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S. Alfonso Maria de Liguori Via della salute IntraText CT - Lettura del testo |
MED. I. L'AMORE È FUOCO, CHE INFIAMMA
Ordinò Iddio nell'antica Legge che nel suo altare continuamente ardesse il fuoco: "Ignis in altari meo semper ardebit" (Levit. 6. 12).1
Dice S. Gregorio2 che gli altari di Dio sono i nostri cuori, ov'egli3 vuole che sempre arda il fuoco del suo divino amore. E perciò l'Eterno Padre non contento di averci donato Gesu-Cristo suo Figlio, affinché ci salvasse colla sua morte, volle donarci ancora lo Spirito Santo, acciocché abitasse nell'anime nostre, le tenesse continuamente accese di carità. E Gesù medesimo si protestò che appunto per infiammare i nostri cuori di questo santo fuoco, egli era venuto in terra, e ch'altro4 non desiderava che di vederlo acceso: "Ignem veni mittere in terram, et quid volo, nisi ut accendatur?"(Luc. 12. 49). Per tanto egli scordato dell'ingiurie e ingratitudini ricevute in questa terra dagli uomini, salito in cielo c'inviò5 lo Spirito Santo.
O Redentore amantissimo, dunque così nelle vostre pene ed ignominie, come nelle vostre glorie voi sempre ci amate?
Quindi lo Spirito Santo volle apparire nel Cenacolo in forma di lingue di fuoco: "Et apparuerunt illis dispertitae linguae tamquam ignis" (Actor. 2).6 E perciò la santa Chiesa ci fa pregare: "Illo nos igne, quaesumus Domine, Spiritus inflammet, quem Dominus Iesus Christus misit in terram, et voluit vehementer accendi".7 Questo poi è stato quel santo fuoco, che ha accesi i santi a far gran cose per Dio: ad amare i nemici, a desiderare i disprezzi, a spogliarsi di tutti i beni terreni e ad abbracciare con allegrezza anche i tormenti e la morte. L'amore non sa stare ozioso, e non dice mai basta. Un'anima che ama Dio, quanto più fa per l'amato, più desidera di fare, affin di dargli gusto e di tirarsi il suo affetto. Questo santo fuoco si accende nell'orazione mentale. "In meditatione mea exardescet ignis" (Psalm. 38).8 Se dunque desideriamo di ardere d'amore verso Dio, amiamo l'orazione; questa è la beata fornace, dove si accende questo divino ardore.
Affetti e preghiere
Mio Dio, sinora non ho fatto niente per voi, che avete fatte tante gran cose per me. Oimè che la mia freddezza troppo v'incita9 a vomitarmi. Deh Spirito Santo, "fove quod est frigidum",10 liberatemi da questa mia freddezza, ed accendete in me un gran desiderio di darvi gusto. Io ora rinunzio ad ogni mia soddisfazione, e mi eleggo prima la morte che darvi un minimo dispiacere. Voi compariste in vista di lingue di fuoco; io vi consagro la mia lingua, acciocch'ella11 più non v'offenda. Oh Dio! Voi me l'avete data per lodarvi, ed io me ne son servito per oltraggiarvi e tirare anche gli altri ad offendervi! me ne dispiace con tutta l'anima mia.
Deh per l'amore di Gesu-Cristo, che in sua vita tanto vi onorò colla sua lingua, fate che anche io d'oggi innanzi vi onori sempre con recitar le vostre lodi, con invocarvi spesso in aiuto e con parlare della vostra bontà e dell'amore infinito, che voi meritate. V'amo,12 mio sommo bene, v'amo, o Dio d'amore.
O Maria, voi siete la sposa più cara dello Spirito Santo, impetratemi voi questo santo fuoco.