Paragrafo 3 I MISTERI DELLA VITA DI
CRISTO
512
Il Simbolo della fede, a proposito della vita di Cristo, non parla che dei
Misteri dell'Incarnazione (concezione e nascita) e della Pasqua (passione,
crocifissione, morte, sepoltura, discesa agli inferi, risurrezione,
ascensione). Non dice nulla, in modo esplicito, dei Misteri della vita nascosta
e della vita pubblica di Gesù, ma gli articoli della fede concernenti
l'Incarnazione e la Pasqua di Gesù, illuminano tutta la vita terrena di Cristo.
“Tutto quello che Gesù fece e insegnò dal principio fino al giorno in cui... fu
assunto in cielo” ( [link] At 1,1-2) deve essere visto
alla luce dei Misteri del Natale e della Pasqua.
513
La catechesi, secondo le circostanze, svilupperà tutta la ricchezza dei Misteri
di Gesù. Qui basta indicare alcuni elementi comuni a tutti i Misteri della vita
di Cristo (I), per accennare poi ai principali Misteri della vita nascosta (II)
e pubblica (III) di Gesù.
I. Tutta la
vita di Cristo è Mistero
514
Non compaiono nei Vangeli molte cose che interessano la curiosità umana a
riguardo di Gesù. Quasi niente vi si dice della sua vita a Nazaret, e anche di
una notevole parte della sua vita pubblica non si fa parola [Cf
[link] Gv 20,30 ]. Ciò che è contenuto nei Vangeli, è stato
scritto “perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché,
credendo, abbiate la vita nel suo Nome” ( [link] Gv 20,31).
515
I Vangeli sono scritti da uomini che sono stati tra i primi a credere [Cf
[link] Mc 1,1; [link] Gv 21,24 ] e che
vogliono condividere con altri la loro fede. Avendo conosciuto, nella fede, chi
è Gesù, hanno potuto scorgere e fare scorgere in tutta la sua vita terrena le
tracce del suo Mistero. Dalle fasce della sua nascita, [Cf [link] Lc
2,7 ] fino all'aceto della sua passione [Cf [link] Mt
27,48 ] e al sudario della Risurrezione, [Cf [link] Gv
20,7 ] tutto nella vita di Gesù è segno del suo Mistero. Attraverso i
suoi gesti, i suoi miracoli, le sue parole, è stato rivelato che “in lui abita
corporalmente tutta la pienezza della divinità” ( [link] Col
2,9). In tal modo la sua umanità appare come “il sacramento”, cioè il
segno e lo strumento della sua divinità e della salvezza che egli reca: ciò che
era visibile nella sua vita terrena condusse al Mistero invisibile della sua
filiazione divina e della sua missione redentrice.
I tratti
comuni dei Misteri di Gesù
516
Tutta la vita di Cristo è Rivelazione del Padre: le sue parole e le sue azioni,
i suoi silenzi e le sue sofferenze, il suo modo di essere e di parlare. Gesù
può dire: “Chi vede me, vede il Padre” ( [link] Gv 14,9), e
il Padre: “Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo” ( [link] Lc
9,35). Poiché il nostro Signore si è fatto uomo per compiere la
volontà del Padre, [Cf [link] Eb 10,5-7 ] i più
piccoli tratti dei suoi Misteri ci manifestano “l'amore di Dio per noi”
( [link] 1Gv 4,9).
517
Tutta la vita di Cristo è Mistero di Redenzione. La Redenzione è frutto innanzi
tutto del sangue della croce, [Cf [link] Ef 1,7;
[link] Col 1,13-14; [link] 1Pt
1,18-19 ] ma questo Mistero opera nell'intera vita di Cristo: già
nella sua Incarnazione, per la quale, facendosi povero, ci ha arricchiti con la
sua povertà; [Cf [link] 2Cor 8,9 ] nella sua vita nascosta
che, con la sua sottomissione, [Cf [link] Lc 2,51 ] ripara
la nostra insubordinazione; nella sua parola che purifica i suoi ascoltatori;
[Cf [link] Gv 15,3 ] nelle guarigioni e negli esorcismi che
opera, mediante i quali “ha preso le nostre infermità e si è addossato le
nostre malattie” ( [link] Mt 8,17); [Cf [link] Is
53,4 ] nella sua Risurrezione, con la quale ci giustifica [Cf
[link] Rm 4,25 ].
518
Tutta la vita di Cristo è Mistero di Ricapitolazione. Quanto Gesù ha fatto,
detto e sofferto, aveva come scopo di ristabilire nella sua primitiva vocazione
l'uomo decaduto:
Allorché
si è incarnato e si è fatto uomo, ha ricapitolato in se stesso la lunga storia
degli uomini e in breve ci ha procurato la salvezza, così che noi recuperassimo
in Gesù Cristo ciò che avevamo perduto in Adamo, cioè d'essere ad immagine e
somiglianza di Dio [Sant'Ireneo di Lione, Adversus haereses, 3, 18, 1]. Per
questo appunto Cristo è passato attraverso tutte le età della vita, restituendo
con ciò a tutti gli uomini la comunione con Dio [Sant'Ireneo di Lione, Adversus
haereses, 3, 18, 1].
