'Apparecchio alla morte, ecc. I temi delle massime eterne provengono in quanto al contenuto dagli scrittori gesuiti più classici, ma riandati da sant'Alfonso con la propria riflessione e rivissuti nel proprio spirito. Era in lui vibrante il senso della vita eterna, congiunto a realistica minuzia psicologica.

Il libro è nuovo, se è lecito esprimerci così, nel tono. Il testo spigliato, denso di "affetti e preghiere", non ostante le molte ripetizioni e fogge arcaiche continua ad avvincere con la sua dizione dimessa. Per l'interiore persuasione, di cui è riboccante, non ha perduto il mordente ed è tuttora desiderato da quanti amano mettersi in contatto con Dio. L'anima cristiana meditando deve piuttosto ascoltare che speculare.

Meno concettoso dello Spinola e del da Ponte, meno teologizzante dell'Olier, meno fiorito di san Francesco di Sales, sant'Alfonso ha nella sobrietà e chiarezza della Via della salute una certa potenza espressiva, che scuote la coscienza, confermandola nel bene o avviandovela con durevoli frutti. Come nell'Apparecchio alla morte l'autore mostra anche in questo scritto disposizione narrativa e limpidità d'invenzione tipicamente settecentesche senza tuttavia calcare le tinte cupe.

Per questi pregi il libro, lodato dal Fornari (38), resiste tra tantissimi omogenei che sono caduti, sebbene sorti in tempi a noi più vicini.

Coloro che non cercano balzi alla intelligenza o tuffi al cuore, ma intendono pregare, tornano a queste pagine, che donano un nutrimento vitale alla pietà cristiana.

Sant'Alfonso, missionario della gente umile e pastore delle anime, non attenua né invernicia in questi scritti devoti il messaggio della salvezza. Come riflette De Luca (39), egli libera l'orazione mentale da schemi troppo razionali e sviluppi filosofici; la decongestione. Suggerisce un tema, ricavato dalle sacre Scritture o da un autore ecclesiastico, e lo commenta con la familiarità affettuosa di un maestro elementare senz' apparati critici. Ma tema e sentimento creano una linea melodica purissima e vivissima, che senza divagare porta anche la massaia e l'artigiano all'amore di Dio. A questa meta va diritto senza scalo. Il letterato vuol sapere più che amare; cerca un riposo contemplativo nelle realtà soprannaturali più che modificare se stesso. A tale categoria sant'Alfonso può apparire un primitivo: egli lo sapeva e non cambiò rotta per restare fedele al suo compito di scrittore popolare.

Queste meditazioni, orlate di temi preferiti e concetti ricorrenti, svelarono la saggezza alfonsiana al celebre p. Olivaint (m. 1871). Il b. Giovanni Nepomuceno Neumann (m. 1860), operosissimo vescovo di Filadelfia, nel tradurre in tedesco la Via della salute osservava soddisfatto: "Mi fa tanto bene, perché mi richiama continuamente al pensiero di Dio e delle grandi verità eterne". (40).

In realtà non contengono un'ascetica di accatto come parrebbe a qualche spirito immaturo, bramoso di idee spumeggianti e di indirizzi nuovi. Sant'Alfonso riguarda l'ascesi come sinonimo di vita soprannaturale innestata al mistero cristologico. Agli antipodi di un pelagianismo attivistico, come pure di un pessimismo radicale, si muove con equilibrio e buon senso tra i due scogli. Impegna il lettore in una feconda tensione escatologica per acclimatarlo al di là delle periture frontiere terrestri. I novissimi, difatti, nella I parte risuonano come un motivo di fondo con la forza della tradizione cristiana: non sono repliche scialbe e stucchevoli. Nutrono il laico e il religioso, tenendo la coscienza all'erta per ribattere le insidie risorgenti: sottolineano la penitenza interiore quale condizione efficace di collaborazione alla grazia.

L'autore, a cui erano ben note talune componenti dell'anima popolare contemporanea, si esprimeva nel sentire devoto settecentesco, che non era in ultima analisi la ricerca dell'orrore mortuario-infernale. C'è da sospettare che adoperando un linguaggio differente non sarebbe stato inteso e seguito così favorevolmente. E crediamo che l'uomo di oggi inquieto non ha meno bisogno delle verità di salvezza dell'uomo di ieri immerso nella stagione dell'Arcadia e dei "lumi".

Il p. Santonicola narra che durante una predicazione del 1934 un professore gli confidò: "Dacché ho cominciato a leggere e meditare un libro di sant'Alfonso, sono tutt'altro". Il missionario domandò "Qual'è?" E quegli: "La Via della salute. Quanto mi è caro! Mi confesso ogni settimana, faccio la mia meditazione giornaliera. Ho proposto questo libro e fatto acquistare da altri, che provano un simile effetto" (41). E questa non è pietà acritica e pioneristica!

