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Ioannes Paulus PP. II
Per il V centenario dell'evangelizz. del Nuovo Mondo

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  • II. – Gli obiettivi del presente: vita consacrata e Comunione ecclesiale
    • Mistero Pasquale e consigli evangelici
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Mistero Pasquale e consigli evangelici

 

17. Infatti, i consigli evangelici hanno una profonda dimensione pasquale, giacché suppongono un'identificazione con Cristo, con la sua morte e la sua risurrezione. Per questo si devono vivere con la stessa attitudine di Cristo, il quale «spogliò se stesso (kenosis) facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce» (cfr. Fil 2,5-8). Ma allo stesso tempo ci fanno partecipare della gioia della nuova vita alla quale siamo stati chiamati, per fare in tutto la volontà salvifica del Padre. La professione dei consigli evangelici vi costituisce, dunque, testimoni della Risurrezione del Signore e della forza trasformatrice del suo Spirito di Pentecoste.

La consegna totale delle persone consacrate implica, come in Gesù di Nazareth, «un'intima relazione fra i tre consigli evangelici», in maniera tale che la crescita e la maturità nell'esercizio di uno di loro, rende gli altri più fecondi. Parimenti, la mancanza di fedeltà ad uno di essi mette in pericolo la solidità e l'autenticità degli altri.

In verità, non è autenticamente povero, secondo il modello e la misura di Cristo, chi non vive pienamente la castità e l'obbedienza; e non può dirsi puro di cuore chi non pratica la povertà e vive con gioia la volontaria obbedienza; così come non è obbediente al disegno del Padre e alle esigenze del Regno chi non abbraccia, con cuore puro e indiviso, il distacco dalle cose terrene.

Con la donazione totale della propria vita per amore a Dio, i religiosi e le religiose sono testimoni eloquenti del primato e perennità del messaggio evangelico, che sottopone a giudizio gli idoli di questo mondo: il potere, le ricchezze, il piacere. In questa forma, manifestano in loro stessi la maturità che si raggiunge con il dono della propria libertà messa al servizio esclusivo di Dio e dei fratelli.

Voglio ricordarvi, a questo riguardo, quello che ho scritto nell'Enciclica «Redemptor Hominis», pensando proprio alle persone consacrate: «Umanità matura significa pieno uso del dono della libertà; che abbiamo ottenuto dal Creatore, nel momento in cui Egli ha chiamato all'esistenza l'uomo fatto a Sua immagine e somiglianza. Questo dono trova la sua piena realizzazione nella consegna senza riserve di tutta la persona umana concreta, in spirito d'amore sponsale a Cristo, a tutti coloro che Egli invia, uomini o donne, e che si sono consacrati totalmente a Lui secondo i consigli evangelici (Redemptor Hominis, 21).

 




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