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S. Alfonso Maria de Liguori Glorie di Maria IntraText CT - Lettura del testo |
§ 2. - Quanto è potente Maria in difendere chi l'invoca nelle tentazioni del demonio.
Non solo Maria SS. è regina del cielo e de' santi, ma ben anche dell'inferno e de' demoni, per averli ella valorosamente sconfitti colle sue virtù. Già sin dal principio del mondo predisse Dio al serpente infernale la vittoria e l'impero, che avrebbe ottenuto sopra di lui la nostra regina, allorché annunziò che sarebbe venuta al mondo una donna, la quale l'avrebbe vinto: Inimicitias ponam inter te et mulierem... ipsa conteret caput tuum (Gen. III, 15). E chi mai fu questa donna sua nemica, se non Maria, che colla sua bella umiltà e santa vita sempre lo vinse ed abbattè le sue forze? Mater Domini Iesu Christi in illa muliere promissa est, attesta S. Cipriano. E
perciò riflette che Dio non disse pono, ma ponam, ne ad Hevam pertinere videatur.1 Disse, porrò inimicizia tra te e la donna, per significare che questa sua debellatrice non era già Eva allora vivente, ma doveva essere un'altra donna da lei discendente, che dovev'a' nostri progenitori apportare maggior bene, dice S. Vincenzo Ferreri, che non era stato già quello, ch'essi avevano perduto col lor peccato: Parentibus primis Virginem ab ipsis processuram, quae afferret maius bonum, quam ipsi perdiderunt (Serm. 2, de Nat. Virg.).2 Maria dunque è stata questa gran donna forte, che ha vinto il demonio e gli ha schiacciato il capo con abbattere la sua superbia, come il Signore soggiunse: Ipsa conteret caput tuum. Dubitano alcuni se queste parole si riferiscano a Maria oppure a Gesù Cristo, poiché i Settanta voltano: Ipse conteret caput tuum. Ma nella nostra Volgata - che solamente abbiamo come approvata di fede dal Concilio di Trento3 - sta Ipsa e non Ipse; e così l'hanno inteso S. Ambrogio, S. Girolamo, S. Agostino, S. Giovanni Grisostomo ed altri moltissimi.4 Sia però come si
voglia, è certo che o il Figlio per mezzo della Madre, o la Madre per virtù del Figlio ha disfatto Lucifero: sicché il superbo a suo dispetto è restato poi conculcato ed abbattuto da questa Vergine benedetta, dice S. Bernardo. Onde come schiavo in guerra vinto, è forzato sempre ad ubbidire a' comandi di questa regina: Sub Mariae pedibus conculcatus et contritus miseram patitur servitutem (S. Bern., serm. in Sig. magn.).5 Dice S. Brunone che Eva con farsi vincere dal serpente ci apportò la morte e le tenebre; ma la B. Vergine con vincere il demonio ci apportò la vita e la luce: In Heva mors et caligo; in Maria vita consistit et lux. Illa a diabolo victa est, haec diabolum vicit et ligavit (Ap. Scala Franc., p. 4, cap. 10).6 E lo legò in modo che non può muoversi il nemico a far minimo danno a' suoi divoti.
È bella la spiega7 che fa Riccardo di S. Lorenzo a quelle parole de' Proverbi: Confidit in ea cor viri sui, et spoliis non indigebit (Prov. XXXI, [11]). Spiega Riccardo: Confidit in ea cor viri sui, scilicet Christi. Et spoliis non indigebit; ipsa enim quasi ditat sponsum suum, quibus spoliat diabolum.8 Dio ha
fidato in mano di Maria il Cuore di Gesù, acciocché sia sua cura di farlo amare dagli uomini, come spiega Cornelio.9 Ed in tal modo non gli mancheranno spoglie, cioè acquisti d'anime; poich'ella l'arricchisce d'anime, di cui spoglia l'inferno, salvandole da' demoni col suo potente aiuto.