La
nostra comunione ai Misteri di Gesù
519
Tutta la ricchezza di Cristo “è destinata ad ogni uomo e costituisce il bene di
ciascuno” [Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptor hominis, 11]. Cristo non ha
vissuto la sua vita per sé, ma per noi , dalla sua Incarnazione “per noi uomini
e per la nostra salvezza” fino alla sua morte “per i nostri peccati”
( [link] 1Cor 15,3) e alla sua Risurrezione “per la nostra
giustificazione” ( [link] Rm 4,25). E anche adesso, è “nostro
avvocato presso il Padre” ( [link] 1Gv 2,1), “essendo sempre
vivo per intercedere” a nostro favore ( [link] Eb 7,25). Con
tutto ciò che ha vissuto e sofferto per noi una volta per tutte, egli resta sempre
“al cospetto di Dio in nostro favore” ( [link] Eb 9,24).
520
Durante tutta la sua vita, Gesù si mostra come nostro modello : [Cf
[link] Rm 15,5; [link] Fil 2,5 ] è
“l'uomo perfetto” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 38] che ci invita a
diventare suoi discepoli e a seguirlo; con il suo abbassamento, ci ha dato un
esempio da imitare, [Cf [link] Gv 13,15 ] con la sua
preghiera, attira alla preghiera, [Cf [link] Lc 11,1 ] con
la sua povertà, chiama ad accettare liberamente la spogliazione e le
persecuzioni [Cf [link] Mt 5,11-12 ].
521
Tutto ciò che Cristo ha vissuto, egli fa sì che noi possiamo viverlo in lui e
che egli lo viva in noi. “Con l'Incarnazione il Figlio di Dio si è unito in
certo modo a ogni uomo” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 22]. Siamo
chiamati a formare una cosa sola con lui; egli ci fa comunicare come membra del
suo Corpo a ciò che ha vissuto nella sua carne per noi e come nostro modello:
Noi
dobbiamo sviluppare continuamente in noi e, in fine, completare gli stati e i
Misteri di Gesù. Dobbiamo poi pregarlo che li porti lui stesso a compimento in
noi e in tutta la sua Chiesa. . . Il Figlio di Dio desidera una certa
partecipazione e come un'estensione e continuazione in noi e in tutta la sua
Chiesa dei suoi Misteri mediante le grazie che vuole comunicarci e gli effetti
che intende operare in noi attraverso i suoi Misteri. E con questo mezzo egli
vuole completarli in noi [San Giovanni Eudes, Tractatus de regno Iesu, cf
Liturgia delle Ore, IV, Ufficio delle letture del venerdì della trentatreesima
settimana].
II. I Misteri
dell'infanzia e della vita
e
della vita nascosta di Gesù
Le
preparazioni
522
La venuta del Figlio di Dio sulla terra è un avvenimento di tale portata che
Dio lo ha voluto preparare nel corso dei secoli. Riti e sacrifici, figure e simboli
della “Prima Alleanza” ( [link] Eb 9,15), li fa convergere
tutti verso Cristo; lo annunzia per bocca dei profeti che si succedono in
Israele; risveglia inoltre nel cuore dei pagani l'oscura attesa di tale venuta.
523
San Giovanni Battista è l'immediato precursore del Signore, [Cf
[link] At 13,24 ] mandato a preparargli la via [Cf
[link] Mt 3,3 ]. “Profeta dell'Altissimo”
( [link] Lc 1,76), di tutti i profeti è il più grande [Cf
[link] Lc 7,26 ] e l'ultimo; [Cf [link] Mt
11,13 ] egli inaugura il Vangelo; [Cf [link] At
1,22; [link] Lc 16,16 ] saluta la venuta di Cristo
fin dal seno di sua madre [Cf [link] Lc 1,41 ] e trova la
sua gioia nell'essere “l'amico dello sposo” ( [link] Gv
3,29), che designa come “l'Agnello di Dio... che toglie il peccato
del mondo” ( [link] Gv 1,29). Precedendo Gesù “con lo spirito
e la forza di Elia” ( [link] Lc 1,17), gli rende
testimonianza con la sua predicazione, il suo battesimo di conversione ed
infine con il suo martirio [Cf [link] Mc 6,17-29 ].
524
La Chiesa, celebrando ogni anno la Liturgia dell'Avvento, attualizza questa
attesa del Messia: mettendosi in comunione con la lunga preparazione della
prima venuta del Salvatore, i fedeli ravvivano l'ardente desiderio della sua
seconda venuta [Cf [link] Ap 22,17 ]. Con la celebrazione
della nascita e del martirio del Precursore, la Chiesa si unisce al suo
desiderio: “egli deve crescere e io invece diminuire” ( [link] Gv
3,30).
Il
Mistero del Natale
525
Gesù è nato nell'umiltà di una stalla, in una famiglia povera; [Cf
[link] Lc 2,6-7 ] semplici pastori sono i primi
testimoni dell'avvenimento. In questa povertà si manifesta la gloria del cielo
[Cf [link] Lc 2,8-20 ]. La Chiesa non cessa di
cantare la gloria di questa notte:
La
Vergine oggi dà alla luce l'Eterno
e
la terra offre una grotta all'Inaccessibile.
Gli
angeli e i pastori a lui inneggiano
e
i magi, guidati dalla stella,
vengono
ad adorarlo.
Tu
sei nato per noi
Piccolo
Bambino, Dio eterno!
[Kontakion
di Romano il Melode]
526
“Diventare come i bambini” in rapporto a Dio è la condizione per entrare nel
Regno; [Cf [link] Mt 18,3-4 ] per questo ci si deve
abbassare, [Cf [link] Mt 23,12 ] si deve diventare piccoli;
anzi, bisogna “rinascere dall'alto” ( [link] Gv 3,7), essere
generati da Dio [Cf [link] Gv 1,13 ] per “diventare figli di
Dio” ( [link] Gv 1,12). Il Mistero del Natale si compie in
noi allorché Cristo “si forma” in noi [Cf [link] Gal 4,19 ].
