Mistero Pasquale e consigli evangelici
17. Infatti, i consigli evangelici hanno
una profonda dimensione pasquale, giacché suppongono un'identificazione con
Cristo, con la sua morte e la sua risurrezione. Per questo si devono vivere con
la stessa attitudine di Cristo, il quale «spogliò se stesso (kenosis) facendosi
obbediente fino alla morte e alla morte di croce» (cfr. Fil 2,5-8). Ma allo
stesso tempo ci fanno partecipare della gioia della nuova vita alla quale siamo
stati chiamati, per fare in tutto la volontà salvifica del Padre. La
professione dei consigli evangelici vi costituisce, dunque, testimoni della
Risurrezione del Signore e della forza trasformatrice del suo Spirito di
Pentecoste.
La consegna totale delle persone consacrate implica, come in
Gesù di Nazareth, «un'intima relazione fra i tre consigli evangelici», in
maniera tale che la crescita e la maturità nell'esercizio di uno di loro, rende
gli altri più fecondi. Parimenti, la mancanza di fedeltà ad uno di essi mette
in pericolo la solidità e l'autenticità degli altri.
In verità, non è autenticamente povero, secondo il modello e
la misura di Cristo, chi non vive pienamente la castità e l'obbedienza; e non
può dirsi puro di cuore chi non pratica la povertà e vive con gioia la
volontaria obbedienza; così come non è obbediente al disegno del Padre e alle
esigenze del Regno chi non abbraccia, con cuore puro e indiviso, il distacco
dalle cose terrene.
Con la donazione totale della propria vita per amore a Dio,
i religiosi e le religiose sono testimoni eloquenti del primato e perennità del
messaggio evangelico, che sottopone a giudizio gli idoli di questo mondo: il
potere, le ricchezze, il piacere. In questa forma, manifestano in loro stessi
la maturità che si raggiunge con il dono della propria libertà messa al
servizio esclusivo di Dio e dei fratelli.
Voglio ricordarvi, a questo riguardo, quello che ho scritto
nell'Enciclica «Redemptor Hominis», pensando proprio alle persone consacrate:
«Umanità matura significa pieno uso del dono della libertà; che abbiamo
ottenuto dal Creatore, nel momento in cui Egli ha chiamato all'esistenza l'uomo
fatto a Sua immagine e somiglianza. Questo dono trova la sua piena
realizzazione nella consegna senza riserve di tutta la persona umana concreta,
in spirito d'amore sponsale a Cristo, a tutti coloro che Egli invia, uomini o
donne, e che si sono consacrati totalmente a Lui secondo i consigli evangelici
(Redemptor Hominis, 21).
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