Articolo 1
LA RIVELAZIONE DI DIO
I. Dio rivela il suo “disegno di benevolenza”
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“Piacque a Dio nella sua bontà e sapienza rivelare se stesso e far conoscere il
mistero della sua volontà, mediante il quale gli uomini, per mezzo di Cristo,
Verbo fatto carne, nello Spirito Santo hanno accesso al Padre e sono così resi
partecipi della divina natura” [Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 2].
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Dio che “abita una luce inaccessibile” ( [link] 1Tm
6,16) vuole comunicare la propria vita divina agli uomini da lui
liberamente creati, per farne figli adottivi nel suo unico Figlio [Cf
[link] Ef 1,4-5 ]. Rivelando se stesso, Dio vuole
rendere gli uomini capaci di rispondergli, di conoscerlo e di amarlo ben più di
quanto sarebbero capaci da se stessi.
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Il disegno divino della Rivelazione si realizza ad un tempo “con eventi e
parole” che sono “intimamente connessi tra loro” [Conc. Ecum. Vat. II, Dei
Verbum, 2] e si chiariscono a vicenda. Esso comporta una “pedagogia divina”
particolare: Dio si comunica gradualmente all'uomo, lo prepara per tappe a ricevere
la Rivelazione soprannaturale che egli fa di se stesso e che culmina nella
persona e nella missione del Verbo incarnato, Gesù Cristo.
Sant'Ireneo
di Lione parla a più riprese di questa pedagogia divina sotto l'immagine della
reciproca familiarità tra Dio e l'uomo: “Il Verbo di Dio pose la sua abitazione
tra gli uomini e si è fatto Figlio dell'uomo, per abituare l'uomo a comprendere
Dio e per abituare Dio a mettere la sua dimora nell'uomo secondo la volontà del
Padre” [Sant'Ireneo di Lione, Adversus haereses, 3, 20, 2; cf p. esempio 3, 17,
1; 4, 12, 4; 4, 21, 3].
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