È uno dei più bei libri spirituali usciti dopo la crisi quietista che aveva diffuso tra gli scrittori un senso di timidità, di secco ascetismo e di "terne piété", come scrisse il p. De Guibert (42).

A proposito della traduzione canadese L'Ami du Clergé rilevava:

"Le saint s' y montre avec le souci d' assurer la conversion, puis la perseverance du pécheur et de provoquer en lui les progrès dans l'amour et le service de Dieu..... Il y a donc là tout un itineraire de vie spirituelle, conduisant l'âme des hombres du péché jusqu' aux plus lumineux sommets de la sanctificatin. Saint Alphonse, qui savait combien mouvante est la volontà humaine, s' est appliqué dans la I partie, à enfoncer de solides pilotis pour l'affermir. Il n' est pas sûr qu' en prétéritant ce travail pénible pour jeter d' emblée les âmes, sans une serieuse ascèse, vers l'enivrement de l'amour pur, la spiritualité contemporaine ne s' expose pas à quelques déboires. On les évitera en prenant pour guide la formation à la sainteté que donne dans ce libre le psichologue expérimenté, le docteur de la grâce et de la prière et le grand saint que fut le fondateur des Rédemptoristes" (43).

Principalmente a questa opera può applicarsi quanto disse Paolo Brezzi: "Se san Francesco di Sales aveva portato la santità a contatto del mondo civile, sant'Alfonso la fece scendere fino al popolo, senza sminuirla nella sua essenza, ma facilitandone al massimo l'intelligenza e divulgandone la pratica" (44).

 

ORESTE GREGORIO, Opere Ascetiche di S. Alfonso, edizione critica, vol. X, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1968, pp.XIII-XXIX

______________

(1) S. ALFONSO, Lettere, II, 16. Sin dal 1734 consigliava suor M. Giovanna della Croce: "Nell'orazione veda dove più senta tirarsi e quello mediti, e poi spenda il tempo a fare atti di amore a Gesù e a Maria ed a cercargli grazie" (ivi, I, 43).

(2) Allude alla II parte della Visita al SS. Sacramento, in cui collocò l'Amor delle anime (Napoli 1751). Per una idea più ampia vedi il vol. II di questa collezione Del gran mezzo della preghiera, Roma 1962, 40-41, 209-10, 216-17, ecc.

(3) S. ALFONSO, Lettere, II, 163. Vedi anche l'Avvertimento che precede la Vera sposa di G. Cristo; Op. Ascetiche, XIV, 9-10: "Nell'altre scienze umane la cognizione produce l'amore, ma nella scienza de' santi per contrario l'amore produce la cognizione: chi più ama Dio, più lo conosce. Oltreché non già le cognizioni, ma gli affetti son quelli che propriamente a Dio uniscono e ci fan ricchi di meriti per la vita eterna".

(4) LUIGI DE LA PUENTE, Meditazioni sopra i principali misteri della Passione di N. S. Gesù Cristo e della B. Vergine Maria e dei Santi e Vangeli correnti, Roma 1620, in 6 parti (trad. dallo spagnuolo). FABIO AMBROGIO SPINOLA, Meditazioni sopra la vita di N. Signore, I (dalla I dom. di avvento alla SS. Trinità), Genova 1652; II (dalla Trinità all'avvento), Genova 1653; III (feste di M. Vergine e dei santi), Genova 1655. Nel 1760 uscì dalla tip. di Remondini il Compendio delle meditazioni di Spinola.

(5) Arch. di Stato di Napoli, Monasteri soppressi, vol. 4231: Regola, Instruttioni Usi e Decreti respettivamente da osservarsi da tutta la Congregatione de' Pii Operari..... divisi in 4 parti, nell'anno 1709, parte III, c. I. Vedi Lettere spirituali scritte dal p. A. CHEROFINI ad alcune persone sue penitenti, Roma 1793: l'oratoriano Alberto Cherofini (m. 1787) raccomandava ad un' anima il 17 marzo 1755: "Vi ricordo che oltre al maggior raccoglimento, silenzio e mortificazione vi avete da occupare nella cognizione del gran mistero dell'Incarnazione servendovi delle meditazioni del P. da Ponte nel II tomo, o di quelle del P. Spinola sull'istesso sogetto per capire in qualche maniera con tal mezzo l'infinita bontà e carità di Dio verso di voi e la sua infinita umiliazione" (p. 164; vedi pure pp. 128, 284, 330).

(6) A proposito del "Ristretto" attribuito erroneamente al redentorista Leopoldo Stix (1817-1883) cfr. MB, II, 409 e III, 390; DE BACKER, Bibliothéque des écrivains de la Comp. de Jésus, III, Liège 1856, 698.

(7) A. RODRIGUEZ, Esercizio di perfezione, tr. V, c. II, n. 3.

(8) G. LERCARO, Metodi di orazione mentale, Genova 1948, 110. A p. III scrive: "Ed è proprio questa importanza data alla preghiera di petizione che caratterizza, più di ogni altro elemento, il metodo di sant'Alfonso".

