Il ricordo e la presenza
2.
In questo quadro s'inscrivono con particolare rilevanza anche i trecento anni
di esistenza della Chiesa greco-cattolica di Romania. Esattamente un anno fa
pregammo insieme nella vostra cara Patria. Durante la Divina Liturgia celebrata
con voi nella Cattedrale di San Giuseppe di Bucarest affermai che
"considero provvidenziale e ricco di significato che le celebrazioni del
terzo centenario coincidano con il Giubileo dell'anno 2000" (Omelia,
n. 3: 8 maggio 1999).
Il
poter essere in mezzo a voi, nel maggio dell'anno scorso, fu per me un dono
speciale del Signore, che mi consentì di rivivere in qualche modo, insieme con
voi, l'esperienza di quei discepoli che "erano in cammino": ad essi
"Gesù in persona si accostò e camminava con loro" spiegando "in
tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui" (Lc 24, 13-15. 27).
Illuminati dalle parole di Cristo, potemmo contemplare insieme la sua presenza
riflessa sul volto della vostra Chiesa. Poi Egli ci nutrì col suo Corpo e col
suo Sangue e i nostri cuori ardevano nel nostro petto (cfr Lc 24, 32).
3.
Fin da allora mi sono rimaste impresse nell'animo la bellezza della vostra
terra e la fede del popolo che vi abita. Il ricordo di questo incontro si è
fatto ancora più vivo nel tempo pasquale di quest'anno, in cui si celebra anche
il terzo centenario dell'Unione della vostra Chiesa con la Chiesa di Roma. Il
mio cuore desidera unirsi a voi in quel canto gioioso - Hristos a înviat!
(Cristo è risorto!) - che in occasione della mia visita mi riempì di commozione
lasciando in me una profonda risonanza. Un tale annuncio va ben al di là delle
parole: esso è carico della forza vittoriosa del Risorto che cammina con la sua
Chiesa nella storia. È nella luce di questa Presenza che io mi rivolgo a voi
che state celebrando nella gioia il terzo centenario dell'Unione.
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