L'assemblea
eucaristica
32.
Questa realtà della vita ecclesiale ha nell'Eucaristia non solo una particolare
intensità espressiva, ma in certo senso il suo luogo «sorgivo».39
L'Eucaristia nutre e plasma la Chiesa: «Poiché c'è un solo pane, noi, pur
essendo molti, siamo un corpo solo: tutti infatti partecipiamo dell'unico pane»
(1 Cor 10, 17). Per tale suo rapporto vitale con il sacramento del Corpo
e del Sangue del Signore, il mistero della Chiesa è in modo supremo annunciato,
gustato e vissuto nell'Eucaristia.40
L'intrinseca
dimensione ecclesiale dell'Eucaristia si realizza ogni volta che essa viene
celebrata. Ma a maggior ragione si esprime nel giorno in cui tutta la comunità
è convocata per fare memoria della risurrezione del Signore. Significativamente
il Catechismo della Chiesa Cattolica insegna che «la celebrazione domenicale
del Giorno e dell'Eucaristia del Signore sta al centro della vita della
Chiesa».41
33.
È proprio nella Messa domenicale, infatti, che i cristiani rivivono in modo
particolarmente intenso l'esperienza fatta dagli Apostoli la sera di Pasqua,
quando il Risorto si manifestò ad essi riuniti insieme (cfr Gv 20, 19).
In quel piccolo nucleo di discepoli, primizia della Chiesa, era in qualche modo
presente il Popolo di Dio di tutti i tempi. Attraverso la loro testimonianza,
rimbalza su ogni generazione di credenti il saluto di Cristo, ricco del dono
messianico della pace, acquistata col suo sangue e offerta insieme col suo
Spirito: «Pace a voi!». Nel ritorno di Cristo tra loro «otto giorni dopo» (Gv
20, 26) può vedersi raffigurato in radice l'uso della comunità cristiana di
riunirsi ogni ottavo giorno, nel «giorno del Signore» o domenica, a professare
la fede nella sua risurrezione ed a raccogliere i frutti della beatitudine da
lui promessa: «Beati quelli che pur non avendo visto crederanno!» (Gv
20, 29). Quest'intima connessione tra la manifestazione del Risorto e
l'Eucaristia è adombrata dal Vangelo di Luca nella narrazione riguardante i due
discepoli di Emmaus, ai quali Cristo stesso si accompagnò, guidandoli alla
comprensione della Parola e sedendosi infine a mensa con loro. Essi lo
riconobbero quando egli «prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo
diede loro» (24, 30). I gesti di Gesù in questo racconto sono i medesimi da lui
compiuti nell'Ultima Cena, con la chiara allusione alla «frazione del pane»,
come è denominata l'Eucaristia nella prima generazione cristiana.
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