Paragrafo 3 LA CHIESA È UNA, SANTA,
CATTOLICA E APOSTOLICA
811
“Questa è l'unica Chiesa di Cristo, che nel Simbolo professiamo una, santa,
cattolica e apostolica” [ Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 4]. Questi quattro attributi, legati inseparabilmente tra
di loro, [Cf Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera ai vescovi
d'Inghilterra del 16 settembre 1864: Denz. -Schönm., 2888] indicano tratti
essenziali della Chiesa e della sua missione. La Chiesa non se li conferisce da
se stessa; è Cristo che, per mezzo dello Spirito Santo, concede alla sua Chiesa
di essere una, santa, cattolica e apostolica, ed è ancora lui che la chiama a
realizzare ciascuna di queste caratteristiche.
812
Soltanto la fede può riconoscere che la Chiesa trae tali caratteristiche dalla
sua origine divina. Tuttavia le loro manifestazioni storiche sono segni che
parlano chiaramente alla ragione umana. “La Chiesa”, ricorda il Concilio
Vaticano I, “a causa della sua eminente santità, . . . della sua cattolica
unità, della sua incrollabile stabilità, è per se stessa un grande e perenne
motivo di credibilità e una irrefragabile testimonianza della sua missione
divina” [Concilio Vaticano I: Denz. -Schönm., 3013].
I. La Chiesa è
una
“Il
sacro Mistero dell'unità della Chiesa”
[Conc.
Ecum. Vat. II, Unitatis redintegratio, 2]
813
La Chiesa è una per la sua origine: “Il supremo modello e il principio di
questo Mistero è l'unità nella Trinità delle Persone di un solo Dio Padre e
Figlio nello Spirito Santo” [Conc. Ecum. Vat. II, Unitatis redintegratio, 2].
La Chiesa è una per il suo Fondatore: “Il Figlio incarnato, infatti,... per
mezzo della sua croce ha riconciliato tutti gli uomini con Dio,... ristabilendo
l'unità di tutti i popoli in un solo Popolo e in un solo corpo” [Conc. Ecum.
Vat. II, Gaudium et spes, 78]. La Chiesa è una per la sua anima: “Lo Spirito
Santo, che abita nei credenti e tutta riempie e regge la Chiesa, produce quella
meravigliosa comunione dei fedeli e tanto intimamente tutti unisce in Cristo,
da essere il principio dell'unità della Chiesa” [Conc. Ecum. Vat. II, Unitatis
redintegratio, 2]. È dunque proprio dell'essenza stessa della Chiesa di essere
una:
Che
stupendo mistero! Vi è un solo Padre dell'universo, un solo Logos dell'universo
e anche un solo Spirito Santo, ovunque identico; vi è anche una sola vergine
divenuta madre, e io amo chiamarla Chiesa [Clemente d'Alessandria, Paedagogus,
1, 6].
814
Fin dal principio, questa Chiesa “una” si presenta tuttavia con una grande
diversità, che proviene sia dalla varietà dei doni di Dio sia dalla
molteplicità delle persone che li ricevono. Nell'unità del Popolo di Dio si
radunano le diversità dei popoli e delle culture. Tra i membri della Chiesa
esiste una diversità di doni, di funzioni, di condizioni e modi di vita; “nella
comunione ecclesiastica vi sono legittimamente delle Chiese particolari, che
godono di proprie tradizioni” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 13]. La grande ricchezza di tale diversità non si oppone
all'unità della Chiesa. Tuttavia, il peccato e il peso delle sue conseguenze
minacciano continuamente il dono dell'unità. Anche l'Apostolo deve esortare a
“conservare l'unità dello Spirito per mezzo del vincolo della pace”
( [link] Ef 4,3).
815
Quali sono i vincoli dell'unità? “Al di sopra di tutto... la carità, che è il
vincolo di perfezione” ( [link] Col 3,14). Ma l'unità della
Chiesa nel tempo è assicurata anche da legami visibili di comunione:
-
la professione di una sola fede ricevuta dagli Apostoli;
-
la celebrazione comune del culto divino, soprattutto dei sacramenti;
-
la successione apostolica mediante il sacramento dell'Ordine, che custodisce la
concordia fraterna della famiglia di Dio [Cf Conc. Ecum. Vat. II, Unitatis
redintegratio, 2; Id., Lumen gentium, 14; [link] Codice di
Diritto Canonico, 205].
816
“L'unica Chiesa di Cristo. . . ” è quella “che il Salvatore nostro, dopo la sua
Risurrezione, diede da pascere a Pietro, affidandone a lui e agli altri
Apostoli la diffusione e la guida. . . Questa Chiesa, in questo mondo
costituita e organizzata come una società, sussiste ["subsistit in"]
nella Chiesa cattolica, governata dal successore di Pietro e dai vescovi in
comunione con lui”: [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 8]
Il
decreto sull'Ecumenismo del Concilio Vaticano II esplicita: “Solo per mezzo
della cattolica Chiesa di Cristo, che è lo strumento generale della salvezza,si
può ottenere tutta la pienezza dei mezzi di salvezza. In realtà al solo
Collegio apostolico con a capo Pietro crediamo che il Signore ha affidato tutti
i beni della Nuova Alleanza, per costituire l'unico Corpo di Cristo sulla
terra, al quale bisogna che siano pienamente incorporati tutti quelli che già
in qualche modo appartengono al Popolo di Dio” [Conc. Ecum. Vat. II, Unitatis
redintegratio, 3].
