I. - Uno sguardo al passato: i religiosi nella cosiddetta
"Evangelizzazione fondante" del nuovo mondo
L'inizio dell'evangelizzazione
4. Non è mia intenzione percorrere adesso
la storia degli inizi dell'evangelizzazione del Continente, e nemmeno dare un
giudizio sulle vicende accadute allora. La commemorazione del V Centenario è
una occasione adatta per uno studio storico rigoroso, un giudizio equo ed un
bilancio oggettivo di quell'impresa singolare, che deve essere vista nella
prospettiva del suo tempo e con una chiara coscienza ecclesiale.
Voglio, comunque, ribadire il giudizio globalmente positivo
sull'operato dei primi evangelizzatori che erano in gran parte membri di Ordini
religiosi. Molti di loro hanno dovuto lavorare in circostanze difficili e,
nella pratica, inventare nuovi metodi di evangelizzazione, proiettati verso
popoli e genti di culture diverse.
Il processo evangelizzatore fu disuguale, sia nello spazio
che nel tempo, nella sua intensità come nella sua profondità di penetrazione
nei diversi settori della società latinoamericana. Infatti, quando determinati
territori erano già quasi interamente cristianizzati, altri iniziavano appena
la lenta marcia della costruzione della chiesa locale. Per di più, in alcune
regioni per molto tempo non è stato facile delimitare la Chiesa già saldamente
costituita dai territori di missione.
Con frequenza si battezzava senza aver prima impartito
un'adeguata catechesi circa i misteri della nostra fede, cioè, senza la
necessaria evangelizzazione.
Bisogna però notare che nella valorizzazione delle attività
dei missionari d'allora non possiamo applicare i criteri e le norme pastorali
attuali, che cinque secoli fa erano impensabili. D'altra parte, non si possono
non considerare determinate limitazioni per così prendere consapevolezza del
bisogno di continuare l'attività iniziata, giacché l'evangelizzazione è
missione permanente della Chiesa in ogni tempo e luogo, fino a quando il
Signore tornerà per instaurare definitivamente il suo regno.
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