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    • Uno sguardo alla Costituzione conciliare
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Uno sguardo alla Costituzione conciliare

2. Col passare del tempo, alla luce dei frutti che essa ha portato, si vede sempre più chiaramente l'importanza della Sacrosanctum Concilium. In essa vengono luminosamente delineati i principi che fondano la prassi liturgica della Chiesa e ne ispirano il sano rinnovamento nel corso del tempo2. La Liturgia viene collocata dai Padri conciliari nell'orizzonte della storia della salvezza, il cui fine è la redenzione umana e la perfetta glorificazione di Dio. La redenzione ha il suo preludio nelle mirabili gesta divine dell'Antico Testamento ed è stata portata a compimento da Cristo Signore, specialmente per mezzo del Mistero pasquale della sua beata passione, risurrezione dalla morte e gloriosa ascensione3. Essa tuttavia ha bisogno di essere non solo annunciata ma attuata, ed è ciò che avviene "per mezzo del Sacrificio e dei Sacramenti, sui quali si impernia tutta la vita liturgica"4. Cristo si rende in modo speciale presente nelle azioni liturgiche, associando a sé la Chiesa. Ogni celebrazione liturgica è, pertanto, opera di Cristo Sacerdote e del suo Corpo mistico, "culto pubblico integrale"5, nel quale si partecipa, pregustandola, alla Liturgia della Gerusalemme celeste6. Per questo "la Liturgia è il culmine verso cui tende l'azione della Chiesa e, insieme, la fonte da cui promana tutta la sua virtù"7.

3. La prospettiva liturgica del Concilio non si limita all’ambito intraecclesiale, ma si apre sull'orizzonte dell'intera umanità. Cristo infatti, nella sua lode al Padre, unisce a sé tutta la comunità degli uomini, e lo fa in modo singolare proprio attraverso la missione orante della "Chiesa, che loda il Signore incessantemente e intercede per la salvezza del mondo intero non solo con la celebrazione dell'Eucaristia, ma anche in altri modi, specialmente con la recita dell'Ufficio divino"8.

La vita liturgica della Chiesa, nell'ottica della Sacrosanctum Concilium, assume un respiro cosmico e universale, segnando in modo profondo il tempo e lo spazio dell'uomo. In questa prospettiva si comprende anche la rinnovata attenzione che la Costituzione all'anno liturgico, cammino attraverso il quale la Chiesa fa memoria del Mistero pasquale di Cristo e lo rivive9.

Se tutto questo è la Liturgia, a ragione il Concilio afferma che ogni azione liturgicaazione sacra per eccellenza, e nessun'altra azione della Chiesa ne uguaglia l'efficacia allo stesso titolo e allo stesso grado"10. Al tempo stesso, il Concilio riconosce che "la sacra Liturgia non esaurisce tutta l'azione della Chiesa"11. La Liturgia, infatti, da una parte suppone l'annuncio del Vangelo, dall'altra esige la testimonianza cristiana nella storia. Il mistero proposto nella predicazione e nella catechesi, accolto nella fede e celebrato nella Liturgia, deve plasmare l'intera vita dei credenti, che sono chiamati a farsene araldi nel mondo12.

4. A proposito poi delle diverse realtà implicate nella celebrazione liturgica, un'attenzione speciale la Costituzione presta all'importanza della musica sacra. Il Concilio la esalta indicandone quale fine "la gloria di Dio e la santificazione dei fedeli"13. In effetti, la musica sacra è un mezzo privilegiato per facilitare una partecipazione attiva dei fedeli all'azione sacra, come già auspicava il mio venerato predecessore San Pio X nel Motu proprio Tra le sollecitudini, del quale quest'anno ricorre il centenario. Proprio questo anniversario mi ha offerto recentemente l'occasione di ribadire la necessità che la musica, secondo le direttive della Sacrosanctum Concilium14, conservi e incrementi il suo ruolo all'interno delle celebrazioni liturgiche, tenendo conto del carattere proprio della Liturgia come della sensibilità del nostro tempo e delle tradizioni musicali delle diverse regioni del mondo.

5. Un altro tema fecondo di sviluppi, affrontato dalla Costituzione conciliare, è quello concernente l'arte sacra. Il Concilio offre chiare indicazioni affinché essa continui ad avere, anche ai giorni nostri, un notevole spazio, sicché il culto possa risplendere anche per il decoro e la bellezza dell'arte liturgica. Sarà opportuno prevedere a tal fine iniziative per la formazione delle diverse maestranze e degli artisti, chiamati ad occuparsi della costruzione e dell'abbellimento degli edifici adibiti alla Liturgia15. Alla base di tali orientamenti emerge una visione dell'arte e, in particolare, dell'arte sacra, che la pone in relazione "con l'infinita bellezza divina, che deve essere in qualche modo espressa dalle opere dell'uomo"16.




2 Cfr n. 3.



3 Cfr n. 5.



4 N. 6.



5 N 7.



6 Cfr n. 8.



7 N. 10.



8 N. 83.



9 Cfr n. 5.



10 N. 7.



11 N. 9.



12 Cfr. n. 10.



13 N. 112.



14 Cfr n. 6.



15 Cfr n. 127.



16 N. 122.






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