Le
ferite dell'unità
817
Di fatto, “in questa Chiesa di Dio una e unica sono sorte fino dai primissimi
tempi alcune scissioni, che l'Apostolo riprova con gravi parole come degne di
condanna; ma nei secoli posteriori sono nati dissensi più ampi e comunità non
piccole si sono staccate dalla piena comunione della Chiesa cattolica, talora
non senza colpa di uomini d'entrambe le parti” [Conc. Ecum. Vat. II, Unitatis
redintegratio, 3]. Le scissioni che feriscono l'unità del Corpo di Cristo (cioè
l'eresia, l'apostasia e lo scisma) [Cf [link] Codice di Diritto
Canonico, 751] non avvengono senza i peccati degli uomini:
Ubi
peccata sunt, ibi est multitudo, ibi schismata, ibi haereses, ibi discussiones.
Ubi autem virtus, ibi singularitas, ibi unio, ex quo omnium credentium erat cor
unum et anima una - Dove c'è il peccato, lì troviamo la molteplicità, lì gli
scismi, lì le eresie, lì le controversie. Dove, invece, regna la virtù, lì c'è
unità, lì comunione, grazie alle quali tutti i credenti erano un cuor solo e
un'anima sola [Origene, Homiliae in Ezechielem, 9, 1].
818
Coloro che oggi nascono in comunità sorte da tali scissioni “e sono istruiti
nella fede di Cristo. . . non possono essere accusati del peccato di
separazione, e la Chiesa cattolica li abbraccia con fraterno rispetto e amore. .
. Giustificati nel Battesimo dalla fede, sono incorporati a Cristo e perciò
sono a ragione insigniti del nome di cristiani e dai figli della Chiesa
cattolica sono giustamente riconosciuti come fratelli nel Signore” [Conc. Ecum.
Vat. II, Unitatis redintegratio, 3].
819
Inoltre, “parecchi elementi di santificazione e di verità” [Conc. Ecum. Vat.
II, Lumen gentium, 8] “si trovano fuori dei confini visibili della Chiesa
cattolica, come la Parola di Dio scritta, la vita della grazia, la fede, la
speranza e la carità, e altri doni interiori dello Spirito Santo ed elementi
visibili” [Conc. Ecum. Vat. II, Unitatis redintegratio, 3; cf Id. , Lumen gentium, 15]. Lo Spirito di Cristo si serve di queste Chiese e
comunità ecclesiali come di strumenti di salvezza, la cui forza deriva dalla
pienezza di grazia e di verità che Cristo ha dato alla Chiesa cattolica. Tutti
questi beni provengono da Cristo e a lui conducono [Cf Conc. Ecum. Vat. II,
Unitatis redintegratio, 3] e “spingono verso l'unità cattolica” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen
gentium, 8].
Verso
l'unità
820
L'unità, Cristo l'ha donata alla sua Chiesa fin dall'inizio. Noi crediamo che
sussista, “senza possibilità di essere perduta, nella Chiesa cattolica e
speriamo che crescerà ogni giorno più sino alla fine dei secoli” [Conc. Ecum.
Vat. II, Unitatis redintegratio, 4]. Cristo fa sempre alla sua Chiesa il dono
dell'unità, ma la Chiesa deve sempre pregare e impegnarsi per custodire,
rafforzare e perfezionare l'unità che Cristo vuole per lei. Per questo Gesù
stesso ha pregato nell'ora della sua Passione e non cessa di pregare il Padre
per l'unità dei suoi discepoli: “. . . Come tu, Padre, sei in me e io in te,
siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato”
( [link] Gv 17,21). Il desiderio di ritrovare l'unità di
tutti i cristiani è un dono di Cristo e un appello dello Spirito Santo [Cf
ibid., 1].
821
Per rispondervi adeguatamente sono necessari:
-
un rinnovamento permanente della Chiesa in una accresciuta fedeltà alla sua
vocazione. Tale rinnovamento è la forza del movimento verso l'unità; [Cf Conc.
Ecum. Vat. II, Unitatis redintegratio, 6]
-
la conversione del cuore per “condurre una vita più conforme al Vangelo”, [Cf
Conc. Ecum. Vat. II, Unitatis redintegratio, 6] poiché è l'infedeltà delle
membra al dono di Cristo a causare le divisioni;
-
la preghiera in comune; infatti la “conversione “conversione del cuore” e la
“santità della vita, insieme con le preghiere private e pubbliche per l'unità
dei cristiani, si devono ritenere come l'anima di tutto il movimento ecumenico
e si possono giustamente chiamare ecumenismo spirituale”; [Cf Conc. Ecum. Vat.
II, Unitatis redintegratio, 6]
-
la reciproca conoscenza fraterna; [Cf ibid.,9]
-
la formazione ecumenica dei fedeli e specialmente dei preti; [Cf ibid., 10]
-
il dialogo tra i teologi e gli incontri tra i cristiani delle differenti Chiese
e comunità; [Cf ibid., 4; 9; 11]
- la
cooperazione tra cristiani nei diversi ambiti del servizio agli uomini [Cf
ibid., 12].
822
La cura di ristabilire l'unione “riguarda tutta la Chiesa, sia i fedeli che i
pastori” [Cf ibid. , 12]. Ma bisogna anche essere consapevoli “che questo santo
proposito di riconciliare tutti i cristiani nell'unità della Chiesa di Cristo,
una e unica, supera le forze e le doti umane”. Perciò riponiamo tutta la nostra
speranza “nell'orazione di Cristo per la Chiesa, nell'amore del Padre per noi e
nella forza dello Spirito Santo” [Cf ibid., 12].
