Comunione
e servizio
14.
Proprio nel progressivo distacco da ciò che nel mondo lo ostacola nella
comunione col suo Signore, il monaco ritrova il mondo come luogo ove si
riflette la bellezza del Creatore e l'amore del Redentore. Nella sua orazione
il monaco pronuncia una epiclesi dello Spirito sul mondo ed è certo che sarà
esaudito, perché essa partecipa della stessa preghiera di Cristo. E così egli
sente nascere in sé un amore profondo per l'umanità, quell'amore che la
preghiera in Oriente così spesso celebra come attributo di Dio, l'amico degli
uomini che non ha esitato ad offrire suo Figlio perché il mondo fosse salvo. In
questo atteggiamento è dato talora al monaco di contemplare quel mondo già
trasfigurato dall'azione deificante del Cristo morto e risorto.
Qualunque sia
la modalità che lo Spirito gli riserva, il monaco è sempre essenzialmente
l'uomo della comunione. Con questo nome si è indicato fin dall'antichità anche
lo stile monastico della vita cenobitica. Il monachesimo ci mostra come non vi
sia autentica vocazione che non nasca dalla Chiesa e per la Chiesa. Ne è
testimonianza l'esperienza di tanti monaci che, rinchiusi nelle loro celle,
portano nella loro preghiera una straordinaria passione non solo per la persona
umana ma per ogni creatura, nell'invocazione incessante affinché tutto si
converta alla corrente salvifica dell'amore di Cristo. Questo cammino di
liberazione interiore nell'apertura all'Altro fa del monaco l'uomo della
carità. Alla scuola dell'apostolo Paolo che indica la pienezza della legge
nella carità (cfr. Rm 13,10), la comunione monastica orientale è sempre stata
attenta a garantire la superiorità dell'amore rispetto ad ogni legge.
Essa si
manifesta anzitutto nel servizio ai fratelli nella vita monastica, ma poi anche
alla comunità ecclesiale, in forme che variano nei tempi e nei luoghi, e vanno
dalle opere sociali alla predicazione itinerante. Le Chiese d'Oriente hanno
vissuto con grande generosità questo impegno, a cominciare dalla
evangelizzazione, che è il servizio più alto che il cristiano possa offrire al
fratello, per proseguire in molte altre forme di servizio spirituale e
materiale. Si può anzi dire che il monachesimo sia stato nell'antichità - e, a
varie riprese, anche in tempi successivi - lo strumento privilegiato per
l'evangelizzazione dei popoli.
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