Già si sa che la palma è il segno delle vittorie; perciò la nostra Regina è stata collocata in alto trono a vista di tutti i potentati, come palma in segno della vittoria sicura, che si possono promettere tutti quelli, che si pongono sotto il suo patrocinio: Quasi palma exaltata sum in Cades (Eccli. XXIV, 18). Scilicet ad defendendum, come soggiunge il B. Alberto Magno.10 Figli, par che dica a noi con queste parole Maria, quando il nemico vi assalta, ricorrete a me, guardate me e fate animo; perché in me, che vi difendo, guarderete insieme la vostra vittoria. Sicché il ricorrere a Maria è un mezzo sicurissimo per vincere tutte le infestazioni dell'inferno. Mentr'ella, dice S. Bernardino da Siena, anche dell'inferno è regina, e signora de' demoni, essendo quella che li doma ed abbatte: Beata Virgo dominatur in regno inferni. Dicitur igitur Domina daemonum, quasi domans daemones (Serm. 3, de glor. nom. Mar.).11 E perciò Maria vien chiamata terribile contro le potestà dell'inferno, come un esercito ben ordinato: Terribilis
ut castrorum acies ordinata (Cant. VI, 3). Acies ordinata, poiché sa ben ella ordinare la sua potenza, la sua misericordia, e le sue preghiere a confusione de' nemici e a beneficio de' suoi servi, che nelle tentazioni invocano il suo potentissimo soccorso.
Ego quasi vitis fructificavi suavitatem odoris (Eccli. XXIV, 23). Io come vite, le fa dire lo Spirito Santo, ho dati frutti di soave odore. Aiunt, soggiunge S. Bernardo in questo passo, de florescentibus vitibus omne reptile venenatum excedere loco (Serm. 60, in Cant.).12 Conforme dalle viti fuggono tutti i serpenti velenosi, così fuggono i demoni da quelle anime fortunate, in cui sentono l'odore della divozione a Maria. - Perciò ella anche si chiama cedro: Quasi cedrus exaltata sum in Libano (Eccli. XXIV, 17). Non solo perché, come il cedro è libero dalla corruzione, così Maria fu illesa dal peccato; ma anche perché, dice Ugon cardinale su detto luogo, come il cedro col suo odore mette in fuga i serpenti, così Maria colla sua santità mette in fuga i demoni: Cedrus odore suo fugat serpentes, et B. Virgo daemones.13
Nella Giudea per mezzo dell'arca si ottenevano le vittorie. Così Mosè vinceva i nemici: Cumque elevaretur arca, dicebat Moyses: Surge, Domine, et dissipentur inimici tui (Num. X, 35). Così fu vinta Gerico, così vinti i Filistei: Erat enim ibi arca Dei (I Reg. XIV, 18). Già è noto che quest'arca fu figura di Maria: Arca continens manna, idest Christum, est B. Virgo, quae victoriam contra homines et daemones largitur (Cornel. a Lap.).14 Siccome nell'arca si trovava la manna, così in Maria si trova Gesù, di cui parimente fu figura la manna; e per mezzo di quest'arca si dona la vittoria contra i nemici della terra e dell'inferno. Onde dice S. Bernardino da Siena che quando Maria, arca del Nuovo Testamento, fu innalzata ad essere regina del cielo, restò allora indebolita ed abbattuta
la potenza dell'inferno sopra gli uomini: Quando elevata fuit Virgo gloriosa ad caelestia regna, daemonis potentia imminuta est et dissipata (Tom. 3, de B.V. Serm. 11).15
Oh quanto tremano di Maria e del suo gran nome i demoni dell'inferno, dice S. Bonaventura: O quam tremenda est Maria daemonibus! (Spec. Virg., c. 3).16 Il santo paragona questi nemici a quelli di cui parla Giobbe, e dice che: Perfodit in tenebris domos... Si subito apparuerit aurora, arbitrantur umbram mortis (Iob, XXIV, 16, [17]). I ladri nelle tenebre vanno a rubar le case, ma se ivi apparisce l'aurora, fuggono come se loro apparisse l'immagine della morte. Così appunto dice S. Bonaventura che i demoni entrano nell'anima in tempo che l'anima sta oscurata dall'ignoranza: Perfodiunt in tenebris ignorantiae domos mentium nostrarum. Ma poi soggiunge: Si subito supervenerit aurora, idest Mariae gratia et misericordia, sic fugiunt, sicut omnes fugiunt mortem (S. Bon., in Spec. Virg.).17 Subito che nell'anima viene la grazia e la misericordia di Maria, questa bella aurora discaccia le tenebre e mette in fuga i nemici infernali da quella come dalla morte. Oh beato chi sempre nelle battaglie coll'inferno invoca il bel nome di Maria!