II. La Chiesa
è santa
823
“Noi crediamo che la Chiesa... è indefettibilmente santa. Infatti Cristo,
Figlio di Dio, il quale col Padre e lo Spirito è proclamato "il solo
Santo", ha amato la Chiesa come sua sposa e ha dato se stesso per essa, al
fine di santificarla, e l'ha unita a sé come suo Corpo e l'ha riempita col dono
dello Spirito Santo, per la gloria di Dio” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium,
39]. La Chiesa è dunque “il Popolo santo di
Dio”, [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 39] e i suoi membri sono chiamati
“santi” [Cf [link] At 9,13; [link] 1Cor
6,1; [link] 1Cor 16,1 ].
824
La Chiesa, unita a Cristo, da lui è santificata; per mezzo di lui e in lui
diventa anche santificante. Tutte le attività della Chiesa convergono, come a
loro fine, “verso la santificazione degli uomini e la glorificazione di Dio in
Cristo” [Conc. Ecum. Vat. II, Sacrosanctum concilium, 10]. È nella Chiesa che
si trova “tutta la pienezza dei mezzi di salvezza” [Conc. Ecum. Vat. II,
Unitatis redintegratio, 3]. È in essa che “per mezzo della grazia di Dio
acquistiamo la santità” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 48].
825
“La Chiesa già sulla terra è adornata di una santità vera, anche se imperfetta”
[Conc. Ecum.
Vat. II, Lumen gentium, 48]. Nei suoi
membri, la santità perfetta deve ancora essere raggiunta. “Muniti di tanti e
così mirabili mezzi di salvezza, tutti i fedeli d'ogni stato e condizione sono
chiamati dal Signore, ognuno per la sua via, a quella perfezione di santità di
cui è perfetto il Padre celeste” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 48].
826
La carità è l'anima della santità alla quale tutti sono chiamati: essa “dirige
tutti i mezzi di santificazione, dà loro forma e li conduce al loro fine”:
[Conc. Ecum.
Vat. II, Lumen gentium, 48]
Compresi
che la Chiesa aveva un corpo, composto di varie membra, e non mancava il membro
più nobile e più necessario. Compresi che la Chiesa aveva un cuore, un cuore
ardente d'Amore. Capii che solo l'Amore spingeva al l'azione le membra della
Chiesa e che, spento questo Amore, gli Apostoli non avrebbero più annunziato il
Vangelo, i Martiri non avrebbero più versato il loro sangue. . . Compresi che
l'Amore abbracciava in sé tutte le vocazioni, che l'Amore era tutto, che si
estendeva a tutti i tempi e a tutti i luoghi, . . . in una parola, che l'Amore
è eterno! [Santa Teresa di Gesù Bambino, Manoscritti autobiografici, B 3v]
827
“Mentre Cristo "santo, innocente, immacolato", non conobbe il
peccato, ma venne allo scopo di espiare i soli peccati del popolo, la Chiesa
che comprende nel suo seno i peccatori, santa e insieme sempre bisognosa di
purificazione, incessantemente si applica alla penitenza e al suo rinnovamento”
[Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 8; cf Id. , Unitatis redintegratio, 3; 6].
Tutti i membri della Chiesa, compresi i suoi ministri, devono riconoscersi peccatori
[ Cf [link] 1Gv 1,8-10 ]. In tutti, sino alla fine
dei tempi, la zizzania del peccato si trova ancora mescolata al buon grano del
Vangelo [Cf [link] Mt 13,24-30 ]. La Chiesa raduna
dunque dei peccatori raggiunti dalla salvezza di Cristo, ma sempre in via di
santificazione:
La
Chiesa è santa, pur comprendendo nel suo seno dei peccatori, giacché essa non
possiede altra vita se non quella della grazia: appunto vivendo della sua vita,
i suoi membri si santificano, come, sottraendosi alla sua vita, cadono nei
peccati e nei disordini, che impediscono l'irradiazione della sua santità.
Perciò la Chiesa soffre e fa penitenza per tali peccati, da cui peraltro ha il
potere di guarire i suoi figli con il sangue di Cristo e il dono dello Spirito
Santo [Paolo VI, Credo del popolo di Dio, 19].
828
Canonizzando alcuni fedeli, ossia proclamando solennemente che tali fedeli
hanno praticato in modo eroico le virtù e sono vissuti nella fedeltà alla grazia
di Dio, la Chiesa riconosce la potenza dello Spirito di santità che è in lei, e
sostiene la speranza dei fedeli offrendo loro i santi quali modelli e
intercessori [Cf Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 40; 48-51]. “I santi e le sante sono sempre stati sorgente e origine di
rinnovamento nei momenti più difficili della storia della Chiesa” [Giovanni
Paolo II, Esort. ap. Christifideles laici, 16]. Infatti, “la santità è la
sorgente segreta e la misura infallibile della sua attività apostolica e del suo
slancio missionario” [Giovanni Paolo II, Esort. ap. Christifideles laici, 16].
829
“Mentre la Chiesa ha già raggiunto nella beatissima Vergine la perfezione che
la rende senza macchia e senza ruga, i fedeli si sforzano ancora di crescere
nella santità debellando il peccato; e per questo innalzano gli occhi a Maria”:
[Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 65] in lei la Chiesa è già la tutta santa.
III. La Chiesa
è cattolica
Che
cosa vuol dire “cattolica”?
830
La parola “cattolica” significa “universale” nel senso di “secondo la totalità”
o “secondo l'integralità”. La Chiesa è cattolica in un duplice senso.
