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S. Alfonso Maria de Liguori
Virtù e pregi di S. Teresa

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Frutto

Sia il frutto di questa considerazione ringraziare sempre il Signore colla santa di aver dato anche a noi il gran dono della fede, con averci fatti figli della santa chiesa, da cui stan fuori tanti milioni d'anime forse meno ree di noi colla giustizia di Dio.

Circa poi il dono maggiore di tutti i doni che Gesù ci ha lasciato nel sacramento dell'altare lasciandoci tutto se stesso e per cibo e per compagno e per pastore, pratichiamo quel bel documento che la s. madre rivelò dal cielo ad un'anima: «Quelli del cielo e quelli della terra dobbiamo essere una stessa cosa nella purità e nell'amore; noi godendo e voi patendo. E quello che noi facciamo qui in cielo colla divina essenza, dovete far voi in terra col ss. sagramento. E questo dirai a tutte le mie figliuole». Ci lasciò di più scritto in ordine all'amore e tenera divozione al nostro Gesù sagramentato: «Procuriamo di non allontanarci dal nostro pastore né perderlo di vista; perché le pecorelle che stanno vicino al lor pastore sempre sono più accarezzate e più regalate, e sempre dà loro qualche bocconcino più particolare di quello ch'egli stesso mangia. Se avviene che 'l pastore dorma, la pecorella non s'allontana, finché si desti il pastore o ella lo svegli; ed allora con nuovi regali vien da quello accarezzata».

S. Filippo Neri, quell'altro serafino d'amore, quando vide entrare il suo Gesù per viatico nella sua stanza, altro non seppe dire, che ardendo d'affetto: Ecco l'amor mio, ecco l'amor mio. Così ancor noi quando vediamo che nella comunione ci vien all'incontro il re e sposo delle anime nostre, diciamogli pure: Ecco l'amore, ecco l'amore. E sappiamo che così vuol essere chiamato il nostro Dio: Deus caritas est. Non solo amante, ma di più amore, per darci ad intendere che siccome non può darsi un amore che non ami, così egli è una bontà di tal natura amante che non può vivere senza amare le sue creature.




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