- Parte seconda.
- V. - RACCOLTA DI VARI ESEMPI APPARTENENTI A MARIA SANTISSIMA
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65. *
Anna Caterina Gonzaga fu prima sposa di Ferdinando I
arciduca d'Austria. Morto il marito, entrò nella religione de' Servi di Maria,
e si fece fare una corona ne' cui globi erano scolpiti i dolori della Vergine,
e dicea che per questa corona rinunziava tutte le altre corone di terra. Ed in
fatti rinunziò le nozze di Rodolfo II imperadore. E quando le fu avvisata che
la sua sorella minore era stata incoronata imperadrice, ella rispose: «Godasi
mia sorella la sua corona imperiale, che a me mille volte è più cara questa
veste, di cui m'ha onorata la mia regina Maria». La SS. Vergine le apparve più
volte in vita, e finalmente questa buona religiosa fece una santa morte (Ios.
Mar. Barchius, in Vita).
* Esempio 65.- A questa principessa Gonzaga, ristauratrice
dell'Ordine dei Servi di Maria in Germania, consacrò il Giani tutto il capo 10 del lib. 8, Centuria 4, dei suoi Annales Ordinis, II, 1721, pag. 494-538.
Figlia del duca di Mantova e del Monferrato, nata nel 1566, Anna Caterina - più
tardi chiamatasi in religione Anna Giuliana - sposò, quindicenne, l'Arciduca
Ferdinando d'Austria. Ebbero, nei tre primi anni di matrimonio, tre figlie:
Eleonora, morta bambina; Maria, la quale, ricusata la corona di Spagna, si fece
monaca colla Madre, da cui prese il nome di Anna Caterina; Anna, sposata
dall'imperatore Mattia, fratello e successore di Rodolfo II. Vedova in età di
29 anni, ricercata in matrimonio prima da Rodolfo e poi da Mattia, «supremum in
terris fastigium honoris, infra Dei ac Deiparae obsequium... habuit (Giani, op cit., pag. 503, col. 1)». Più
tardi, già monaca, quando le venne annunziata l'incoronazione, come
imperatrice, di sua figlia (non sorella) Anna, rispose all'ambasciatore
imperiale: «Gaudeat sane filia mea sibique gratuletur tantum honorem aditum,
quem a Deo... faustum ei ac diuturnum (fu brevissimo) precor. Ego quidem
religioso hoc velamine - superposita eidem dextera - quo me tamquam
praeclarissimo diademate Magna Dei Mater coronavit, longe cumulatius mihi
placeo (op. cit., pag. 517, col. 1).» - Per ispirazione divina, fece costruire
in Innsbrück un gran convento, diviso in due parti, una per le claustrali,
l'altra per le Terziarie da lei dette «le Regolari», con speciali Regole,
approvate da Paolo V fin dal 1608. Colla figlia Maria - ormai Anna Caterina -
ed altre pretendenti «Regolari», prese l'abito il 2 febbraio 1612, e fece la
professione il 21 novembre 1613. Sopravvisse 8 anni, e, piena di meriti, morì
santamente il 3 agosto 1621, in età di 55 anni. - Nella sua vedovanza, «dimissis
pretiosis vestibus aureis, et gemmeis ornamentis abdicatis, nigra et humilis
illi vestis erat. Capitis vero ornamenta et vittae e nigro peplo, sacrarum
virginum velamina pene imitantia. E collo rosarium nigris sphaerulis,
interposita vitae et Passionis Christi mysteria expressa praeferens, pendebat,
eoque incessit cultu constantissime, donec sacrum Ordinis nostri (Servorum B.
M. V.) habitum suscepit. Interrogata vero in familiari colloquio quid sibi
vellet pendulum illud e collo rosarium, respondit «illud comitem esse vitae
suae individuum, in infantia pro crepundiis in deliciis fuisse, in adolescentia
pro pietatis ac religionis rudimentis, in difficultatibus coniugii solatio,
unum vero in statu viduitatis ornamento mihi ac decori esse»... Hinc...
originem duxere alia quaedam rosaria ad huius rosarii imitationem ab eadem
excogitata ultimo vitae suae anno, quae filiabus suis spiritualibus magno ad
incrementa pietatis momento hereditatis loco reliquit.» (Giani, op. cit., pag. 502, 503.) Per questi ultimi rosarii, forse
vi saranno nel Barchi particolari non
riprodotti dal Giani. Tra i documenti
adoperati, il Giani (pag. 538, col.
2) cita in primo luogo quel che scrisse «Ioseph
Maria BARCHI», confessore della santa donna per gli ultimi 18 anni della
sua vita, il quale consideravasi più come suo discepolo che come suo maestro (Giani, pag. 503, col. 1). - Ebbe Anna
Caterina - ossia Anna Giuliana - più apparizioni della B. Vergine: Giani, op. cit., pag. 496, col. 1; 509,
col. 2; 512, col. 2; 520, col. 2.
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