È
cattolica perché in essa è presente Cristo. “Là dove è Cristo Gesù, ivi è la
Chiesa cattolica” [Sant'Ignazio di Antiochia, Epistula ad Smyrnaeos, 8, 2]. In
essa sussiste la pienezza del Corpo di Cristo unito al suo Capo, [Cf
[link] Ef 1,22-23 ] e questo implica che essa riceve
da lui “in forma piena e totale i mezzi di salvezza” [Conc. Ecum. Vat. II, Ad
gentes, 6] che egli ha voluto: confessione di fede retta e completa, vita
sacramentale integrale e ministero ordinato nella successione apostolica. La
Chiesa, in questo senso fondamentale, era cattolica il giorno di Pentecoste [Cf
Conc. Ecum. Vat. II, Ad gentes, 4] e lo sarà sempre fino al giorno della
Parusia.
831
Essa è cattolica perché è inviata in missione da Cristo alla totalità del
genere umano: [Cf [link] Mt 28,19 ]
Tutti
gli uomini sono chiamati a formare il nuovo Popolo di Dio. Perciò questo
Popolo, restando uno e unico, si deve estendere a tutto il mondo e a tutti i
secoli, affinché si adempia l'intenzione della volontà di Dio, il quale in
principio ha creato la natura umana una, e vuole radunare insieme infine i suoi
figli, che si erano dispersi. . . Questo carattere di universalità che adorna
il Popolo di Dio, è un dono dello stesso Signore, e con esso la Chiesa
cattolica efficacemente e senza soste tende a ricapitolare tutta l'umanità, con
tutti i suoi beni, in Cristo capo nell'unità del suo Spirito [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen
gentium, 13].
Ogni
Chiesa particolare è “cattolica”
832
La “Chiesa di Cristo è veramente presente in tutte le legittime assemblee locali
di fedeli, le quali, aderendo ai loro pastori, sono anche esse chiamate Chiese
del Nuovo Testamento. . . In esse con la predicazione del Vangelo di Cristo
vengono radunati i fedeli e si celebra il mistero della Cena del Signore. . .
In queste comunità, sebbene spesso piccole e povere o che vivono nella
dispersione, è presente Cristo, per virtù del quale si raccoglie la Chiesa una,
santa, cattolica e apostolica” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 13].
833
Per Chiesa particolare, che è in primo luogo la diocesi (o l'eparchia), si
intende una comunità di fedeli cristiani in comunione nella fede e nei
sacramenti con il loro vescovo ordinato nella successione apostolica [Cf Conc.
Ecum. Vat. II, Christus Dominus, 11; [link] Codice di Diritto
Canonico, 368-369]. Queste Chiese particolari sono “formate a
immagine della Chiesa universale”; in esse e a partire da esse “esiste la sola
e unica Chiesa cattolica” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 23].
834
Le Chiese particolari sono pienamente cattoliche per la comunione con una di
loro: la Chiesa di Roma, “che presiede alla carità” [Sant'Ignazio di Antiochia,
Epistula ad Romanos, 1, 1]. “È sempre stato necessario che ogni Chiesa, cioè i
fedeli di ogni luogo, si volgesse alla Chiesa romana in forza del suo sacro
primato” [Sant'Ireneo di Lione, Adversus haereses, 3, 3, 2: ripreso dal
Concilio Vaticano I: Denz. -Schönm., 3057]. “Infatti, dalla discesa del Verbo
Incarnato verso di noi, tutte le Chiese cristiane sparse in ogni luogo hanno
ritenuto e ritengono la grande Chiesa che è qui [a Roma] come unica base e
fondamento perché, secondo le promesse del Salvatore, le porte degli inferi non
hanno mai prevalso su di essa” [San Massimo il Confessore, Opuscula theologica
et polemica: PG 91, 137-140].
835
“Ma dobbiamo ben guardarci dal concepire la Chiesa universale come la somma o,
per così dire, la federazione di Chiese particolari. È la stessa Chiesa che,
essendo universale per vocazione e per missione, quando getta le sue radici
nella varietà dei terreni culturali, sociali, umani, assume in ogni parte del
mondo fisionomie ed espressioni esteriori diverse” [Paolo VI, Esort. ap.
Evangelii nuntiandi, 62]. La ricca varietà di discipline ecclesiastiche, di
riti liturgici, di patrimoni teologici e spirituali propri alle “Chiese locali
tra loro concordi, dimostra con maggior evidenza la cattolicità della Chiesa
indivisa” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 23].
Chi
appartiene alla Chiesa cattolica?
836
“Tutti gli uomini sono chiamati a questa cattolica unità del Popolo di Dio. .
., alla quale in vario modo appartengono o sono ordinati sia i fedeli
cattolici, sia gli altri credenti in Cristo, sia, infine, tutti gli uomini, che
dalla grazia di Dio sono chiamati alla salvezza” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium,
23].
837
“Sono pienamente incorporati nella società della Chiesa quelli che, avendo lo
Spirito di Cristo, accettano integra la sua struttura e tutti i mezzi di
salvezza in essa istituiti, e nel suo organismo visibile sono uniti con Cristo
- che la dirige mediante il sommo pontefice e i vescovi - dai vincoli della
professione di fede, dei sacramenti, del governo ecclesiastico e della
comunione. Non si salva, però, anche se incorporato alla Chiesa, colui che, non
perseverando nella carità, rimane sì in seno alla Chiesa col "corpo"
ma non col "cuore"” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 23].
838
“Con coloro che, battezzati, sono sì insigniti del nome cristiano, ma non
professano la fede integrale o non conservano l'unità della comunione sotto il
successore di Pietro, la Chiesa sa di essere per più ragioni unita” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen
gentium, 23]. “Quelli infatti che credono
in Cristo e hanno ricevuto debitamente il Battesimo sono costituiti in una
certa comunione, sebbene imperfetta, con la Chiesa cattolica” [Conc. Ecum. Vat.
