II. Venga il tuo
Regno
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Nel Nuovo Testamento la parola “Basileia” può essere tradotta con regalità
(nome astratto), regno (nome concreto) oppure signoria (nome d'azione). Il
Regno di Dio è prima di noi; si è avvicinato nel Verbo incarnato, viene
annunciato in tutto il Vangelo, è venuto nella Morte e Risurrezione di Cristo.
Il Regno di Dio viene fin dalla santa Cena e nell'Eucaristia, esso è in mezzo a
noi. Il Regno verrà nella gloria allorché Cristo lo consegnerà al Padre suo:
E'
anche possibile che il Regno di Dio significhi Cristo in persona, lui che
invochiamo con i nostri desideri tutti i giorni, lui di cui bramiamo affrettare
la venuta con la nostra attesa. Come egli è la nostra Risurrezione, perché in
lui risuscitiamo, così può essere il Regno di Dio, perché in lui regneremo [San
Cipriano di Cartagine, De oratione dominica, 13: PL 4, 527C-528A].
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Questa richiesta è il “Marana tha”, il grido dello Spirito e della Sposa:
“Vieni, Signore Gesù”.
Anche
se questa preghiera non ci avesse imposto il dovere di chiedere l'avvento del
Regno, noi avremmo, con incontenibile spontaneità, lanciato questo grido, bruciati
dalla fretta di andare ad abbracciare ciò che forma l'oggetto delle nostre
speranze. Le anime dei martiri, sotto l'altare, invocano il Signore gridando a
gran voce: “Fino a quando, Sovrano, non vendicherai il nostro sangue sopra gli
abitanti della terra?” ( [link] Ap 6,10 ). A loro, in
realtà, dev'essere fatta giustizia, alla fine dei tempi. Signore, affretta,
dunque, la venuta del tuo Regno! [Tertulliano, De oratione, 5]
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Nella Preghiera del Signore si tratta principalmente della venuta finale del
Regno di Dio con il ritorno di Cristo [Cf [link] Tt 2,13 ].
Questo desiderio non distoglie però la Chiesa dalla sua missione in questo
mondo, anzi, la impegna maggiormente. Infatti, dopo la Pentecoste, la venuta
del Regno è l'opera dello Spirito del Signore, inviato “a perfezionare la sua
opera nel mondo e compiere ogni santificazione” [Messale Romano, Preghiera
eucaristica IV].
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“Il Regno di Dio. . . è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo” (
[link] Rm 14,17 ). Gli ultimi tempi, nei quali siamo, sono
quelli dell'effusione dello Spirito Santo. Pertanto è ingaggiato un
combattimento decisivo tra “la carne” e lo Spirito: [Cf
[link] Gal 5,16-25 ]
Solo
un cuore puro può dire senza trepidazione alcuna: “Venga il tuo Regno”. Bisogna
essere stati alla scuola di Paolo per dire: “Non regni più dunque il peccato
nel nostro corpo mortale” ( [link] Rm 6,12 ). Colui che
nelle azioni, nei pensieri, nelle parole si conserva puro, può dire a Dio:
“Venga il tuo Regno!” [San Cirillo di Gerusalemme, Catecheses mistagogicae, 5,
13: PG 33, 1120A].
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Con un discernimento secondo lo Spirito, i cristiani devono distinguere tra la
crescita del Regno di Dio e il progresso della cultura e della società in cui
sono inseriti. Tale distinzione non è una separazione. La vocazione dell'uomo
alla vita eterna non annulla ma rende più imperioso il dovere di utilizzare le
energie e i mezzi ricevuti dal Creatore per servire in questo mondo la
giustizia e la pace [Con. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 22; 32; 39; 45; Paolo
VI, Esort. ap. Evangelii nuntiandi, 31].
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Questa domanda è assunta ed esaudita nella preghiera di Gesù, [Cf
[link] Gv 17,17-20 ] presente ed efficace
nell'Eucaristia; produce il suo frutto nella vita nuova secondo le Beatitudini
[Cf [link] Mt 5,13-16; [link] Mt
6,24; [link] Mt 7,12-13 ].
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