Natale è il Mistero di questo “meraviglioso scambio”:
O
admirabile commercium! Creator generis humani, animatum corpus sumens, de
virgine nasci dignatus est; et procedens homo sine semine, largitus est nobis
suam deitatem - O meraviglioso scambio! Il Creatore ha preso un'anima e un
corpo, è nato da una vergine; fatto uomo senza opera d'uomo, ci dona la sua
divinità [Liturgia delle Ore, I, Antifona dei Vespri nell'Ottava di Natale].
I
Misteri dell'infanzia di Gesù
527
La Circoncisione di Gesù, otto giorni dopo la nascita, [Cf [link] Lc 2,21
] è segno del suo inserimento nella discendenza di Abramo, nel popolo
dell'Alleanza, della sua sottomissione alla Legge, [Cf [link] Gal
4,4 ] della sua abilitazione al culto d'Israele al quale parteciperà
durante tutta la vita. Questo segno è prefigurazione della “circoncisione di
Cristo” che è il Battesimo [Cf [link] Col 2,11-13
].
528
L' Epifania è la manifestazione di Gesù come Messia d'Israele, Figlio di Dio e
Salvatore del mondo. Insieme con il battesimo di Gesù nel Giordano e con le
nozze di Cana, [Cf Liturgia delle Ore, I, Antifona del Magnificat dei secondi
Vespri dell'Epifania] essa celebra l'adorazione di Gesù da parte dei “magi”
venuti dall'Oriente [Cf [link] Mt 2,1 ]. In questi “magi”,
che rappresentano le religioni pagane circostanti, il Vangelo vede le primizie
delle nazioni che nell'Incarnazione accolgono la Buona Novella della salvezza.
La venuta dei magi a Gerusalemme per adorare il re dei giudei [Cf
[link] Mt 2,2 ] mostra che essi, alla luce messianica della
stella di Davide, [Cf [link] Nm 24,17; [link] Ap
22,16 ] cercano in Israele colui che sarà il re delle nazioni [Cf
[link] Nm 24,17-19 ]. La loro venuta sta a
significare che i pagani non possono riconoscere Gesù e adorarlo come Figlio di
Dio e Salvatore del mondo se non volgendosi ai giudei [Cf [link] Gv
4,22 ] e ricevendo da loro la promessa messianica quale è contenuta
nell'Antico Testamento [Cf [link] Mt 2,4-6 ].
L'Epifania manifesta che “la grande massa delle genti” entra “nella famiglia
dei Patriarchi” [San Leone Magno, Sermones, 23: PL 54, 224B, cf Liturgia delle
Ore, I, Ufficio delle letture dell'Epifania] e ottiene la “dignità israelitica”
[Messale Romano, Veglia pasquale: orazione dopo la terza lettura].
529
La Presentazione di Gesù al Tempio [Cf [link] Lc 2,22-39
] lo mostra come il Primogenito che appartiene al Signore [Cf
[link] Es 13,12-13 ]. In Simeone e Anna è tutta
l'attesa di Israele che viene all' Incontro con il suo Salvatore (la tradizione
bizantina chiama così questo avvenimento). Gesù è riconosciuto come il Messia
tanto a lungo atteso, “luce delle genti” e “gloria di Israele”, ma anche come
“segno di contraddizione”. La spada di dolore predetta a Maria annunzia l'altra
offerta, perfetta e unica, quella della croce, la quale darà la salvezza
“preparata da Dio davanti a tutti i popoli”.
530
La fuga in Egitto e la strage degli innocenti [Cf [link] Mt
2,13-18 ] manifestano l'opposizione delle tenebre alla luce: “Venne
fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto” ( [link] Gv
1,11). L'intera vita di Cristo sarà sotto il segno della
persecuzione. I suoi condividono con lui questa sorte [Cf [link] Gv
15,20 ]. Il suo ritorno dall'Egitto [Cf [link] Mt
2,15 ] ricorda l'Esodo [Cf [link] Os 11,1 ] e
presenta Gesù come il liberatore definitivo.
I
Misteri della vita nascosta di Gesù
531
Durante la maggior parte della sua vita, Gesù ha condiviso la condizione della
stragrande maggioranza degli uomini: un'esistenza quotidiana senza apparente
grandezza, vita di lavoro manuale, vita religiosa giudaica sottomessa alla
Legge di Dio, [Cf [link] Gal 4,4 ] vita nella comunità.
Riguardo a tutto questo periodo ci è rivelato che Gesù era “sottomesso” ai suoi
genitori e che “cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini”
( [link] Lc 2,51-52).
532
Nella sottomissione di Gesù a sua madre e al suo padre legale si realizza
l'osservanza perfetta del quarto comandamento. Tale sottomissione è l'immagine
nel tempo della obbedienza filiale al suo Padre celeste. La quotidiana
sottomissione di Gesù a Giuseppe e a Maria annunziava e anticipava la
sottomissione del Giovedì Santo: “Non. . . la mia volontà. . . ”
( [link] Lc 22,42). L'obbedienza di Cristo nel quotidiano
della vita nascosta inaugurava già l'opera di restaurazione di ciò che la
disobbedienza di Adamo aveva distrutto [Cf [link] Rm 5,19 ].
