Evangelizzazione senza frontiere
29. Prima di finire con queste riflessioni
sulla nuova evangelizzazione di questo Continente, desidero riferirmi a una
sfida che già sta producendo certa inquietudine apostolica tra molti di voi: la
necessità e la disponibilità per evangelizzare oltre le vostre frontiere.
Sin dall'arrivo stesso del Vangelo, l'America Latina ha
accolto con generosa ospitalità tanti religiosi e religiose provenienti da
altre nazioni, i quali hanno fatto di queste terre la loro patria spirituale e
adottiva. Molti di loro si sono identificati totalmente con le vostre chiese e
i vostri popoli, dando prova della dimensione universale della vocazione
religiosa. Alcuni di loro - voglio ricordarlo -, così come altri religiosi e
religiose nativi, hanno sigillato col il proprio sangue la loro fedeltà al
Vangelo e la loro consegna ai più poveri, difendendo i loro diritti o
accompagnandoli nel loro cammino. Per tutti loro rendo grazie a Dio Padre che
suscita continuamente nuove vocazioni alla sequela di Cristo. Nutro dunque la
salda speranza che, per portare a termine i compiti della nuova
evangelizzazione, l'America Latina saprà accogliere, con uguale senso di
ospitalità ecclesiale, tutti coloro che si sentono chiamati a lavorare in
questa porzione della vigna del Signore.
D'altro canto, c'è un bisogno insopprimibile di tutti gli
Istituti di promuovere, con «maggiore generosità che in altre epoche - se è il
caso -», una pastorale vocazionale e un'adeguata formazione dei candidati alla
vita consacrata, che renda possibile che l'America Latina possa disporre, in
numero e qualità, di quei nuovi evangelizzatori di cui ha bisogno per il suo
futuro.
Inoltre, è giunta l'ora in cui voi, uomini e donne
consacrati dell'America Latina, «vi facciate sempre più presenti nelle altre
Chiese del mondo, con un dinamismo senza frontiere, e che offriate
generosamente, "pur nella vostra povertà", un aiuto alla missione
della Chiesa in altre Nazioni» che sono anche loro bisognose di una prima o di
una nuova evangelizzazione. Questa reciprocità, prova del dinamismo cristiano e
missionario delle Chiese in cui lavorate, sarà anche manifestazione della
maturità di un Continente che, «evangelizzato cinque secoli fa, vuole essere a
sua volta un Continente evangelizzatore all'interno della Chiesa universale.
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