In conferma di ciò fu rivelato a S. Brigida (Serm. Ang., cap. 20) che Dio ha fatta così potente Maria sopra tutti i demoni, che quante volte essi assaltano un divoto della Vergine, che
dimanda il suo aiuto, ad un cenno di lei subito atterriti se ne fuggon lontano; contentandosi più presto che lor si raddoppino le pene, che di vedersi da Maria colla sua potenza così dominati: Super omnes etiam malignos spiritus ipsam sic potentem effecit, quod quotiescumque ipsi hominem Virginis auxilium implorantem impugnaverint, ad ipsius Virginis nutum illico pavidi procul diflugiunt; volentes potius suas poenas multiplicari, quam eiusdem Virginis potentiam super se taliter dominari (Loc. cit.).18
Sulle parole con cui lo Sposo divino lodò questa sua amata Sposa, quando la chiamò giglio, e disse che come il giglio è tra le spine, così era questa sua diletta tra tutte l'altre sue figlie: Sicut lilium inter spinas, sic amica mea inter filias (Cant. II, 2); riflette Cornelio in detto luogo e dice: Sicut lilium valet inter serpentes et venena, sic B. Virginis invocatio singulare est remedium in omni tentatione, praesertim libidinis, ut experientia constat:19 Come è rimedio il giglio contro i serpi e i veleni, così l'invocazione di Maria è rimedio singolare a vincere tutte le tentazioni, specialmente d'impurità, siccome comunemente l'esperimentano quelli che lo praticano.
Diceva S. Giovanni Damasceno: Insuperabilem spem tuam habens, o Deipara, servabor. Persequar inimicos meos, solam habens ut thoracem protectionem tuam et omnipotens auxilium tuum (In Annunc. Dei Gen.).20 E lo stesso può dir ciascuno
che gode la sorte d'essere servo di questa gran Regina: O Madre di Dio, se spero in voi, certamente non sarò vinto, poiché difeso da voi io inseguirò i miei nemici, ed opponendo loro come scudo la vostra protezione e 'l vostro aiuto onnipotente, sicuramente li vincerò. Poiché dice Giacomo monaco, dottore tra' PP. Greci, (or. in Nat. Deip.) parlando di Maria col Signore: Tu arma omni vi belli potentiora, trophaeumque invictum praestitisti:21 Voi, Signor mio, ci avete data questa Madre per un'arma potentissima da vincere sicuramente tutti i nostri nemici.