533
La vita nascosta di Nazaret permette ad ogni uomo di essere in comunione con
Gesù nelle vie più ordinarie della vita quotidiana:
Nazaret
è la scuola dove si è iniziati a comprendere la vita di Gesù, cioè la scuola
del Vangelo. . . In primo luogo essa ci insegna il silenzio. Oh! se rinascesse
in noi la stima del silenzio, atmosfera ammirabile e indispensabile del lo
spirito. . . Essa ci insegna il modo di vivere in famiglia. Nazaret ci ricordi
cos'è la famiglia, cos'è la comunione di amore, la sua bellezza austera e
semplice, il suo carattere sacro e inviolabile. . . Infine impariamo una
lezione di lavoro. Oh! dimora di Nazaret, casa del “Figlio del falegname”! Qui
soprattutto desideriamo comprendere e celebrare la legge, severa certo, ma
redentrice della fatica umana. . . Infine vogliamo salutare gli operai di tutto
il mondo e mostrar loro il grande modello, il loro divino fratello [Paolo VI,
discorso del 5 gennaio 1964 a Nazaret, cf Liturgia delle Ore, I, Ufficio delle
Letture della festa della Santa Famiglia].
534
Il ritrovamento di Gesù nel Tempio [Cf [link] Lc
2,41-52 ] è il solo avvenimento che rompe il silenzio dei Vangeli
sugli anni nascosti di Gesù. Gesù vi lascia intravvedere il mistero della sua
totale consacrazione a una missione che deriva dalla sua filiazione divina:
“Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”
( [link] Lc 2,49). Maria e Giuseppe “non compresero” queste
parole, ma le accolsero nella fede, e Maria “serbava tutte queste cose nel suo
cuore” ( [link] Lc 2,51) nel corso degli anni in cui Gesù
rimase nascosto nel silenzio di una vita ordinaria.
III. I Misteri
della vita pubblica di Gesù
Il
battesimo di Gesù
535
L'inizio [Cf [link] Lc 3,23 ] della vita pubblica di Gesù è
il suo battesimo da parte di Giovanni nel Giordano [Cf [link] At 1,22
]. Giovanni predicava “un battesimo di conversione per il perdono dei peccati”
( [link] Lc 3,3). Una folla di peccatori, pubblicani e
soldati, [Cf [link] Lc 3,10-14 ] farisei e sadducei
[Cf [link] Mt 3,7 ] e prostitute[Cf [link] Mt
21,32 ] vengono a farsi battezzare da lui. Ed ecco comparire Gesù. Il
Battista esita, Gesù insiste: riceve il battesimo. Allora lo Spirito Santo,
sotto forma di colomba, scende su Gesù e “una voce dal cielo” dice: “Questi è
il Figlio mio prediletto” [Cf [link] Mt 3,13-17 ]. È
la manifestazione (“Epifania”) di Gesù come Messia di Israele e Figlio di Dio.
536
Il battesimo di Gesù è, da parte di lui, l'accettazione e l'inaugurazione della
sua missione di Servo sofferente. Egli si lascia annoverare tra i peccatori;
[Cf [link] Is 53,12 ] è già “l'Agnello di Dio che toglie il
peccato del mondo” ( [link] Gv 1,29); già anticipa il
“battesimo” della sua morte cruenta [Cf [link] Mc
10,38; [link] Lc 12,50 ]. Già viene ad adempiere
“ogni giustizia” ( [link] Mt 3,15), cioè si sottomette
totalmente alla volontà del Padre suo: accetta per amore il battesimo di morte
per la remissione dei nostri peccati [Cf [link] Mt 26,39 ].
A tale accettazione risponde la voce del Padre che nel Figlio suo si compiace
[Cf [link] Lc 3,22; [link] Is 42,1 ]. Lo
Spirito, che Gesù possiede in pienezza fin dal suo concepimento, si posa e
rimane su di lui [Cf [link] Gv 1,32-33; cf
[link] Is 11,2 ]. Egli ne sarà la sorgente per tutta
l'umanità. Al suo battesimo, “si aprirono i cieli” ( [link] Mt
3,16) che il peccato di Adamo aveva chiuso; e le acque sono
santificate dalla discesa di Gesù e dello Spirito, preludio della nuova
creazione.
537
Con il Battesimo, il cristiano è sacramentalmente assimilato a Gesù, il quale
con il suo battesimo anticipa la sua morte e la sua Risurrezione; il cristiano
deve entrare in questo mistero di umile abbassamento e pentimento, discendere
nell'acqua con Gesù, per risalire con lui, rinascere dall'acqua e dallo Spirito
per diventare, nel Figlio, figlio amato dal Padre e “camminare in una vita
nuova” ( [link] Rm 6,4):
Scendiamo
nella tomba insieme con Cristo per mezzo del Battesimo, in modo da poter anche
risorgere insieme con lui; scendiamo con lui per poter anche risalire con lui;
risaliamo con lui, per poter anche essere glorificati con lui [San Gregorio
Nazianzeno, Orationes, 40, 9: PG 36, 369B].
Tutto
ciò che è avvenuto in Cristo ci fa comprendere che, dopo l'immersione
nell'acqua, lo Spirito Santo vola su di noi dall'alto del cielo e che, adottati
dalla Voce del Padre, diventiamo figli di Dio [Sant'Ilario di Poitiers, In
evangelium Matthaei, 2: PL 9, 927].
