Dal rinnovamento all'approfondimento
6. A distanza di quarant'anni,
è opportuno verificare il cammino compiuto. Già in altre occasioni ho suggerito
una sorta di esame di coscienza a proposito della
ricezione del Concilio Vaticano II17. Tale esame non può non
riguardare anche la vita liturgico-sacramentale.
"E' vissuta la Liturgia come ‘fonte e culmine’
della vita ecclesiale, secondo l'insegnamento della Sacrosanctum Concilium?" 18.
La riscoperta del valore della Parola di Dio, che la riforma liturgica ha
operato, ha trovato un riscontro positivo all'interno
delle nostre celebrazioni? Fino a che punto la
Liturgia è entrata nel concreto vissuto dei fedeli e scandisce il ritmo delle
singole comunità? E’ compresa come via di santità, forza interiore del
dinamismo apostolico e della missionarietà
ecclesiale?
7. Il rinnovamento conciliare della Liturgia ha
l'espressione più evidente nella pubblicazione dei libri liturgici. Dopo
un primo periodo nel quale c'è stato un graduale inserimento dei testi
rinnovati all'interno delle celebrazioni liturgiche, si rende necessario un
approfondimento delle ricchezze e delle potenzialità che essi racchiudono. Alla
base di tale approfondimento deve esserci un principio di piena fedeltà
alla Sacra Scrittura e alla Tradizione, autorevolmente interpretate in
particolare dal Concilio Vaticano II, i cui insegnamenti sono stati ribaditi e sviluppati nel Magistero successivo. Tale fedeltà
impegna in primo luogo coloro che, con l'ufficio episcopale, hanno
"l'incarico di presentare il culto della religione cristiana alla Divina
Maestà e di regolarlo secondo i precetti del Signore e le leggi della
Chiesa"19; coinvolge al tempo stesso l'intera comunità
ecclesiale "secondo la diversità degli stati, degli uffici e dell’attuale
partecipazione"20.
In questa prospettiva rimane più che mai
necessario incrementare la vita liturgica all'interno delle nostre comunità,
attraverso una formazione adeguata dei ministri e di tutti i fedeli, in
vista di quella piena, consapevole e attiva partecipazione alle celebrazioni
liturgiche che è auspicata dal Concilio21.
8.
Occorre pertanto una pastorale
liturgica intonata ad una piena fedeltà ai nuovi ordines.
Attraverso di essi si è venuto realizzando quel
rinnovato interesse per la Parola di Dio secondo l'orientamento del
Concilio che auspica una "lettura della Sacra Scrittura più abbondante,
più varia, meglio scelta"22. I nuovi lezionari, ad esempio, offrono un'ampia scelta di brani scritturistici, che costituiscono una sorgente inesauribile
alla quale il Popolo di Dio può e deve attingere. Non possiamo, infatti,
dimenticare che "nell'ascolto della Parola di Dio si edifica e cresce la
Chiesa, e i fatti mirabili che un tempo e in molti modi Dio ha compiuto nella
storia della salvezza, vengono in mistica verità ripresentati nei segni della
celebrazione liturgica"23. All'interno della
celebrazione, la Parola di Dio esprime la pienezza del suo significato,
stimolando l'esistenza cristiana a un continuo
rinnovamento, perché "ciò che si ascolta nell'azione liturgica si attui
poi anche nella vita"24.
9.
La domenica, giorno del Signore, nel quale si fa speciale memoria della
risurrezione di Cristo, è al centro della vita liturgica, quale
"fondamento e nucleo di tutto l'anno liturgico"25.
Senza dubbio sono stati fatti sforzi notevoli nella pastorale, perché il valore
della domenica venisse riscoperto. Ma occorre insistere su questo punto,
giacché "veramente grande è la ricchezza spirituale e pastorale della
domenica, quale la tradizione ce l'ha consegnata. Colta nella totalità dei suoi
significati e delle sue implicazioni, essa è, in qualche modo, sintesi della vita
cristiana e condizione per viverla bene"26.
10.
Dalla celebrazione liturgica è
alimentata la vita spirituale dei fedeli. E' a partire dalla Liturgia che dev'essere attuato il principio che ho enunciato nella
Lettera apostolica Novo millennio ineunte: "C'è bisogno di un cristianesimo che si
distingua innanzitutto nell'arte della preghiera"27.
La Sacrosanctum Concilium
interpreta profeticamente questa urgenza,
stimolando la comunità cristiana a intensificare la vita di preghiera non solo
attraverso la Liturgia, ma anche attraverso i "pii esercizi", purché
compiuti in armonia con la Liturgia, quasi da essa derivino e ad essa
conducano28. L'esperienza pastorale di questi decenni ha
consolidato questa intuizione. Prezioso è stato, in
questo senso, il contributo dato dalla Congregazione per il Culto Divino e
la Disciplina dei Sacramenti con il Direttorio su pietà popolare e liturgia29. Io stesso, poi, con la Lettera
apostolica Rosarium Virginis Mariae30
e con l’indizione dell'Anno del Rosario ho
voluto esplicitare le ricchezze contemplative di
questa preghiera tradizionale, che si è largamente affermata nel Popolo di Dio,
e ne ho raccomandato la riscoperta quale via privilegiata di contemplazione del
volto di Cristo alla scuola di Maria.
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