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Alessandro Manzoni
I promessi sposi

IntraText - Concordanze

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      Capitolo
10048 III | poi sul volto, come una visiera, all'atto d'affrontar qualcheduno, 10049 XXIV | somigliante a una funesta visione d'infermo. La vecchia le 10050 XXV | Intanto, il cardinale veniva visitando, a una per giorno, le parrocchie 10051 XXVIII | tornavano essi medesimi a visitarli.~Non c'è bisogno di dire 10052 XXXI | morti: era spaventevole; visitarono infermi e cadaveri, e per 10053 XXVIII | ai parrochi, acciocché li visitassero; e tornavano essi medesimi 10054 V | poverette! - disse: - Dio vi ha visitate. Povera Lucia!~- Non ci 10055 XXXI | persone dell'ufizio, avendo visitato l'assito, le panche, le 10056 XXIV | cortili, i corridoi, le sale, visitò tutte l'entrature, e, quando 10057 X | allegra di prima. Così era vissuta alcuni anni, non avendo 10058 XXI | carrozza ci arrivasse; e vistala venire, uscì di bussola, 10059 XXXIII | alcune di più rilevate e vistose, non però migliori, almeno 10060 XXXIV | Renzo che glielo buttasse; e vistoselo volar subito a' piedi, susurrò: - 10061 XXXIV | dall'impedimento medesimo. Vistosi così tra due fuochi, gli 10062 XXXIII | poverino -, come dicevano. Viti, gelsi, frutti d'ogni sorte, 10063 XXXIII | attaccati a vicenda i suoi viticci a quella; e, mescolando 10064 XXXIV | a restar soli, a cantar vittoria, e a sguazzar per Milano.~- 10065 XIII | alzate sopra una canizie vituperosa, agitava in aria un martello, 10066 XXIII | dagli anni; l'occhio grave e vivace, la fronte serena e pensierosa; 10067 IV | talvolta sfolgoravano, con vivacità repentina; come due cavalli 10068 VI | bieco d'amor rabbioso, la vivanda comune, pareva pensare alla 10069 XXIV | insieme un piatto delle vivande ch'eran sulla tavola, e 10070 XXXVI | la vita; e da arrabbiato viverò... E quel disgraziato! Lo 10071 XVIII | bisogna mandarlo; perché noi viviamo della carità di tutto il 10072 XXXVI | per questo, che quelli che vivono abbiano a viver disperati...~- 10073 XVII | incerto anche lui del come vivrebbe; chi poteva credere che 10074 I | intollerabile miseria in che è vivuta e vive questa città di Milano, 10075 XXVII | nozioni generiche, e quel vocabolario comune, d'influssi, d'aspetti, 10076 XII | maraviglie: un piccol numero di vocaboli era il materiale di tanti 10077 XXXIV | brulichìo usciva qualche vociaccia che rispondeva: - ora, ora -. 10078 XVIII | così mingherlino, con una vocina fessa, e una barbetta misera 10079 XII | brontolava, con quel suo vocione, e minacciava una di quelle 10080 XXVII | di scienza molto più in voga e più necessaria, e nella 10081 VIII | afferrato poi l'altro remo, e vogando a due braccia, prese il 10082 XXXVIII| v'è dispiaciuta affatto, vogliatene bene a chi l'ha scritta, 10083 XXI | animo antico, le antiche voglie; e che quello fosse come 10084 XIV | le parole che dicon loro, volan via, e spariscono; le parole 10085 XXX | fu l'ultimo. Lo squadron volante de' veneziani finì d'allontanarsi 10086 XXXII | Le nuove di tali scoperte volavan di bocca in bocca; e, come 10087 XXXVII | passar da un corpo all'altro, volerebbe subito alla sua sfera. Non 10088 XXXV | potevi desiderar del male, volergliene fare, sopra che vita tu 10089 XII | le pietre, accennavano di volerle buttare. Visto ch'era tempo 10090 | volermi 10091 | volervi 10092 | voleste 10093 I | ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene 10094 VIII | tribolati. Voi, - continuò volgendosi alle due donne, - potrete 10095 VI | tirare al peggio le sue, per volgere il discorso in contesa, 10096 I | due dita intorno al collo, volgeva intanto la faccia all'indietro, 10097 XXVIII | varia riunione, dove coi volontari si trovavano i forzati; 10098 XXXI | soccorso, esempio, vittima volontaria; d'una calamità per tutti, 10099 V | scoglio: - il conte duca è una volpe vecchia, parlando col dovuto 10100 III | ascoltava. Tutt'e due si volsero a chi ne sapeva più di loro, 10101 VIII | figliuoli: aiuto -. Si voltan tutti a quella casa, vi 10102 VIII | qualche sospetto, aveva dovuto voltar con