La
tentazione di Gesù
538
I Vangeli parlano di un tempo di solitudine di Gesù nel deserto, immediatamente
dopo che ebbe ricevuto il battesimo da Giovanni: “Sospinto” dallo Spirito nel
deserto, Gesù vi rimane quaranta giorni digiunando; sta con le fiere e gli
angeli lo servono [Cf [link] Mc 1,12-13 ]. Terminato
questo periodo, Satana lo tenta tre volte cercando di mettere alla prova la sua
disposizione filiale verso Dio. Gesù respinge tali assalti che ricapitolano le
tentazioni di Adamo nel Paradiso e quelle d'Israele nel deserto, e il diavolo
si allontana da lui “per ritornare al tempo fissato” ( [link] Lc
4,13).
539
Gli evangelisti rilevano il senso salvifico di questo misterioso avvenimento.
Gesù è il nuovo Adamo, rimasto fedele mentre il primo ha ceduto alla
tentazione. Gesù compie perfettamente la vocazione d'Israele: contrariamente a
coloro che in passato provocarono Dio durante i quaranta anni nel deserto, [Cf
[link] Sal 95,10 ] Cristo si rivela come il Servo
di Dio obbediente in tutto alla divina volontà. Così Gesù è vincitore del
diavolo: egli ha “legato l'uomo forte” per riprendergli il suo bottino [Cf
[link] Mc 3,27 ]. La vittoria di Gesù sul tentatore nel deserto
anticipa la vittoria della passione, suprema obbedienza del suo amore filiale
per il Padre.
540
La tentazione di Gesù manifesta quale sia la messianicità del Figlio di Dio, in
opposizione a quella propostagli da Satana e che gli uomini [Cf
[link] Mt 16,21-23 ] desiderano attribuirgli. Per
questo Cristo ha vinto il tentatore per noi: “Infatti non abbiamo un sommo
sacerdote che non sappia compatire le nostre infermità, essendo stato lui
stesso provato in ogni cosa, a somiglianza di noi, escluso il peccato”
( [link] Eb 4,15). La Chiesa ogni anno si unisce al Mistero
di Gesù nel deserto con i quaranta giorni della Quaresima .
“Il
Regno di Dio è vicino”
541
“Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il
Vangelo di Dio e diceva: "Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino:
convertitevi e credete al Vangelo"” ( [link] Mc 1,15).
“Cristo, per adempiere la volontà del Padre, ha inaugurato in terra il Regno
dei cieli” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 3]. Ora,
la volontà del Padre è di “elevare gli uomini alla partecipazione della vita
divina” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 3]. Lo
fa radunando gli uomini attorno al Figlio suo, Gesù Cristo. Questa assemblea è
la Chiesa, la quale in terra costituisce “il germe e l'inizio” del Regno di Dio
[Cf ibid., 5].
542
Cristo è al centro di questa riunione degli uomini nella “famiglia di Dio”. Li
convoca attorno a sé con la sua Parola, con i suoi “segni” che manifestano il
Regno di Dio, con l'invio dei suoi discepoli. Egli realizzerà la venuta del suo
Regno soprattutto con il grande Mistero della sua Pasqua: la sua morte in croce
e la sua Risurrezione. “Quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me”
( [link] Gv 12,32). “Tutti gli uomini sono chiamati a questa
unione con Cristo” [Cf ibid., 5].
L'annunzio
del Regno di Dio
543
Tutti gli uomini sono chiamati ad entrare nel Regno. Annunziato dapprima ai
figli di Israele, [Cf [link] Mt 10,5-7 ] questo
Regno messianico è destinato ad accogliere gli uomini di tutte le nazioni [Cf
[link] Mt 8,11; [link] Mt 28,19 ]. Per
accedervi, è necessario accogliere la Parola di Gesù:
La
Parola del Signore è paragonata appunto al seme che viene seminato in un campo:
quelli che l'ascoltano con fede e appartengono al piccolo gregge di Cristo
hanno accolto il Regno stesso di Dio; poi il seme per virtù propria germoglia e
cresce fino al tempo del raccolto [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 5].
544
Il Regno appartiene ai poveri e ai piccoli, cioè a coloro che l'hanno accolto
con un cuore umile. Gesù è mandato per “annunziare ai poveri un lieto
messaggio” ( [link] Lc 4,18) [Cf [link] Lc
7,22 ]. Li proclama beati, perché “di essi è il Regno dei cieli”
( [link] Mt 5,3); ai “piccoli” il Padre si è degnato di
rivelare ciò che rimane nascosto ai sapienti e agli intelligenti [Cf
[link] Mt 11,25 ]. Gesù condivide la vita dei poveri, dalla
mangiatoia alla croce; conosce la fame, [Cf [link] Mc
2,23-26; [link] Mt 21,18 ] la sete[Cf
[link] Gv 4,6-7; [link] Gv 19,28 ]
e l'indigenza [Cf [link] Lc 9,58 ]. Anzi, arriva a
identificarsi con ogni tipo di poveri e fa dell'amore operante verso di loro la
condizione per entrare nel suo Regno [Cf [link] Mt
25,31-46 ].
545
Gesù invita i peccatori alla mensa del Regno: “Non sono venuto per chiamare i
giusti, ma i peccatori”( [link] Mc 2,17) [Cf
[link] 1Tm 1,15 ]. Li invita alla conversione, senza la
quale non si può entrare nel Regno, ma nelle parole e nelle azioni mostra loro
l'infinita misericordia del Padre suo per loro [Cf [link] Lc
15,11-32 ] e l'immensa “gioia” che si fa “in cielo per un peccatore
convertito” ( [link] Lc 15,7). La prova suprema di tale amore
sarà il sacrificio della propria vita “in remissione dei peccati”
( [link] Mt 26,28).