II, Unitatis redintegratio, 3]. Con le Chiese ortodosse, questa comunione è
così pro fonda “che le manca ben poco per raggiungere la pienezza che autorizza
una celebrazione comune della Eucaristia del Signore” [Paolo VI, discorso del
14 dicembre 1975; cf Conc. Ecum. Vat. II, Unitatis redintegratio, 13-18].
La
Chiesa e i non cristiani
839
“Quelli che non hanno ancora ricevuto il Vangelo, in vari modi sono ordinati al
Popolo di Dio”. [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 16]
Il
rapporto della Chiesa con il popolo ebraico. La Chiesa, Popolo di Dio nella Nuova
Alleanza, scrutando il suo proprio mistero, scopre il proprio legame con gli
Ebrei, [Cf Conc. Ecum. Vat. II, Nostra aetate, 4] che Dio “scelse primi fra
tutti gli uomini ad accogliere la sua parola” [Messale Romano, Venerdì Santo:
preghiera universale VI]. A differenza delle altre religioni non cristiane, la
fede ebraica è già risposta alla rivelazione di Dio nella Antica Alleanza. È al
popolo ebraico che appartengono “l'adozione a figli, la gloria, le alleanze, la
legislazione, il culto, le promesse, i patriarchi; da essi proviene Cristo
secondo la carne” ( [link] Rm 9,4-5) perché “i doni e
la chiamata di Dio sono irrevocabili!” ( [link] Rm 11,29).
840
Del resto, quando si considera il futuro, il popolo di Dio dell'Antica Alleanza
e il nuovo popolo di Dio tendono a fini analoghi: l'attesa della venuta (o del
ritorno) del Messia. Ma tale attesa è, da una parte, rivolta al ritorno del
Messia, morto e risorto, riconosciuto come Signore e Figlio di Dio, dall'altra
è rivolta alla venuta del Messia, i cui tratti rimangono velati, alla fine dei
tempi: si ha un'attesa accompagnata dall'ignoranza o dal misconoscimento di
Gesù Cristo.
841
Le relazioni della Chiesa con i Musulmani. “Il disegno della salvezza abbraccia
anche coloro che riconoscono il Creatore, e tra questi in primo luogo i
Musulmani, i quali, professando di tenere la fede di Abramo, adorano con noi un
Dio unico, misericordioso, che giudicherà gli uomini nel giorno finale” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen
gentium, 16; cf Id. , Nostra aetate, 3].
842
Il legame della Chiesa con le religioni non cristiane è anzitutto quello della
comune origine e del comune fine del genere umano:
Infatti
tutti i popoli costituiscono una sola comunità. Essi hanno una sola origine
poiché Dio ha fatto abitare l'intero genere umano su tutta la faccia della
terra; essi hanno anche un solo fine ultimo, Dio, del quale la provvidenza, la
testimonianza di bontà e il disegno di salvezza si estendono a tutti, finché
gli eletti si riuniscano nella città santa [Conc. Ecum. Vat. II, Nostra aetate,
1].
843
La Chiesa riconosce nelle altre religioni la ricerca, ancora “nelle ombre e
nelle immagini”, “di un Dio ignoto” ma vicino, “poiché è lui che dà a tutti
vita e respiro ad ogni cosa, e. . . vuole che tutti gli uomini siano salvi”.
Pertanto la Chiesa considera “tutto ciò che di buono e di vero” si trova nelle
religioni “come una preparazione al Vangelo, e come dato da colui che illumina
ogni uomo, affinché abbia finalmente la vita” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen
gentium, 16; cf Id. , Nostra aetate, 2; Paolo VI, Esort. ap. Evangelii
nuntiandi, 53].
844
Ma nel loro comportamento religioso, gli uomini mostrano anche limiti ed errori
che sfigurano in loro l'immagine di Dio:
Molto
spesso gli uomini, ingannati dal maligno, hanno vaneggiato nei loro
ragionamenti e hanno scambiato la verità divina con la menzogna, servendo la
creatura piuttosto che il Creatore, oppure vivendo e morendo senza Dio in
questo mondo, sono esposti alla disperazione finale [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen
gentium, 16].
845
Proprio per riunire di nuovo tutti i suoi figli, dispersi e sviati dal peccato,
il Padre ha voluto convocare l'intera umanità nella Chiesa del Figlio suo. La
Chiesa è il luogo in cui l'umanità deve ritrovare l'unità e la salvezza. È il
“mondo riconciliato” [Sant'Agostino, Sermones, 96, 7, 9: PL 38, 588]. È la nave
che, “pleno dominicae crucis velo Sancti Spiritus flatu in hoc bene navigat
mundo - spiegate le vele della croce del Signore al soffio dello Spirito Santo,
naviga sicura in questo mondo”; [Sant'Ambrogio, De virginitate, 18, 188: PL 16,
297B] secondo un'altra immagine, cara ai Padri della Chiesa, è l'Arca di Noè
che, sola, salva dal diluvio [Cf [link] 1Pt 3,20-21
].
“Fuori
della Chiesa non c'è salvezza”
846
Come bisogna intendere questa affermazione spesso ripetuta dai Padri della
Chiesa? Formulata in modo positivo, significa che ogni salvezza viene da
Cristo-Capo per mezzo della Chiesa che è il suo Corpo:
Il
santo Concilio. . . insegna, appoggiandosi sulla Sacra Scrittura e sulla
Tradizione, che questa Chiesa pellegrinante è necessaria alla salvezza. Infatti
solo Cristo, presente per noi nel suo Corpo, che è la Chiesa, è il mediatore e
la via della salvezza; ora egli, inculcando espressamente la necessità della
fede e del Battesimo, ha insieme confermata la necessità della Chiesa, nella
quale gli uomini entrano mediante il Battesimo come per la porta. Perciò non
potrebbero salvarsi quegli uomini, i quali, non ignorando che la Chiesa
cattolica è stata da Dio per mezzo di Gesù Cristo fondata come necessaria, non
avessero tuttavia voluto entrare in essa o in essa perseverare [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen
gentium, 14].