(9) E. BOMINGHAUS, Maria nella Rivelazione, in Mariologia, I, Torino 1952, 281 (traduzione dal tedesco).

(10) O. GREGORIO, La diocesi di S. Agata dei Goti com' era ieri e com' è oggi, in Spic. hist. C. SS. R., XI (Roma 1961) 547-555.

(11) MB, I, 132-133 divide inesattamente in 4 parti la Via della salute.

(12) Sant'Alfonso aggiunse il Regolamento di vita anche in fine dl Gran mezzo della preghiera (Napoli e Venezia 1759), ch' eliminò nelle ristampe successive.

(13) (G. SARNELLI), La via facile, e sicura del paradiso, tomo II, Aggiunta; Roma 1738, 83-132: "Regole, atti ed esercizi divoti". Sarnelli indica al cristiano ciò che deve praticare ogni giorno, settimana, mese ed anno, mettendo l'accento sulle preghiere; sant'Alfonso insiste maggiormente sull'esercizio delle virtù.

(14) Vedi in fine della III parte della Selva di materie predicabili (Napoli 1760, pp. 611 ss.); Vera sposa di G. Cristo (t. II, Napoli 1761, pp. 363 ss.).

(15) Cfr. IG, 212 ss.

(16) Elisabetta Cozzoli, madre del ven. servo di Dio p. Emmanuele Ribera (1811-1874) e discepola di san Vincenzo Pallotti, sapeva a memoria le meditazioni del Navarra e le consigliava agli altri.

(17) (A. TANNOIA), Della vita ed istituto del ven. servo di Dio Mons. Alfonso Liguori, II, Napoli 1800, 334: altre edd., l. III, c. 63.

(18) S. ALFONSO, Lettere, III, 280.

(19) Ivi, 281.

(20) Ivi, 308.

(21) L'articolo "la" preposto a Via della salute in ristampe moderne non è autentico; vedi per esempio l'ed. paolina (Alba 1931).

(22) Pensiamo che 1766 sia un errore di stampa: invece di "martii 1766" dovrebbe leggersi "maii 1765"; invece di "febr. 1766" "feb. 1765". Il libro era già in commercio a marzo del 1766.

(23) Cfr. O. GREGORIO, Gaspare Gozzi revisore di un Santo, in Ecclesia, XV (1956) 68.

(24) Arch. di Stato di Venezia, Riformatori dello studio di Padova, Filza 341, Registro di Mandati di licenze per stampe: 1759-1768.

(25) S. ALFONSO, Lettere, III, 308.

(26) Arch. di Stato di Venezia, Riformatori dello studio di Padova, Filza 319, n. 1069.

(27) Ivi, n. 941.

(28) Ivi, Filza 356, Fogli licenziati e fermati nelle dogane: 29 ottobre 1772.

(29) IG, 83.

(30) IG, 57.

(31) IG, 83.

(32) S. ALFONSO, Lettere, III, 356.

(33) S'incontra "Davidde" anche in altre stampe settecentesche uscite a Venezia: vedi le Rime di G. Zappi e di Faustina Maratti, p. II, Venezia 1784 10, presso Gaspare Storti.

(34) IG, 46 ss.

(35) S. ALFONSO, Lettere, III, 373.

(36) MB, I, 336.

(37) IG, 216.

(38) Ab. VITO FORNARI (1821-1900), Dell'arte del dire, l. II, lez. XXIII; I, Torino 1936, 351: "Da ultimo, per non dilungarmi di troppo, anche a tempo de' nostri avi; quando la scienza più codarda che si possa pensare, la quale non credeva se non che nella più grossolana materia; a tempo, dico, de' nostri avi fu qui tra noi Alfonso de Liguori, scrittore di meditazioni religiose di tanta dolcezza e ingenuo candore, che non si può desiderar più oltre. Oh! quanti, se per avventura venissero loro udite queste parole, si riderebbero di nostra sciocchezza, che discorrendo di lettere, non sappiamo fingerci ignoranti o disprezzatori di uomini e cose spirituali".

(39) G. DE LUCA, S. Alfonso il mio maestro di vita cristiana, Alba 1963, 95.

(40) N. FERRANTE, Il beato Giov. Nepom. Neumann, Roma 1963, 135; vedi pure 146 e 255.

(41) A. SANTONICOLA, S. Alfonso e l'Azione cattolica, Pompei 1939, 451.

(42) J. DE GUIBERT, La spiritualité de la Comp. de Jésus, Roma 1953, 409.

(43) Cfr. L'Ami du Clergé, 62 (1952) 624.

(44) P. BREZZI, Breve storia del Cristianesimo, p. III, c. 2; Napoli 1957 (2), 255 ss.

 

 

 




Precedente - Successivo

Copertina | Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

IntraText® (V89) © 1996-2006 EuloTech