IV.
9.
Tutti questi grandi e importanti motivi, e il confluire di circostanze così
significative persuadono pertanto a far sì che nell'anno in corso, doppiamente
giubilare, si metta in particolare evidenza la solennità della Pentecoste in
tutta la Chiesa.
Invito perciò a Roma
in quel giorno tutte le Conferenze Episcopali della Chiesa Cattolica e i
Patriarcati e Metropolie delle Chiese Orientali cattoliche, nella
rappresentanza che piacerà loro di inviare, affinché insieme possiamo rinnovare
quell'eredita che abbiamo ricevuto dal Cenacolo della Pentecoste e nella
potenza dello Spirito Santo: è Lui infatti che ha mostrato alla Chiesa, nel
momento della sua nascita, quella via che conduce a tutte le nazioni, a tutti i
popoli e lingue, e al cuore di tutti gli uomini.
Trovandoci
raccolti nell'unità collegiale come gli eredi della sollecitudine apostolica
per tutte le Chiese (cfr. 2Cor 11,28) attingeremo all'abbondanza sorgiva dello
stesso Spirito, che guida la missione della Chiesa sulle vie dell'umanità
contemporanea alla fine del secondo millennio dopo l'Incarnazione del Verbo,
per opera dello Spirito Santo nel seno della Vergine Maria.
10.
La prima parte della solennità ci riunirà, al mattino, nella Basilica di san
Pietro in Vaticano per cantare con tutto il cuore il nostro Credo «in Spiritum
Sanctum, Dominum et vivificantem... qui locutus est per prophetas... Et
unam sanctam catholicam et apostolicam Ecclesiam». A tanto ci spinge il 1600° anniversario del
Concilio Costantinopolitano I: come gli Apostoli nel Cenacolo, come i Padri di
quel Concilio ci riunirà Colui il quale «con la forza del Vangelo fa
ringiovanire la Chiesa» e «continuamente la rinnova» (cfr. «Lumen Gentium», 4).
In tal modo la
solennità della Pentecoste di quest'anno diventerà una sublime e riconoscente
professione di quella fede nello Spirito Santo, Signore e Datore di vita, che
in modo particolare dobbiamo a quel Concilio. E al tempo stesso, diventerà
un'umile preghiera e un'ardente invocazione affinché questo stesso Spirito
Santo ci aiuti a «rinnovare la faccia della terra», anche mediante l'opera di
rinnovamento della Chiesa secondo il pensiero del Vaticano II. Che quest'opera
si svolga in modo maturo e regolare in tutte le Chiese, in tutte le comunità
cristiane; che essa si compia prima di tutto nelle anime degli uomini, perché
non è possibile un vero rinnovamento senza una continua conversione a Dio.
Chiederemo allo Spirito di Verità di rimanere, sulla via di questo
rinnovamento, perfettamente fedeli a quel «parlare dello Spirito», che è per
noi attualmente l'insegnamento del Vaticano II, di non lasciare questa via
spinti da un certo riguardo verso lo spirito del mondo. Chiederemo inoltre a
Colui che e «fons vivus, ignis, caritas» - acqua viva, fuoco, amore -, di
permeare noi stessi e tutta la Chiesa, e infine la famiglia umana, di
quell'amore che «tutto spera, tutto sopporta», e che «non avrà mai fine» (1Cor
13,7-8).
Non c'è alcun
dubbio che, nella presente tappa della storia della Chiesa e dell'umanità, si
senta un particolare bisogno di approfondire e di rianimare questa verità. Ce
ne darà occasione, a Pentecoste, la commemorazione del 1600° anniversario del
Concilio Costantinopolitano I. Che lo Spirito Santo accetti questa nostra
manifestazione di fede. Accolga, nella funzione liturgica della solennità della
Pentecoste, quest'umile aprirsi dei cuori a Lui, il Consolatore, nel quale si
rivela e si realizza il dono dell'unità.
11.
In una seconda parte della celebrazione, ci riuniremo quel giorno, nelle ore
del tardo pomeriggio, nella Basilica di Santa Maria Maggiore, dove la parte
mattutina sarà completata con i contenuti, che offre alla nostra riflessione il
1550 anniversario del Concilio di Efeso. Ce lo suggerirà anche la singolare
coincidenza che la Pentecoste cadrà quest'anno il 7 giugno, come già avvenne
nel 431, e in quel giorno solenne, che era stato fissato per l'inizio delle
sessioni (spostate poi al 22 giugno), cominciarono ad affluire a Efeso i primi
gruppi di Vescovi.
Tali contenuti
saranno tuttavia visti anch'essi attraverso l'apporto del Concilio Vaticano II,
con un particolare riguardo al mirabile capitolo VII della Costituzione «Lumen
Gentium». Così come il Concilio di Efeso, mediante l'insegnamento cristologico
e soteriologico, permise di riconfermare la verità sulla Maternità Divina di
Maria - la Theotokos - così il Vaticano II ci permette di ricordare che la
Chiesa, la quale nasce nel Cenacolo gerosolimitano dalla potenza dello Spirito
Santo, comincia a guardare a Maria come all'esempio della maternità spirituale
della Chiesa stessa, e perciò come alla sua figura archetipa. In quel giorno
Colei, che da Paolo VI fu chiamata anche Madre della Chiesa, irradia la sua
potenza di intercessione sulla Chiesa-Madre e ne protegge quella spinta
apostolica di cui questa tuttora vive, generando a Dio i credenti di tutti i
tempi e di tutte le latitudini.
E perciò la
liturgia pomeridiana della solennità di Pentecoste ci riunirà nella principale
Basilica Mariana di Roma per ricordare in modo particolare, mediante tale atto,
che nel cenacolo gerosolimitano gli Apostoli «erano assidui e concordi nella
preghiera, insieme con.... Maria, la Madre di Gesù...» (At 1,14), preparandosi
alla venuta dello Spirito Santo. Similmente anche noi, in quel giorno così
importante, desideriamo di essere assidui nella preghiera insieme con Colei la
quale, secondo le parole della Costituzione dogmatica del Vaticano II sulla
Chiesa, come Madre di Dio «è figura della Chiesa... nell'ordine della fede,
della carità e della perfetta unione con Cristo» («Lumen Gentium», 63). E così,
perseverando nella preghiera insieme con Lei e pieni di fiducia in Lei,
affideremo alla potenza dello Spirito Santissimo la Chiesa, e la sua missione
tra tutte le nazioni del mondo di oggi e di domani. Noi infatti portiamo in noi
stessi l'eredità di coloro, ai quali Cristo Risorto ha ordinato di andare in
tutto il mondo e predicare il Vangelo ad ogni creatura (cfr. Mc 16,15).
Nel giorno di
Pentecoste, riuniti nella preghiera insieme con Maria, la Madre di Gesù, essi
si sono convinti di poter compiere questo ordine con la potenza dello Spirito
Santo, disceso su di loro conformemente al preannunzio del Signore (cfr. At
1,8). In quello stesso giorno noi, loro eredi, ci stringeremo nello stesso atto
di fede e di preghiera.
|