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S. Alfonso Maria de Liguori Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
36. A SUO PADRE D. GIUSEPPE DE' LIGUORI.
Lo prega di avere più carità col figlio D. Ercole, e gli dà alcuni consigli per la sua santificazione propria.
[FINE DI OTTOBRE, 1737?]
Viva Gesù, Maria e Giuseppe!
Gnore mio [Signor padre], per carità vi raccomando d'avere un poco più di carità con vostro figlio. Questa mattina, è venuto in Napoli1, e meco si è posto a piangere, perché non la può colla malinconia; ma Dio mio! e che? volete ridurlo a disperarsi, a 'buttarsi dentro un pozzo o a fare qualche altro sproposito?
Per carità, signor mio, levate questa malinconia a tavola soccorretelo di qualche cosa, mentre, povero figlio, si trova già casato, esiliato fuori Napoli, senza divertimento alcuno. Vedete che veramente non s'induca a fare qualche sproposito; specialmente abbiateci carità mo' che sta così malato, pensate che vi è figlio, non è un cane; onde vi deve essere più caro delle robe e dei denari: ed assicuratevi che quando si usa carità co' suoi, Dio aiuta e vi soccorrerà per altra via. Che s'ha da fare? il fatto è fatto; è stato già stabilito ab aeterno: con chi ve la pigliate?
Vi prego, signor mio, a star un poco più unito con Dio, a confessarvi più spesso, a tenere i conti apparecchiati, perché quando viene Gesù Cristo, allora non è tempo di rimediare. Pensate che già siete avanzato in età: chi sa fra quanto tempo non vi troverete più su questo mondo? ed è certo che questo ha da essere, o volete o no. Io ogni mattina vi raccomando alla Messa, e temo molto, molto della vostra salute eterna, e spero a Maria Vergine che ci abbia d'aiutare: ma Maria Vergine V. S. non potrà far niente....
Conforme alla edizione romana.