847
Questa affermazione non si riferisce a coloro che, senza loro colpa, ignorano
Cristo e la Chiesa:
Infatti,
quelli che senza colpa ignorano il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa, e
tuttavia cercano sinceramente Dio, e sotto l'influsso della grazia si sforzano
di compiere con le opere la volontà di Dio, conosciuta attraverso il dettame
della coscienza, possono conseguire la salvezza eterna [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen
gentium, 14].
848
“Benché Dio, attraverso vie a lui note, possa portare gli uomini, che senza
loro colpa ignorano il Vangelo, alla fede, senza la quale è impossibile
piacergli, [Cf [link] Eb 11,6 ] è tuttavia compito
imprescindibile della Chiesa, ed insieme sacro diritto, evangelizzare” [Conc.
Ecum. Vat. II, Ad gentes, 7] tutti gli uomini.
La
missione - un'esigenza della cattolicità della Chiesa
849
Il mandato missionario. “Inviata da Dio alle genti per essere "sacramento
universale di salvezza", la Chiesa, per le esigenze più profonde della sua
cattolicità e obbedendo all'ordine del suo fondatore, si sforza d'annunciare il
Vangelo a tutti gli uomini”: [Conc. Ecum. Vat. II, Ad gentes, 7] “Andate dunque
e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e
dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho
comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”
( [link] Mt 28,19-20).
850
L'origine e lo scopo della missione. Il mandato missionario del Signore ha la
sua ultima sorgente nell'amore eterno della Santissima Trinità: “La Chiesa
pellegrinante per sua natura è missionaria, in quanto essa trae origine dalla
missione del Figlio e dalla missione dello Spirito Santo, secondo il disegno di
Dio Padre” [Conc. Ecum. Vat. II, Ad gentes, 7]. E il fine ultimo della missione
altro non è che di rendere partecipi gli uomini della comunione che esiste tra
il Padre e il Figlio nel loro Spirito d'amore [Cf Giovanni Paolo II, Lett. enc.
Redemptoris missio, 23].
851
Il motivo della missione. Da sempre la Chiesa ha tratto l'obbligo e la forza
del suo slancio missionario dall' amore di Dio per tutti gli uomini: “poiché
l'amore di Cristo ci spinge. . . ” ( [link] 2Cor 5,14) [Cf Conc. Ecum. Vat. II, Apostolicam actuositatem, 6; Giovanni
Paolo II, Lett. enc. Redemptoris missio, 11]. Infatti Dio “vuole che tutti gli
uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità”
( [link] 1Tm 2,4). Dio vuole la salvezza di tutti attraverso
la conoscenza della verità. La salvezza si trova nella verità. Coloro che obbediscono
alla mozione dello Spirito di verità sono già sul cammino della salvezza; ma la
Chiesa, alla quale questa verità è stata affidata, deve andare incontro al loro
desiderio offrendola loro. Proprio perché crede al disegno universale di
salvezza, la Chiesa deve essere missionaria.
852
Le vie della missione. “Lo Spirito Santo è il protagonista di tutta la missione
ecclesiale” [Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptoris missio, 21]. È lui che
conduce la Chiesa sulle vie della missione. Essa “continua e sviluppa nel corso
della storia la missione del Cristo stesso, inviato a portare la Buona Novella
ai poveri; sotto l'influsso dello Spirito di Cristo, essa deve procedere per la
stessa strada seguita da Cristo, la strada cioè della povertà, dell'obbedienza,
del servizio e del sacrificio di sé. . ., fino alla morte, da cui uscì
vincitore” con la risurrezione [Conc. Ecum. Vat. II, Ad gentes, 5]. È così che
“il sangue dei martiri è seme di cristiani” [Tertulliano, Apologeticus, 50].
853
Ma “anche in questo nostro tempo sa bene la Chiesa quanto distanti siano tra
loro il messaggio ch'essa reca e l'umana debolezza di coloro cui è affidato il
Vangelo” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 43]. Solo applicandosi
incessantemente “alla penitenza e al rinnovamento” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen
gentium, 8; cf 15] e “camminando per l'angusta via della croce”, [Conc. Ecum.
Vat. II, Ad gentes, 1] il Popolo di Dio può estendere il regno di Cristo [Cf
Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptoris missio, 12-20]. Infatti, “come Cristo
ha compiuto la sua opera di Redenzione attraverso la povertà e le persecuzioni,
così pure la Chiesa è chiamata a prendere la stessa via per comunicare agli
uomini i frutti della salvezza” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 8].
854
Per mezzo della sua stessa missione, la Chiesa “cammina insieme con l'umanità
tutta e sperimenta assieme al mondo la medesima sorte terrena, ed è come il
fermento e quasi l'anima della società umana, destinata a rinnovarsi in Cristo
e a tra sformarsi in famiglia di Dio” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes,
40]. L'impegno missionario esige dunque la pazienza. Incomincia con l'annunzio
del Vangelo ai popoli e ai gruppi che ancora non credono a Cristo; [Cf Giovanni
Paolo II, Lett. enc. Redemptoris missio, 42-47] prosegue con la costituzione di
comunità cristiane che siano “segni della presenza di Dio nel mondo”, [Conc.