546
Gesù chiama ad entrare nel Regno servendosi delle parabole, elemento tipico del
suo insegnamento [Cf [link] Mc 4,33-34 ]. Con esse
egli invita al banchetto del Regno, [Cf [link] Mt
22,1-14 ] ma chiede anche una scelta radicale: per acquistare il
Regno, è necessario “vendere” tutto; [Cf [link] Mt
13,44-45 ] le parole non bastano, occorrono i fatti [Cf
[link] Mt 21,28-32 ]. Le parabole sono come specchi
per l'uomo: accoglie la Parola come un terreno arido o come un terreno buono?
[Cf [link] Mt 13,3-9 ] Che uso fa dei talenti
ricevuti? [Cf [link] Mt 25,14-30 ] Al cuore delle
parabole stanno velatamente Gesù e la presenza del Regno in questo mondo.
Occorre entrare nel Regno, cioè diventare discepoli di Cristo per “conoscere i
Misteri del Regno dei cieli” ( [link] Mt 13,11). Per coloro
che rimangono “fuori”, [Cf [link] Mc 4,11 ] tutto resta
enigmatico [Cf [link] Mt 13,10-15 ].
I
segni del Regno di Dio
547
Gesù accompagna le sue parole con numerosi “miracoli, prodigi e segni”
( [link] At 2,22), i quali manifestano che in lui il Regno è
presente. Attestano che Gesù è il Messia annunziato [Cf
[link] Lc 7,18-23 ].
548
I segni compiuti da Gesù testimoniano che il Padre lo ha mandato [Cf
[link] Gv 5,36; [link] Gv 10,25 ]. Essi
sollecitano a credere in lui [Cf [link] Gv 10,38 ]. A coloro
che gli si rivolgono con fede, egli concede ciò che domandano [Cf
[link] Mc 5,25-34; [link] Mc
10,52; ecc]. Allora i miracoli rendono più salda la fede in colui che
compie le opere del Padre suo: testimoniano che egli è il Figlio di Dio [Cf
[link] Gv 10,31-38 ]. Ma possono anche essere
motivo di scandalo [Cf [link] Mt 11,6 ]. Non mirano a
soddisfare la curiosità e i desideri di qualcosa di magico. Nonostante i suoi miracoli
tanto evidenti, Gesù è rifiutato da alcuni; [Cf [link] Gv
11,47-48 ] lo si accusa perfino di agire per mezzo dei demoni [Cf
[link] Mc 3,22 ].
549
Liberando alcuni uomini dai mali terreni della fame, [Cf
[link] Gv 6,5-15 ] dell'ingiustizia, [Cf
[link] Lc 19,8 ] della malattia e della morte, [Cf
[link] Mt 11,5 ] Gesù ha posto dei segni messianici; egli
non è venuto tuttavia per eliminare tutti i mali di quaggiù, [Cf
[link] Lc 12,13; [link] Lc 12,14;
[link] Gv 18,36 ] ma per liberare gli uomini dalla più grave
delle schiavitù: quella del peccato, [Cf [link] Gv
8,34-36 ] che li ostacola nella loro vocazione di figli di Dio e
causa tutti i loro asservimenti umani.
550
La venuta del Regno di Dio è la sconfitta del regno di Satana: [Cf
[link] Mt 12,26 ] “Se io scaccio i demoni per virtù dello
Spirito di Dio, è certo giunto fra voi il Regno di Dio” ( [link] Mt
12,28). Gli esorcismi di Gesù liberano alcuni uomini dal tormento dei
demoni [ Cf [link] Lc 8,26-39 ]. Anticipano la
grande vittoria di Gesù sul “principe di questo mondo” ( [link] Gv
12,31). Il Regno di Dio sarà definitiva mente stabilito per mezzo
della croce di Cristo: “Regnavit a ligno Deus Dio regnò dalla croce” [Inno
“Vexilla Regis”].
“Le
chiavi del Regno”
551
Fin dagli inizi della vita pubblica, Gesù sceglie dodici uomini perché stiano
con lui e prendano parte alla sua missione; [Cf [link] Mc 3,13-19
] li fa partecipi della sua autorità e li manda “ad annunziare il Regno di Dio
e a guarire gli infermi” ( [link] Lc 9,2). Restano per sempre
associati al Regno di Cristo, che, per mezzo di essi, guida la Chiesa:
Io
preparo per voi un Regno, come il Padre l'ha preparato per me; perché possiate
mangiare e bere alla mia mensa nel mio Regno, e siederete in trono a giudicare
le dodici tribù d'Israele ( [link] Lc 22,29-30).
552
Nel collegio dei Dodici Simon Pietro occupa il primo posto [Cf
[link] Mc 3,16; [link] Mc 9,2;
[link] Lc 24,34; [link] 1Cor 15,5 ]. Gesù
a lui ha affidato una missione unica. Grazie ad una rivelazione concessagli dal
Padre, Pietro aveva confessato: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”.
Nostro Signore allora gli aveva detto: “Tu sei Pietro e su questa pietra
edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di
essa” ( [link] Mt 16,18). Cristo, “Pietra viva”
( [link] 1Pt 2,4), assicura alla sua Chiesa fondata su Pietro
la vittoria sulle potenze di morte. Pietro, a causa della fede da lui
confessata, resterà la roccia incrollabile della Chiesa. Avrà la missione di
custodire la fede nella sua integrità e di confermare i suoi fratelli [Cf
[link] Lc 22,32 ].