Si narra nell'Antico Testamento che il Signore guidava il suo popolo dall'Egitto alla terra promessa nel giorno con una colonna di nube e nella notte con una colonna di fuoco: Per diem in columna nubis et per noctem in columna ignis (Exod. XIII, 21). In questa colonna, or di nube or di fuoco, dice Riccardo di S. Lorenzo che fu figurata Maria e i due offici ch'ella esercita continuamente a nostro bene: come nube ci protegge dall'ardore della divina giustizia, e come fuoco ci protegge da' demoni: Ecce duo officia ad quae data est nobis Maria; scilicet ut nos protegat a calore solis iustitiae, tamquam nubes, et tamquam ignis, ut omnes nos protegat contra diabolum (Lib. 7, de laud. Virg.).22 Fuoco, mentre soggiunge S. Bonaventura che siccome la cera si liquefa alla faccia del fuoco, così i demoni perdono le forze con quell'anime che spesso si ricordano del nome di Maria e divotamente l'invocano, e tanto più se cercano d'imitarla: Fluunt sicut cera a facie ignis, ubi inveniunt crebram huius nominis recordationem, devotam invocationem, sollicitam imitationem (S. Bon., in Spec.).23
Oh come tremano, afferma S. Bernardo, i demoni al sentire solamente proferire il nome di Maria: In nomine Mariae omne genu flectitur; et daemones non solum pertimescunt, sed, audita hac voce, contremiscunt (Serm. sup. Miss.).24 Conforme gli uomini, soggiunge Tommaso de Kempis, (Lib. 4, ad Nov.) cadono a terra per timore, allorché un tuono dal cielo cade lor vicino, così cadono abbattuti i demoni al sentir nominare Maria: Expavescunt caeli reginam spiritus maligni et diffugiunt, audito nomine eius, velut ab igne. Tamquam tonitruum de caelo factum sit, prosternuntur ad sanctae Mariae vocabulum.25 Ed oh quante belle vittorie di questi nemici han riportato i divoti di Maria col suo santissimo nome! Così li vinse S. Antonio di Padova,26 così il B. Enrico Susone,27 così tanti
altri amanti di Maria. Si sa dalle relazioni delle missioni del Giappone che ivi ad un certo cristiano una volta comparvero molti demoni in forma di feroci animali a spaventarlo e minacciarlo; ma egli disse lor così: «Io non ho armi di cui possiate voi temere; se vel permette l'Altissimo, fate di me quel che vi piace. Del resto adopro in mia difesa i dolcissimi nomi di Gesù e di Maria.» Così disse appena, ed ecco che al suono de' tremendi nomi si aprì la terra, e precipitarono quei spiriti superbi.28 E S. Anselmo attesta per sua esperienza di aver veduto ed inteso molti che al nominare Maria subito sono stati liberati da' pericoli: Saepe vidimus et audivimus plurimos homines in suis periculis nominis recordari Mariae, et illico omnis periculi malum evasisse (S. Ans., de Exc. Virg., c. 6).29
Gloriosum et admirabile est nomen tuum, o Maria; qui illud retinent non expavescunt in puncto mortis; nam daemones audientes hoc nomen Mariae, statim relinquunt animam (S. Bonaventura, in Psalt. B.V.):30 Troppo glorioso, o Maria,
ed ammirabile è il vostro gran nome: quelli che si ricordano di nominarlo in punto di morte, non temono di tutto l'inferno; poiché i demoni in sentir nominare Maria subito abbandonano l'anima. Ed aggiunge il santo che non si teme così da' nemici in terra un grande esercito d'armati, come temono le potestà dell'inferno il nome di Maria e la sua protezione: Non sic timent hostes visibiles castrorum multitudinem copiosam, sicut aereae potestates Mariae vocabulum et patrocinium.31 Voi Signora, dice S. Germano, colla sola invocazione del vostro potentissimo nome rendete sicuri i vostri servi da tutti gli assalti del nemico: Tu hostis contra servos tuos invasiones, sola tui nominis invocatione tutos servas (Serm. de Zona Virg.).32 Oh se i Cristiani stessero attenti nelle tentazioni ad invocare con confidenza il nome di Maria, è certo che non mai caderebbero. Sì, perché dice il B. Alano che al tuono di questo gran nome fugge il demonio e trema l'inferno: Satan fugit, infernus contremiscit, cum dico: Ave Maria.33 Anzi rivelò la stessa Regina a S. Brigida (Lib. 1 Rev., c. 9) che anche da' peccatori più perduti, più lontani da Dio e più posseduti dal demonio, parte il nemico subito che sente da quelli invocare in loro aiuto, con vera volontà d'emendarsi, il di lei potentissimo nome: Omnes daemones audientes hoc nomen, Maria, statim relinquunt animam quasi territi. Ma soggiunse la Vergine che i nemici, se l'anima non si emenda, e non toglie col dolore da sé il peccato, i demoni subito fanno a lei ritorno e sieguono a possederla: Et revertuntur ad eam, nisi aliqua emendatio subsequatur.34
Esempio.