Ecum. Vat. II, Ad gentes, 15] e con la fondazione di Chiese locali; [Cf
Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptoris missio, 48-49] avvia un processo di
inculturazione per incarnare il Vangelo nelle culture dei popoli; [Cf Giovanni
Paolo II, Lett. enc. Redemptoris missio, 52-54] non mancherà di conoscere anche
degli insuccessi. “Per quanto riguarda gli uomini, i gruppi e i popoli, solo
gradatamente la Chiesa li raggiunge e li penetra, e li assume così nella
pienezza cattolica” [Conc. Ecum. Vat. II, Ad gentes, 6].
855
La missione della Chiesa richiede lo sforzo verso l'unità dei cristiani [Cf Giovanni
Paolo II, Lett. enc. Redemptoris missio, 50]. Infatti, “le divisioni dei
cristiani impediscono che la Chiesa stessa attui la pienezza della cattolicità
ad essa propria in quei figli, che le sono bensì uniti col Battesimo, ma sono
separati dalla sua piena comunione. Anzi, alla Chiesa stessa, diventa più
difficile esprimere sotto ogni aspetto la pienezza della cattolicità proprio
nella realtà della vita” [Conc. Ecum. Vat. II, Unitatis redintegratio, 4].
856
L'attività missionaria implica un dialogo rispettoso con coloro che non
accettano ancora il Vangelo [Cf Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptoris
missio, 55]. I credenti possono trarre profitto per se stessi da questo
dialogo, imparando a conoscere meglio “tutto ciò che di verità e di grazia era
già riscontrabile, per una nascosta presenza di Dio, in mezzo alle genti”
[Conc. Ecum. Vat. II, Ad gentes, 9]. Se infatti essi annunziano la Buona
Novella a coloro che la ignorano, è per consolidare, completare ed elevare la
verità e il bene che Dio ha diffuso tra gli uomini e i popoli, e per
purificarli dall'errore e dal male “per la gloria di Dio, la confusione del
demonio e la felicità dell'uomo” [Conc. Ecum. Vat. II, Ad gentes, 9].
IV. La Chiesa
è apostolica
857
La Chiesa è apostolica, perché è fondata sugli Apostoli, e ciò in un triplice
senso:
-
essa è stata e rimane costruita sul “fondamento degli Apostoli”
( [link] Ef 2,20), [Cf [link] Ap 21,14 ]
testimoni scelti e mandati in missione da Cristo stesso; [Cf
[link] Mt 28,16-20; [link] At
1,8; [link] 1Cor 9,1;
[link] 1Cor 15,7-8; [link] Gal
1,1; ecc...]
-
custodisce e trasmette, con l'aiuto dello Spirito che abita in essa,
l'insegnamento, [Cf [link] At 2,42 ] il buon deposito, le
sane parole udite dagli Apostoli; [Cf [link] 2Tm
1,13-14 ]
-
fino al ritorno di Cristo, continua ad essere istruita, santificata e guidata
dagli Apostoli grazie ai loro successori nella missione pastorale: il collegio
dei vescovi, “coadiuvato dai sacerdoti ed unito al successore di Pietro e
supremo pastore della Chiesa” [Conc. Ecum. Vat. II, Ad gentes, 5].
Pastore
eterno, tu non abbandoni il tuo gregge, ma lo custodisci e proteggi sempre per
mezzo dei tuoi santi Apostoli, e lo conduci attraverso i tempi, sotto la guida
di coloro che tu stesso hai eletto vicari del tuo Figlio e hai costituito
pastori [Messale Romano, Prefazio degli Apostoli I].
La
missione degli Apostoli
858
Gesù è l'Inviato del Padre. Fin dall'inizio del suo ministero, “chiamò a sé
quelli che egli volle. . . Ne costituì Dodici che stessero con lui e anche per mandarli
a predicare” ( [link] Mc 3,13-14). Da quel momento,
essi saranno i suoi “inviati” [questo il significato del termine greco
“apostoloi”]. In loro Gesù continua la sua missione: “Come il Padre ha mandato
me, anch'io mando voi” ( [link] Gv 20,21) [Cf
[link] Gv 13,20; [link] Gv 17,18 ]. Il
loro ministero è quindi la continuazione della sua missione: “Chi accoglie voi,
accoglie me”, dice ai Dodici ( [link] Mt 10,40) [Cf
[link] Lc 10,16 ].
859
Gesù li unisce alla missione che ha ricevuto dal Padre. Come “il Figlio da sé
non può fare nulla” ( [link] Gv 5,19; [link] Gv
5,30), ma riceve tutto dal Padre che lo ha inviato, così coloro che
Gesù invia non possono fare nulla senza di lui, [Cf [link] Gv
15,5 ] dal quale ricevono il mandato della missione e il potere di
compierla. Gli Apostoli di Cristo sanno di essere resi da Dio “ministri adatti
di una Nuova Alleanza” ( [link] 2Cor 3,6), “ministri di Dio”
( [link] 2Cor 6,4), “ambasciatori per Cristo”
( [link] 2Cor 5,20), “ministri di Cristo e amministratori dei
misteri di Dio” ( [link] 1Cor 4,1).
860
Nella missione degli Apostoli c'è un aspetto che non può essere trasmesso:
essere i testimoni scelti della Risurrezione del Signore e le fondamenta della
Chiesa. Ma vi è anche un aspetto permanente della loro missione. Cristo ha
promesso di rimanere con loro sino alla fine del mondo [Cf [link] Mt
28,20 ]. La “missione divina, affidata da Cristo agli Apostoli, dovrà
durare sino alla fine dei secoli, poiché il Vangelo che essi devono trasmettere
è per la Chiesa principio di tutta la sua vita in ogni tempo. Per questo gli
Apostoli... ebbero cura di costituirsi dei successori” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen
gentium, 20].