lei, e andarle dietro, 10103 XXV | dell'altra, il consenso, si voltaron tutt'e due a donna Prassede 10104 XXXIV | te e per gli altri -. Poi voltatasi di nuovo al monatto, - voi, - 10105 XV | gli eran passati davanti, voltatisi al bisbiglìo, tornavano 10106 XXXVIII| a quel suo serpeggiare, volteggiare e saltar di palo in frasca. - 10107 XXXIII | susine, mele, quante n'avesse volute; bastava ch'entrasse ne' 10108 | vorrai 10109 XIII | dica: viva Ferrer? Tu non vorresti eh, che il pane fosse a 10110 | vorrete 10111 XI | folto e più rumoroso. Il vortice attrasse lo spettatore. " 10112 I | la mano non ben ferma, e votandolo poi in fretta, come se fosse 10113 XXXVI | testa, e s'è, come a dire, votata alla Madonna. Cose senza 10114 XXVIII | resto, bruciavan le botti votate da quelli, gli usci delle 10115 XXXIV | all'altro, fino a uno che, votatolo, lo prese per il collo, 10116 II | impedimenti?~- Error, conditio, votum, cognatio, crimen,~Cultus 10117 XV | con una pezzetta d'acqua vulneraria sur uno degli organi della 10118 | X 10119 | XI 10120 | XII 10121 | XIV 10122 | XIX 10123 | XV 10124 | XVI 10125 | XVII 10126 | XVIII 10127 XX | Capitolo XX~Il castello dell'innominato 10128 XXI | Capitolo XXI~La vecchia era corsa a ubbidire 10129 XXII | Capitolo XXII~Poco dopo, il bravo venne 10130 XXIII | Capitolo XXIII~Il cardinal Federigo, intanto 10131 XXIV | Capitolo XXIV~Lucia s'era risentita da 10132 XXIX | Capitolo XXIX~Qui, tra i poveri spaventati 10133 XXV | Capitolo XXV~Il giorno seguente, nel 10134 XXVI | Capitolo XXVI~A una siffatta domanda, 10135 XXVII | Capitolo XXVII~Già più d'una volta c'è 10136 XXVIII | Capitolo XXVIII~Dopo quella sedizione del 10137 XXX | Capitolo XXX~Quantunque il concorso maggiore 10138 XXXI | Capitolo XXXI~La peste che il tribunale 10139 XXXII | Capitolo XXXII~Divenendo sempre più difficile 10140 XXXIII | Capitolo XXXIII~Una notte, verso la fine 10141 XXXIV | Capitolo XXXIV~In quanto alla maniera di 10142 XXXV | Capitolo XXXV~S'immagini il lettore il 10143 XXXVI | Capitolo XXXVI~Chi avrebbe mai detto a 10144 XXXVII | Capitolo XXXVII~Appena infatti ebbe Renzo 10145 XXXVIII| Capitolo XXXVIII~Una sera, Agnese sente fermarsi 10146 XXXVII | sarebbero potute chiamare esse zacchere e schizzi. E se si fosse 10147 XXXII | Pareo, lo Schenchio, lo Zachia e, per finirla, quel funesto 10148 XXX | strade; un'aria pesante, zaffate di puzzo più forte che uscivan 10149 XVI | e, come si dice, a zig zag, parte seguendo l'altre 10150 XXXV | sguardo a terra; e la villana, zappando nel campo, smette di cantare, 10151 XXII | peso e titolo, fu poi detta zecchino), diede ordine che tanti 10152 XXXVI | giorno, sole e pioggia, zeffiro e tramontano, eran tutt' 10153 XIX | parecchi: uomini d'oro, zelanti, prudenti, umili: sono stato 10154 XXII | ognuno sa, negli uomini zelatori del bene, qual era Federigo.~ 10155 XXXII | coperte il volto d'ampi zendali, molte scalze, e vestite 10156 III | tutto, dall'a fino alla zeta, col cuore in mano, come 10157 VII | dico quelle sole.~- Poh! zia; non son poi un ragazzo.~- 10158 VII | facciole, e una fodera di zibellino arrovesciata (era il distintivo 10159 X | sentir parlare di certe sue zie e prozie, le quali s'eran 10160 XVI | sinistra, e, come si dice, a zig zag, parte seguendo l'altre 10161 VIII | ravvolto in una vecchia zimarra, con in capo una vecchia 10162 IV | intralciato di rabescate zimarre. Le anticamere, il cortile 10163 XIV | lui; tanto che divenne lo zimbello della brigata. Non già che 10164 IX | sopra esame, parte stavano zitte, per non fare scandoli inutili. 10165 VIII | esca, pietra, acciarino e zolfanelli, accende un suo lanternino, 10166 IV | rovesciavano svogliatamente la zolla. La fanciulla scarna, tenendo 10167 XXIII | a casa del diavolo a piè zoppo. E costui...!" E qui lo 10168 XXIV | che anche gli animi più zotici e più petulanti provano 10169 VII | domandò Agnese a Renzo.~- Le zucche! - rispose questo: - sapete 10170 IX | ubbidita, le pareva uno zuccherino. Due sentimenti di ben diverso 10171 III | alcuna di dette trezze, zuffi, rizzi, né capelli più lunghi


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