In Recispergio vi era Arnoldo canonico regolare, molto divoto della B. Vergine. Questi, venendo a morte, prese i sacramenti, e dopo aver chiamati i suoi religiosi, pregolli a non abbandonarlo in quell'ultimo passo. Appena ciò detto, ecco che alla loro presenza cominciò tutto a tremare, stravolse gli occhi, sudò freddo e con voce tremante disse: Non vedete que' demoni che mi vogliono strascinare all'inferno? E poi gridò: Fratelli miei, invocate per me l'aiuto di Maria; in lei confido che mi darà vittoria. A tali parole quelli recitarono le litanie della Madonna, e nel dire: Sancta Maria, ora pro eo, ripigliò il moribondo: Replicate, replicate il nome di Maria, perché già sono al tribunale di Dio. Si fermò un poco, e poi soggiunse: È vero che l'ho fatto, ma ne ho fatta la penitenza. E voltatosi alla Vergine, disse: O Maria, io sarò liberato, se voi mi aiutate.
Appresso i demoni gli diedero un altro assalto, ma egli si difendeva col segnarsi col Crocifisso e con invocare Maria. Così passò tutta quella notte. Al fine giunta la mattina, tutto rasserenato esclamò Arnoldo con allegrezza: Maria la Signora mia, il rifugio mio, m'ha impetrato il perdono e la salute. Indi guardando la Vergine che l'invitava a seguirla, egli disse: Vengo, Signora, vengo. E facendosi forza per alzarsi, non potendo seguirla col corpo, dolcemente spirando, la seguì coll'anima, come speriamo, al regno della gloria beata (Appresso il P. Auriemma, Affetti scambiev., Tom. I, cap. 7).35
Preghiera.
Ecco a' vostri piedi, o mia speranza Maria, un povero peccatore, che sono stato tante volte per mia colpa schiavo dell'inferno. Conosco che mi ho fatto vincere da' demoni, per non ricorrere a voi, mio rifugio. Se a voi foss'io sempre ricorso, se vi avessi invocato, no, che non sarei mai caduto. Io spero, Signora mia amabilissima, che per mezzo vostro io già sia uscito dalle mani de' demoni, e che Dio già m'abbia perdonato. Ma tremo che per l'avvenire non abbia di nuovo a cadere nelle loro catene. So che i nemici non han perduta la speranza di tornarmi a vincere, e già mi apparecchiano nuovi assalti e tentazioni. Ah Regina e rifugio mio, aiutatemi voi. Mettetemi sotto il vostro manto; non permettete di vedermi di nuovo fatto loro schiavo.
So che voi mi aiuterete e mi darete vittoria, sempreché io v'invoco. Ma di questo io temo, temo che nelle tentazioni io m'abbia a scordare di voi e di chiamarvi. Questa dunque è la grazia che vi cerco e voglio da voi, Vergine SS., che io mi ricordi sempre di voi e specialmente quando mi ritrovo nelle battaglie; datemi ch'io non lasci d'invocarvi spesso, con dire: Maria aiutami, aiutami Maria.
E quando finalmente sarà giunto il giorno del mio ultimo contrasto coll'inferno nel punto di mia morte, ah Regina mia, assistetemi maggiormente allora, e voi stessa ricordatemi d'invocarvi allora più spesso, o colla bocca o col cuore, acciocché io spirando col vostro dolcissimo nome in bocca, e del vostro figlio Gesù, possa venire a benedirvi e lodarvi, per non partirmi più da' vostri piedi per tutta l'eternità in paradiso. Amen.