I
vescovi successori degli Apostoli
861
“Perché la missione loro affidata venisse continuata dopo la loro morte, [gli
Apostoli] lasciarono quasi in testamento ai loro immediati cooperatori
l'incarico di completare e consolidare l'opera da essi incominciata,
raccomandando loro di attendere a tutto il gregge, nel quale lo Spirito Santo
li aveva posti per pascere la Chiesa di Dio. Essi stabilirono dunque questi
uomini e in seguito diedero disposizione che, quando essi fossero morti, altri
uomini provati prendessero la successione del loro ministero” [Conc. Ecum. Vat.
II, Lumen gentium, 20; cf San Clemente di Roma, Epistula ad Corinthios, 42;
44].
862
“Come quindi permane l'ufficio dal Signore concesso singolarmente a Pietro, il
primo degli Apostoli, e da trasmettersi ai suoi successori, così permane
l'ufficio degli Apostoli di pascere la Chiesa, da esercitarsi ininterrottamente
dal sacro ordine dei vescovi”. Perciò la Chiesa insegna che “i vescovi per
divina istituzione sono succeduti al posto degli Apostoli, quali pastori della Chiesa:
chi li ascolta, ascolta Cristo, chi li disprezza, disprezza Cristo e colui che
Cristo ha mandato” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 20].
L'apostolato
863
Tutta la Chiesa è apostolica in quanto rimane in comunione di fede e di vita
con la sua origine attraverso i successori di san Pietro e degli Apostoli.
Tutta la Chiesa è apostolica, in quanto è “inviata” in tutto il mondo; tutti i
membri della Chiesa, sia pure in modi diversi, partecipano a questa missione.
“La vocazione cristiana infatti è per sua natura anche vocazione
all'apostolato”. “Si chiama apostolato” “tutta l'attività del Corpo mistico”
ordinata alla “diffusione del regno di Cristo su tutta la terra” [Conc. Ecum.
Vat. II, Apostolicam actuositatem, 2].
864
“Siccome la fonte e l'origine di tutto l'apostolato della Chiesa è Cristo,
mandato dal Padre, è evidente che la fecondità dell'apostolato”, sia quello dei
ministri ordinati sia quello “dei laici, dipende dalla loro unione vitale con
Cristo” [Cf [link] Gv 15,5; Conc. Ecum. Vat. II, Apostolicam
actuositatem, 4]. Secondo le vocazioni, le esigenze dei tempi, i vari doni
dello Spirito Santo, l'apostolato assume le forme più diverse. Ma la carità,
attinta soprattutto nell'Eucaristia, rimane sempre “come l'anima di tutto
l'apostolato” [Conc. Ecum. Vat. II, Apostolicam actuositatem, 3].
865
La Chiesa è una, santa, cattolica e apostolica nella sua identità profonda e
ultima, perché in essa già esiste e si compirà alla fine dei tempi “il Regno
dei cieli”, “il Regno di Dio”, [Cf [link] Ap 19,6 ] che è
venuto nella Persona di Cristo e che misteriosamente cresce nel cuore di coloro
che a lui sono incorporati, fino alla sua piena manifestazione escatologica.
Allora tutti gli uomini da lui redenti, in lui resi “ santi e immacolati al
cospetto” di Dio “nella carità” ( [link] Ef 1,4) saranno
riuniti come l'unico Popolo di Dio, “la sposa dell'Agnello” ( [link] Ap
21,9), “la città santa” che scende “dal cielo, da Dio, risplendente
della gloria di Dio” ( [link] Ap 21,10-11); e “le
mura della città poggiano su dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi
dei dodici Apostoli dell'Agnello ” ( [link] Ap 21,14).
IN SINTESI
866 La Chiesa è una:
essa ha un solo Signore, professa una sola fede, nasce da un solo Battesimo,
forma un solo Corpo, vivificato da un solo Spirito, in vista di un'unica
speranza , [Cf [link] Ef 4,3-5 ] al compimento della
quale saranno superate tutte le divisioni.
867 La Chiesa è santa:
il Dio Santissimo è il suo autore; Cristo, suo Sposo, ha dato se stesso per
lei, per santificarla; lo Spirito di santità la vivifica. Benché comprenda in
sé uomini peccatori, è senza macchia: “ex maculatis immaculata”. Nei santi
risplende la sua santità; in Maria è già la tutta santa.
868 La Chiesa è
cattolica: essa annunzia la totalità della fede; porta in sé e amministra la
pienezza dei mezzi di salvezza; è mandata a tutti i popoli; si rivolge a tutti
gli uomini; abbraccia tutti i tempi; “per sua natura è missionaria” [Conc.
Ecum. Vat. II, Ad gentes, 2].
869 La Chiesa è
apostolica: è costruita su basamenti duraturi: “i dodici Apostoli dell'Agnello”
( [link] Ap 21,14); è indistruttibile; [Cf [link] Mt
16,18 ] è infallibilmente conservata nella verità: Cristo la governa
per mezzo di Pietro e degli altri Apostoli, presenti nei loro successori, il
Papa e il collegio dei vescovi.
870 “Questa è l'unica
Chiesa di Cristo, che nel Simbolo professiamo una, santa, cattolica e
apostolica” ... Essa “sussiste nella Chiesa cattolica, governata governata dal
successore di Pietro e dai vescovi in comunione con lui, ancorché al di fuori
del suo organismo visibile si trovino parecchi elementi di santificazione e di
verità” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 8].
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