- Parte seconda.
- V. - RACCOLTA DI VARI ESEMPI APPARTENENTI A MARIA SANTISSIMA
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62. *
Il B. Clemente francescano una mattina lasciò
d'andare alla mensa comune per trattenersi a recitare certe sue divozioni
solite alla SS. Vergine, ma ella gli disse da un'immagine che andasse cogli
altri, poiché a lei piaceva più l'ubbidienza che tutte l'altre divozioni (Ann. Min., ap. Aur., t. 1, c. 4).
* Esempio 62. - AURIEMMA, Affetti scambievoli, parte 1, cap. 4, Bologna, 1681, I, pag. 31; - Motivo per amar Maria (dopo la seconda
parte degli Affetti scambievoli, continuando
la paginazione), cap. 3, Bologna, 1681, II, pag. 299, 300: ma qui per errore
vien detto fratello laico domenicano. - «Fra Clemente de' Caponi, nobile
fiorentino, discepolo del B. F. Tommaso (cioè del Tommaso da Firenze, laico, +
1447), che in questo tempo (1478) passò di questa alla beata vita, sopra le
altre virtù... l'umiltà e carità esercitava; perciò si fece laico per servire
agli altri... Una volta, essendo molto occupato nel servire i Frati, non poté
finire le sue orazioni avanti che mangiasse; onde, mentre stavano alla mensa i
Frati, egli se n'andò in chiesa avanti l'altare della Nunziata per dar fine
alle sue divozioni... Dall'immagine di quella Madonna gli fu detto: «Figliuolo,
vattene al refettorio, e sii conforme agli altri, che dopo mangiare finirai le
tue orazioni; perché io mi contento della tua buona volontà, mentre sei
dall'ubbidienza e carità impedito.» MARCO DA LISBONA, Croniche (Francescane), parte 3, lib. 6, cap. 31, n. 96. Napoli,
1680, pag. 420. - Ben. MAZZARA, Leggendario Francescano, 2 dicembre,
Venezia, 1722, XII, pag. 19, vol. 1. - F. Clemente vien chiamato Venerabile,
non Beato.
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