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Ioannes Paulus PP. II
Mulieris dignitatem

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  • VIII – Più grande è la carità
    • La dignità della donna e l'ordine dell'amore
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La dignità della donna e l'ordine dell'amore

 

29. Il passo già riportato dalla Lettera agli Efesini (5, 21-33), in cui il rapporto tra Cristo e la Chiesa viene presentato come legame tra lo Sposo e la Sposa, fa riferimento anche alla istituzione del matrimonio secondo le parole del Libro della Genesi (cf. 2, 24). Esso unisce la verità sul matrimonio come primordiale sacramento con la creazione dell'uomo e della donna ad immagine e somiglianza di Dio (cf. Gen 1, 27; 5, 1). Grazie al significativo confronto contenuto nella Lettera agli Efesini acquista piena chiarezza ciò che decide della dignità della donna sia agli occhi di Dio, Creatore e Redentore, sia agli occhi dell'uomo: dell'uomo e della donna. Sul fondamento del disegno eterno di Dio, la donna è colei in cui l'ordine dell'amore nel mondo creato delle persone trova un terreno per la sua prima radice. L'ordine dell'amore appartiene alla vita intima di Dio stesso, alla vita trinitaria. Nella vita intima di Dio, lo Spirito Santo è la personale ipostasi dell'amore. Mediante lo Spirito, Dono increato, l'amore diventa un dono per le persone create. L'amore, che è da Dio, si comunica alle creature: «l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo, che ci viene dato» (Rm 5, 5).

La chiamata all'esistenza della donna accanto all'uomo («un aiuto che gli sia simile»: Gen 2, 18) nell'«unità dei due» offre nel mondo visibile delle creature condizioni particolari affinché «l'amore di Dio venga riversato nei cuori» degli esseri creati a sua immagine. Se l'autore della Lettera agli Efesini chiama Cristo Sposo e la Chiesa Sposa, egli conferma indirettamente, con tale analogia, la verità sulla donna come sposa. Lo Sposo è colui che ama. La Sposa viene amata: è colei che riceve l'amore, per amare a sua volta.

Il passo della Genesi _ riletto alla luce del simbolo sponsale della Lettera agli Efesini _ ci permette di intuire una verità che sembra decidere in modo essenziale la questione della dignità della donna e, in seguito, anche quella della sua vocazione: la dignità della donna viene misurata dall'ordine dell'amore, che è essenzialmente ordine di giustizia e di carità58.

Solo la persona può amare e solo la persona può essere amata. Questa è un'affermazione, anzitutto, di natura ontologica, dalla quale emerge poi un'affermazione di natura etica. L'amore è un'esigenza ontologica ed etica della persona. La persona deve essere amata, poiché solo l'amore corrisponde a quello che è la persona. Così si spiega il comandamento dell'amore, conosciuto già nell'Antico Testamento (cf. Dt 6, 5; Lv 19, 18) e posto da Cristo al centro stesso dell'«ethos» evangelico (cf. Mt 22, 3640; Mc 12, 28-34). Così si spiega anche quel primato dell'amore espresso dalle parole di Paolo nella Lettera ai Corinzi: «più grande è la carità» (cf. 1 Cor 13, 13).

Se non si ricorre a quest'ordine e a questo primato, non si può dare una risposta completa e adeguata all'interrogativo sulla dignità della donna e sulla sua vocazione. Quando diciamo che la donna è colei che riceve amore per amare a sua volta, non intendiamo solo o innanzitutto lo specifico rapporto sponsale del matrimonio. Intendiamo qualcosa di più universale, fondato sul fatto stesso di essere donna nell'insieme delle relazioni interpersonali, che nei modi più diversi strutturano la convivenza e la collaborazione tra le persone, uomini e donne. In questo contesto, ampio e diversificato, la donna rappresenta un valore particolare come persona umana e, nello stesso tempo, come quella persona concreta, per il fatto della sua femminilità. Questo riguarda tutte le donne e ciascuna di esse, indipendentemente dal contesto culturale in cui ciascuna si trova e dalle sue caratteristiche spirituali, psichiche e corporali, come, ad esempio, l'età, l'istruzione, la salute, il lavoro, l'essere sposata o nubile.

Il passo della Lettera agli Efesini che consideriamo ci permette di pensare ad una specie di «profetismo» particolare della donna nella sua femminilità. L'analogia dello Sposo e della Sposa parla dell'amore con cui ogni uomo è amato da Dio in Cristo, ogni uomo e ogni donna. Tuttavia, nel contesto dell'analogia biblica e in base alla logica interiore del testo, è proprio la donna colei che manifesta a tutti questa verità: la sposa. Questa caratteristica «profetica» della donna nella sua femminilità trova la più alta espressione nella Vergine Madre di Dio. Nei suoi riguardi viene messo in rilievo, nel modo più pieno e diretto, l'intimo congiungersi dell'ordine dell'amore _ che entra nell'ambito del mondo delle persone umane attraverso una Donna _ con lo Spirito Santo. Maria ode all'annunciazione: «Lo Spirito Santo scenderà su di te» (Lc 1, 35).

 




58 Cf S. Agostino, De Trinitate, L. VIII, VII, 10 - X, 14: CCL 50, 284-291.

 






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