II. La
meditazione
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La meditazione è soprattutto una ricerca. Lo spirito cerca di comprendere il
perché e il come della vita cristiana, per aderire e rispondere a ciò che il
Signore chiede. Ci vuole un'attenzione difficile da disciplinare. Abitualmente
ci si aiuta con qualche libro, e ai cristiani non mancano: la Sacra Scrittura,
particolarmente il Vangelo, le sante icone, i testi liturgici del giorno o del tempo,
gli scritti dei Padri della vita spirituale, le opere di spiritualità, il
grande libro della creazione e quello della storia, la pagina dell'“Oggi” di
Dio.
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Meditare quanto si legge porta ad appropriarsene, confrontandolo con se stessi.
Qui si apre un altro libro: quello della vita. Si passa dai pensieri alla
realtà. A misura dell'umiltà e della fede che si ha, vi si scoprono i moti che
agitano il cuore e li si può discernere. Si tratta di fare la verità per venire
alla Luce: “Signore, che cosa vuoi che io faccia?”.
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I metodi di meditazione sono tanti quanti i maestri spirituali. Un cristiano
deve meditare regolarmente, altrimenti rassomiglia ai tre primi terreni della
parabola del seminatore [Cf [link] Mc 4,4-7;
[link] Mc 4,15-19 ]. Ma un metodo non è che una
guida; l'importante è avanzare, con lo Spirito Santo, sull'unica via della
preghiera: Cristo Gesù.
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La meditazione mette in azione il pensiero, l'immaginazione, l'emozione e il
desiderio. Questa mobilitazione è necessaria per approfondire le convinzioni di
fede, suscitare la conversione del cuore e rafforzare la volontà di seguire
Cristo. La preghiera cristiana di preferenza si sofferma a meditare “i misteri
di Cristo”, come nella “lectio divina” o nel Rosario. Questa forma di
riflessione orante ha un grande valore, ma la preghiera cristiana deve tendere
più lontano: alla conoscenza d'amore del Signore Gesù, all'unione con lui.
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