553
Gesù ha conferito a Pietro un potere specifico: “A te darò le chiavi del Regno
dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto
ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli” ( [link] Mt
16,19). Il “potere delle chiavi” designa l'autorità per governare la
casa di Dio, che è la Chiesa. Gesù, “il Buon Pastore” ( [link] Gv
10,11) ha confermato questo incarico dopo la Risurrezione: “Pasci le
mie pecorelle” ( [link] Gv 21,15-17). Il potere di
“legare e sciogliere” indica l'autorità di assolvere dai peccati, di
pronunciare giudizi in materia di dottrina, e prendere decisioni disciplinari
nella Chiesa. Gesù ha conferito tale autorità alla Chiesa attraverso il
ministero degli Apostoli [Cf [link] Mt 18,18 ] e
particolarmente di Pietro, il solo cui ha esplicitamente affidato le chiavi del
Regno.
Un
anticipo del Regno: la Trasfigurazione
554
Dal giorno in cui Pietro ha confessato che Gesù è il Cristo, il Figlio del Dio
vivente, il Maestro “cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva
andare a Gerusalemme, e soffrire molto. . . e venire ucciso e risuscitare il
terzo giorno” ( [link] Mt 16,21). Pietro protesta a questo
annunzio, [Cf [link] Mt 16,22-23 ] gli altri
addirittura non lo comprendono [ Cf [link] Mt 17,23;
[link] Lc 9,45 ]. In tale contesto si colloca l'episodio
misterioso della Trasfigurazione di Gesù [Cf [link] Mt
17,1-8 par. ; [link] 2Pt 1,16-18 ] su un
alto monte, davanti a tre testimoni da lui scelti: Pietro, Giacomo e Giovanni.
Il volto e la veste di Gesù diventano sfolgoranti di luce, appaiono Mosè ed
Elia che parlano “della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a
Gerusalemme” ( [link] Lc 9,31). Una nube li avvolge e una
voce dal cielo dice: “Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo”
( [link] Lc 9,35).
555
Per un istante, Gesù mostra la sua gloria divina, confermando così la
confessione di Pietro. Rivela anche che, per “entrare nella sua gloria”
( [link] Lc 24,26), deve passare attraverso la croce a
Gerusalemme. Mosè ed Elia avevano visto la gloria di Dio sul Monte; la Legge e
i profeti avevano annunziato le sofferenze del Messia [Cf [link] Lc
24,27 ]. La passione di Gesù è proprio la volontà del Padre: il
Figlio agisce come Servo di Dio [Cf [link] Is 42,1 ]. La
nube indica la presenza dello Spirito Santo: “Tota Trinitas apparuit: Pater in
voce; Filius in homine, Spiritus in nube clara - Apparve tutta la Trinità: il
Padre nella voce, il Figlio nell'uomo, lo Spirito nella nube luminosa”: [San
Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, III, 45, 4, ad 2]
Tu
ti sei trasfigurato sul monte, e, nella misura in cui ne erano capaci, i tuoi
discepoli hanno contemplato la tua gloria, Cristo Dio, affinché, quando ti
avrebbero visto crocifisso, comprendessero che la tua passione era volontaria
ed annunziassero al mondo che tu sei veramente l'irradiazione del Padre
[Liturgia bizantina, Kontakion della festa della Trasfigurazione].
556
Alla soglia della vita pubblica: il battesimo; alla soglia della Pasqua: la
Trasfigurazione. Col battesimo di Gesù “declaratum fuit mysterium primae
regenerationis - fu manifestato il mistero della prima rigenerazione: il nostro
Battesimo”; la Trasfigurazione “est sacramentum secundae regenerationis - è il
sacramento della seconda rigenerazione: la nostra risurrezione” [San Tommaso
d'Aquino, Summa theologiae, III, 45, 4, ad 2]. Fin d'ora noi partecipiamo alla
Risurrezione del Signore mediante lo Spirito Santo che agisce nel sacramento
del Corpo di Cristo. La Trasfigurazione ci offre un anticipo della venuta
gloriosa di Cristo “il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per
conformarlo al suo corpo glorioso” ( [link] Fil 3,21). Ma ci
ricorda anche che “è necessario attraversare molte tribolazioni per entrare nel
Regno di Dio” ( [link] At 14,22):
Pietro
non lo capiva ancora quando sul monte desiderava vivere con Cristo. Questa
felicità Cristo te la riservava dopo la morte, o Pietro. Ora invece egli stesso
ti dice: Discendi ad affaticarti sulla terra, a servire sulla terra, a essere
disprezzato, a essere crocifisso sulla terra. È discesa la Vita per essere
uccisa; è disceso il Pane per sentire la fame; è discesa la Via, perché
sentisse la stanchezza del cammino; è discesa la sorgente per aver sete; e tu
rifiuti di soffrire? [Sant'Agostino, Sermones, 78, 6: PL 38, 492-493]
La
salita di Gesù a Gerusalemme
557
“Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato tolto dal mondo,
[Gesù] si diresse decisamente verso Gerusalemme” ( [link] Lc 9,51)
[Cf [link] Gv 13,1 ]. Con questa decisione, indicava che
saliva a Gerusalemme pronto a morire. A tre riprese aveva annunziato la sua
passione e la sua Risurrezione [Cf [link] Mc
8,31-33; [link] Mc 9,31-32;
[link] Mc 10,32-34 ]. Dirigendosi verso Gerusalemme
dice: “Non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”
( [link] Lc 13,33).
