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Ioannes Paulus PP. II Dilecti amici IntraText CT - Lettura del testo |
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Dio è amore
4. Cristo risponde al suo giovane interlocutore nel Vangelo. Egli dice: «Nessuno è buono, se non Dio solo». Abbiamo già sentito che cosa l'altro aveva domandato: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?». Come agire, affinché la mia vita abbia senso, pieno senso e valore? Noi potremmo tradurre così la sua domanda nel linguaggio della nostra epoca. In questo contesto la risposta di Cristo vuol dire: solo Dio è il fondamento ultimo di tutti i valori; solo lui dà il senso definitivo alla nostra esistenza umana. Solo Dio è buono, il che significa: in lui e solo in lui tutti i valori hanno la loro prima fonte e il loro compimento finale: egli è «l'Alfa e l'Omega, il principio e la fine» (Ap 21,6). Solo in lui essi trovano la loro autenticità e la loro conferma definitiva. Senza di lui - senza il riferimento a Dio - l'intero mondo dei valori creati resta come sospeso in un vuoto assoluto. Esso perde anche la sua trasparenza, la sua espressività. Il male si presenta come bene e il bene viene squalificato. Non ci indica questo l'esperienza stessa dei nostri tempi, dovunque Dio sia stato rimosso oltre l'orizzonte delle valutazioni, degli apprezzamenti, degli atti? Perché solo Dio è buono? Perché egli è amore. Cristo dà questa risposta con le parole del Vangelo e, soprattutto, con la testimonianza della propria vita e morte: «Dio, infatti, ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito» (Gv 3,16). Dio è buono proprio perché «è amore» (1Gv 4,8.16). L'interrogativo sul valore, l'interrogativo sul senso della vita - abbiamo detto - fa parte della ricchezza singolare della giovinezza. Esso erompe dal cuore stesso delle ricchezze e delle inquietudini, legate a quel progetto di vita che si deve assumere e realizzare. Ancor più, quando la giovinezza è provata dalla sofferenza personale o è profondamente cosciente della sofferenza altrui; quando sperimenta una forte scossa di fronte al male multiforme, che è nel mondo; infine, quando si pone a faccia a faccia col mistero del peccato, dell'iniquità umana «mysterium iniquitatis» (cfr. 2Ts 2,7). La risposta di Cristo suona così: «Solo Dio è buono»; solo Dio è amore. Questa risposta può sembrare difficile, ma nello stesso tempo essa è ferma ed è vera: essa porta in sé la soluzione definitiva. Quanto prego affinché voi, giovani amici, udiate questa risposta di Cristo in modo veramente personale, affinché troviate la strada interiore per comprenderla, per accettarla e per intraprenderne la realizzazione! Tale è Cristo nella conversazione col giovane. Tale è nel colloquio con ciascuno e con ciascuna di voi. Quando voi gli dite: «Maestro buono ...», egli domanda: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono se non Dio solo». E dunque: il fatto che io sono buono dà testimonianza a Dio. «Chi ha visto me, ha visto il Padre» (Gv 14,9). Così dice Cristo, maestro e amico, Cristo crocifisso e risorto: sempre lo stesso ieri, oggi e nei secoli (cfr. Eb 13,8). Tale è il nucleo, il punto essenziale della risposta a questi interrogativi che voi, giovani, ponete a lui mediante la ricchezza che è in voi, che è radicata nella vostra giovinezza. Questa schiude davanti a voi diverse prospettive, vi offre come compito il progetto di tutta la vita. Di qui l'interrogativo sui valori; di qui la domanda sul senso, sulla verità, sul bene e sul male. Quando Cristo rispondendovi vi comanda di riferire tutto questo a Dio, nello stesso tempo vi indica quale di ciò sia la fonte e il fondamento in voi stessi. Ognuno di voi, infatti, è immagine e somiglianza di Dio per il fatto stesso della creazione (cfr. Gen 1,26). Proprio una tale immagine e somiglianza fa sì che voi poniate quegli interrogativi che dovete porvi. Essi dimostrano fino a che punto l'uomo senza Dio non può comprendere se stesso, e non può neanche realizzarsi senza Dio. Gesù Cristo è venuto nel mondo prima di tutto per rendere ognuno di noi consapevole di questo. Senza di lui questa dimensione fondamentale della verità sull'uomo sprofonderebbe facilmente nel buio. Tuttavia, «la luce è venuta nel mondo» (Gv 3,19; cfr. 1,9) «ma le tenebre non l'hanno accolta» (Gv 1,5).
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