III. Padre
“nostro”
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Padre “nostro” è riferito a Dio. L'aggettivo, per quel che ci riguarda, non
esprime un possesso, ma una relazione con Dio totalmente nuova.
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Quando diciamo Padre “nostro” riconosciamo anzitutto che tutte le sue Promesse
d'amore annunziate dai Profeti sono compiute nella nuova ed eterna Alleanza nel
suo Cristo: noi siamo diventati il “suo” Popolo ed egli è ormai il “nostro”
Dio. Questa nuova relazione è un'appartenenza reciproca donata gratuitamente: è
con l'amore e la fedeltà [Cf [link] Os 2,21-22;
[link] Os 6,1-6 ] che dobbiamo rispondere alla
“grazia” e alla “verità” che ci sono date in Gesù Cristo ( [link] Gv
1,17 ).
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Poiché la Preghiera del Signore è quella del suo Popolo negli “ultimi tempi”,
questo “nostro” esprime anche la nostra speranza nell'ultima promessa di Dio:
nella nuova Gerusalemme egli dirà del vincitore: “Io sarò il suo Dio ed egli
sarà mio figlio” ( [link] Ap 21,7 ).
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Pregando il Padre “nostro” ci rivolgiamo personalmente al Padre del Signore
nostro Gesù Cristo. Non dividiamo la divinità, poiché il Padre ne è “la
sorgente e l'origine”, ma confessiamo in tal modo che il Figlio è eternamente
generato da lui e che da lui procede lo Spirito Santo. Non confondiamo neppure
le Persone, perché confessiamo che la nostra comunione è con il Padre e il
Figlio suo, Gesù Cristo, nel loro unico Santo Spirito. La Santissima Trinità è
consustanziale e indivisibile. Quando preghiamo il Padre, Lo adoriamo e Lo
glorifichiamo con il Figlio e lo Spirito Santo.
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Grammaticalmente, “nostro” qualifica una realtà comune a più persone. Non c'è che
un solo Dio ed è riconosciuto Padre da coloro che, mediante la fede nel suo
Figlio unigenito, da lui sono rinati mediante l'acqua e lo Spirito [Cf
[link] 1Gv 5,1; [link] Gv 3,5 ]. La
Chiesa è questa nuova comunione di Dio e degli uomini: unita al Figlio unico
diventato “il primogenito di molti fratelli” ( [link] Rm
8,29 ), essa è in comunione con un solo e medesimo Padre, in un solo
e medesimo Spirito Santo [Cf [link] Ef 4,4-6 ].
Pregando il “Padre nostro”, ogni battezzato prega in questa comunione: “La
moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva un cuor solo e un'anima
sola” ( [link] At 4,32 ).
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Per questo, nonostante le divisioni dei cristiani, la preghiera al Padre
“nostro” rimane il bene comune e un appello urgente per tutti i battezzati. In
comunione con Cristo mediante la fede e il Battesimo, essi devono partecipare
alla preghiera di Gesù per l'unità dei suoi discepoli [Cf Conc. Ecum. Vat. II,
Unitatis redintegratio, 8; 22].
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Infine, se preghiamo in verità il “Padre nostro”, usciamo dall'individualismo,
perché ne siamo liberati dall'Amore che accogliamo. Il “nostro” dell'inizio
della Preghiera del Signore, come il “noi” delle ultime quattro domande, non
esclude nessuno. Perché sia detto in verità, [Cf [link] Mt
5,23-24; [link] Mt 6,14-16 ] le nostre
divisioni e i nostri antagonismi devono essere superati.
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I battezzati non possono pregare il Padre “nostro” senza portare davanti a lui
tutti coloro per i quali egli ha dato il Figlio suo diletto. L'amore di Dio è
senza frontiere, anche la nostra preghiera deve esserlo [Cf Conc. Ecum. Vat.
II, Nostra aetate, 5]. Pregare il Padre “nostro” ci apre alle dimensioni del
suo amore, manifestato in Cristo: pregare con e per tutti gli uomini che ancora
non Lo conoscono, affinché siano riuniti in unità [Cf [link] Gv
11,52 ]. Questa sollecitudine divina per tutti gli uomini e per
l'intera creazione ha animato tutti i grandi oranti: deve dilatare la nostra
preghiera agli spazi immensi dell'amore, quando osiamo dire: Padre “nostro”.
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