558
Gesù ricorda il martirio dei profeti che erano stati messi a morte a
Gerusalemme [Cf [link] Mt 23,37 a]. Tuttavia, non
desiste dall'invitare Gerusalemme a raccogliersi attorno a lui: “Gerusalemme. .
. quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una gallina raccoglie i
pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto!” ( [link] Mt
23,37 b). Quando arriva in vista di Gerusalemme, Gesù piange sulla
città ed ancora una volta manifesta il desiderio del suo cuore: “Se avessi
compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace! Ma ormai è stata
nascosta ai tuoi occhi” ( [link] Lc 19,41-42).
L'ingresso
messianico di Gesù a Gerusalemme
559
Come Gerusalemme accoglierà il suo Messia? Dopo essersi sempre sottratto ai
tentativi del popolo di farlo re, [Cf [link] Gv 6,15 ] Gesù
sceglie il tempo e prepara nei dettagli il suo ingresso messianico nella città
di “Davide, suo padre” ( [link] Lc 1,32) [Cf
[link] Mt 21,1-11 ]. È acclamato come il figlio di
Davide, colui che porta la salvezza (“Hosanna” significa: “Oh, sì, salvaci!”,
“donaci la salvezza!”). Ora, “Re della gloria” ( [link] Sal
24,7-10) entra nella sua città cavalcando un asino: [Cf
[link] Zc 9,9 ] egli non conquista la Figlia di Sion, figura
della sua Chiesa, né con l'astuzia né con la violenza, ma con l'umiltà che
rende testimonianza alla Verità [Cf [link] Gv 18,37 ]. Per
questo i soggetti del suo Regno, in quel giorno, sono i fanciulli [Cf
[link] Mt 21,15-16; [link] Sal
8,3 ] e i “poveri di Dio”, i quali lo acclamano come gli angeli lo
avevano annunziato ai pastori [Cf [link] Lc 19,38;
[link] Lc 2,14 ]. La loro acclamazione, “Benedetto colui che
viene nel Nome del Signore” ( [link] Sal 118,26),
è ripresa dalla Chiesa nel “Sanctus” della Liturgia eucaristica come
introduzione al memoriale della Pasqua del Signore.
560
L'ingresso di Gesù a Gerusalemme manifesta l'avvento del Regno che il Re-Messia
si accinge a realizzare con la Pasqua della sua morte e Risurrezione. Con la
celebrazione dell'entrata di Gesù in Gerusalemme, la domenica delle Palme, la
Liturgia della Chiesa dà inizio alla Settimana Santa.
IN SINTESI
561 “Tutta la vita di
Cristo fu un insegnamento continuo: i suoi silenzi, i suoi miracoli, i suoi
gesti, la sua preghiera, il suo amore per l'uomo, la sua predilezione per i
piccoli e per i poveri, l'accettazione del sacrificio totale sulla croce per la
Redenzione del mondo, la sua Risurrezione sono l'attuazione della sua Parola e
il compimento della Rivelazione” [Giovanni Paolo II, Esort. ap. Catechesi
tradendae, 9].
562 I discepoli di
Cristo devono conformarsi a lui, finché egli sia formato in loro [Cf
[link] Gal 4,19 ]. “Per ciò siamo assunti ai Misteri della
sua vita, resi conformi a lui, morti e risuscitati con lui, finché con lui
regneremo” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen
gentium, 7].
563 Pastori o magi,
non si può incontrare Dio quaggiù che inginocchiandosi davanti alla mangiatoia
di Betlemme e adorandolo nascosto nella debolezza di un bambino.
564 Con la sua
sottomissione a Maria e a Giuseppe, come pure con il suo umile lavoro durante i
lunghi anni di Nazaret, Gesù ci dà l'esempio della santità nella vita
quotidiana della famiglia e del lavoro.
565 Dall'inizio della
sua vita pubblica al momento del suo battesimo, Gesù è il “Servo” totalmente
consacrato all'opera redentrice che avrà il compimento nel “battesimo” della
sua passione.
566 La tentazione nel
deserto mostra Gesù, Messia umile che trionfa su Satana in forza della sua
piena adesione al disegno di salvezza voluto dal Padre.
567 Il Regno dei cieli
è stato inaugurato in terra da Cristo. “Si manifesta chiaramente agli uomini
nelle parole, nelle opere, nella persona di Cristo” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 5]. La Chiesa è
il germe e l'inizio di questo Regno. Le sue chiavi sono affidate a Pietro.
568 La Trasfigurazione
di Gesù ha come fine di consolidare la fede degli Apostoli in vista della
passione: la salita sull'“alto monte” prepara la salita al Calvario. Cristo,
Capo della Chiesa, manifesta ciò che il suo Corpo contiene e irradia nei
sacramenti: “la speranza della gloria” ( [link] Col 1,27) [Cf
San Leone Magno, Sermones, 51, 3: PL 54, 310C].
569 Gesù è salito a
Gerusalemme volontariamente, pur sapendo che vi sarebbe morto di morte violenta
a causa della grande ostilità dei peccatori [Cf [link] Eb
12,3 ].
570 L'ingresso di Gesù
a Gerusalemme è la manifestazione dell'avvento del Regno che il Re-Messia,
accolto nella sua città dai fanciulli e dagli umili di cuore, si accinge a realizzare
con la Pasqua della sua morte e Risurrezione.
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