- Parte seconda.
- V. - RACCOLTA DI VARI ESEMPI APPARTENENTI A MARIA SANTISSIMA
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33. *
Uno scolare per insegnamento del maestro cominciò a
salutare la S. Vergine con queste parole: Dio
ti salvi, o Madre di misericordia. Giunto in morte gli apparve Maria, e gli
disse: Figlio, non mi conosci? Io sono
quella madre di misericordia che tante volte hai salutata. Ed allora il
divoto della Vergine stese le braccia in atto di seguirla e dolcemente spirò
(Auriem., t. 2, c. 7).
* Esempio 33. - AURIEMMA, Affetti scambievoli, parte 2, cap. 8. Bologna, 1681, II, pag.
156-157. - «Memini, et meminisse delectabile est, qualiter ad commendandum
miseris (al. nobis miseris) unicum
patrocinium tuum, cuidam tuo servo, agenti in extremis, revelasti memorabile
nomen tuum. Apparens enim ei, cum esset in angustiis, et requirens utrum te
agnosceret, cum ille: «Minime Domina,» tremens responderet, tu ei pro
benignitate tua quam blande, quam familiariter, tu, Domina, dixisti: «Ego sum
misericordiae mater.» S. ANSELMUS, Oratio
49 (al. 48), ML 158-942, 943. -
Vedi anche ML 133-71, Vita S. Odonis
Cluniacensis, - Il fatto, raccontato da S. Anselmo, ha potuto rinnovarsi,
come infatti fu rinnovato col fratello Leodato (o Leo Dacus), Domenicano di Montpellier (Gerardus de Fracheto, Vitae F.F. Ord. Praed.: Berthier, Monumenta
Ordinis, I, Lovanii, 1896, pag. 55, § XIX). Colle circostanze qui riferite
da S. Alfonso, l'abbiamo cercato, secondo l'indicazione di Auriemma, Lansp. Opusc., negli opuscoli di
Lanspergio, senza però aver la fortuna di incontrarlo.
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