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Ioannes Paulus PP. II
Tertio millennio adveniente

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  • IV – La preparazione immediata
    • b) Seconda fase
      • 'III anno: Dio Padre'
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'III anno: Dio Padre'

 

49.     Il 1999, 'terzo ed ultimo anno preparatorio', avrà la funzione di dilatare gli orizzonti del credente secondo la prospettiva stessa di Cristo: 'la prospettiva del "Padre che è nei cieli"' (cfr. Mt 5,45), dal quale è stato mandato ed al quale è ritornato (cfr. Gv 16,28).

"Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo" (Gv 17,3). Tutta la vita cristiana è come un grande 'pellegrinaggio verso la casa del Padre', di cui si riscopre ogni giorno l'amore incondizionato per ogni creatura umana, ed in particolare per il "figlio perduto" (cfr. Lc 15,11-32). Tale pellegrinaggio coinvolge l'intimo della persona allargandosi poi alla comunità credente per raggiungere l'intera umanità.

Il Giubileo, centrato sulla figura di Cristo, diventa così un grande 'atto di lode al Padre': "Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, / che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. / In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, / per essere santi ed immacolati al suo cospetto nella carità" (Ef 1,3-4).

 

50.     In questo terzo anno il senso del "cammino verso il Padre" dovrà spingere tutti a intraprendere, nell'adesione a Cristo Redentore dell'uomo, un cammino di autentica 'conversione', che comprende sia un aspetto "negativo" di liberazione dal peccato sia un aspetto "positivo" di scelta del bene, espresso dai valori etici contenuti nella legge naturale, confermata e approfondita dal Vangelo. È questo il contesto adatto per la riscoperta e la intensa celebrazione del 'sacramento della Penitenza' nel suo significato più profondo. L'annuncio della conversione come imprescindibile esigenza dell'amore cristiano è particolarmente importante nella società attuale, in cui spesso sembrano smarriti gli stessi fondamenti di una visione etica dell'esistenza umana.

  Sarà pertanto opportuno, specialmente in questo anno, mettere in risalto la virtù teologale della carità, ricordando la sintetica e pregnante affermazione della prima Lettera di Giovanni: "Dio è amore" (4,8.16). La carità, nel suo duplice volto di amore per Dio e per i fratelli, è la sintesi della vita morale del credente. Essa ha in Dio la sua scaturigine e il suo approdo.

 

51.     In questa prospettiva, ricordando che Gesù è venuto ad "evangelizzare i poveri" (Mt 11,5; Lc 7,22), come non sottolineare più decisamente 'l'opzione preferenziale della Chiesa per i poveri e gli emarginati?' Si deve anzi dire che l'impegno per la giustizia e per la pace in un mondo come il nostro, segnato da tanti conflitti e da intollerabili disuguaglianze sociali ed economiche, è un aspetto qualificante della preparazione e della celebrazione del Giubileo. Così, nello spirito del Libro del Levitico (25,8-28), i cristiani dovranno farsi voce di tutti i poveri del mondo, proponendo il Giubileo come un tempo opportuno per pensare, tra l'altro, ad una consistente riduzione, se non proprio al totale condono, del debito internazionale, che pesa sul destino di molte Nazioni. Il Giubileo potrà pure offrire l'opportunità di meditare su altre sfide del momento quali, ad esempio, le difficoltà di dialogo fra culture diverse e le problematiche connesse con il rispetto dei diritti della donna e con la promozione della famiglia e del Matrimonio.

 

52.     Ricordando, inoltre, che "Cristo (...) proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore svela anche pienamente l'uomo all'uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione"34, due impegni saranno ineludibili specialmente nel corso del terzo anno preparatorio: quello del 'confronto con il secolarismo' e quello del 'dialogo con le grandi religioni'.

  Quanto al primo, sarà opportuno affrontare la vasta tematica della 'crisi di civiltà', quale è venuta manifestandosi soprattutto nell'Occidente tecnologicamente più sviluppato, ma interiormente impoverito dalla dimenticanza o dall'emarginazione di Dio. Alla crisi di civiltà occorre rispondere con 'la civiltà dell'amore', fondata sui valori universali di pace, solidarietà, giustizia e libertà, che trovano in Cristo la loro piena attuazione.

 

53.     Per quanto riguarda invece l'orizzonte della coscienza religiosa, la vigilia del Duemila sarà una grande occasione, anche alla luce degli avvenimenti di questi ultimi decenni, per il 'dialogo interreligioso', secondo le chiare indicazioni date dal Concilio Vaticano II nella Dichiarazione 'Nostra aetate' sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane.

   In tale dialogo dovranno avere un posto preminente gli ebrei e i musulmani. Voglia Dio che a sigillo di tali intenzioni si possano realizzare anche 'incontri comuni' in luoghi significativi per le grandi religioni monoteiste.

  Si studia, in proposito, come predisporre sia storici appuntamenti a Betlemme, Gerusalemme e sul Sinai, luoghi di grande valenza simbolica, per intensificare il dialogo con gli ebrei e i fedeli dell'Islam, sia incontri con rappresentanti delle grandi religioni del mondo in altre città. Sempre tuttavia si dovrà far attenzione a non ingenerare pericolosi malintesi, ben vigilando sul rischio del sincretismo e di un facile e ingannevole irenismo.

 

54.     In tutto questo ampio orizzonte di impegni, 'Maria Santissima', figlia prescelta del Padre, sarà presente allo sguardo dei credenti come esempio perfetto di amore, sia verso Dio che verso il prossimo. Come Ella stessa afferma nel cantico del 'Magnificat', grandi cose ha fatto in lei l'Onnipotente, il cui nome è Santo (cfr. Lc 1,49). Il Padre ha scelto Maria per una 'missione unica' nella storia della salvezza: quella di essere Madre dell'atteso Salvatore. La Vergine ha risposto alla chiamata di Dio con una piena disponibilità: "Eccomi, sono la serva del Signore" (Lc 1,38). La sua maternità, iniziata a Nazaret e vissuta sommamente a Gerusalemme sotto la Croce, sarà sentita in quest'anno come affettuoso e pressante invito rivolto a tutti i figli di Dio, perché facciano ritorno alla casa del Padre ascoltando la sua voce materna: "Fate quello che Cristo vi dirà" (cfr. Gv 2,5).

 




34 CONC. ECUM. VAT. II, Cost. past. sulla Chiesa nel mondo contemporaneo Gaudium et spes 22.






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