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Ioannes Paulus PP. II Vicesimus quintus annus IntraText CT - Lettura del testo |
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b) La lettura della Parola di Dio
8. Il secondo principio è la presenza della Parola di Dio. La costituzione «Sacrosanctum Concilium» ha voluto anche ripristinare «una lettura più abbondante, più varia e più adatta della Sacra Scrittura» («Sacrosanctum Concilium», 35). La ragione profonda di questa restaurazione è espressa nella costituzione liturgica, «affinché risulti evidente che, nella liturgia, rito e parola sono intimamente connessi» («Sacrosanctum Concilium», 35), e nella costituzione dogmatica sulla divina rivelazione: «La Chiesa ha sempre venerato le divine Scritture, come ha fatto anche per il corpo stesso del Signore, non cessando mai, soprattutto nella sacra liturgia, di nutrirsi del pane di vita alla mensa sia della Parola di Dio, sia del corpo di Cristo e di porgerlo ai fedeli» («Dei Verbum», 21). L'incremento della vita liturgica e, di conseguenza, lo sviluppo della vita cristiana non si potranno realizzare, se non si promuove continuamente nei fedeli e, prima di tutto, nei sacerdoti, una «soave e viva conoscenza della Sacra Scrittura» («Sacrosanctum Concilium», 24). La Parola di Dio è adesso più conosciuta nelle comunità cristiane, ma un vero rinnovamento pone ancora e sempre nuove esigenze: la fedeltà al senso autentico della Scrittura da tenersi sempre presente, specie quando essa viene tradotta nelle differenti lingue; il modo di proclamare la Parola di Dio perché possa essere percepita come tale, l'uso dei mezzi tecnici adatti, l'interiore disposizione dei ministri della Parola, al fine di svolgere bene la loro funzione nell'assemblea liturgica (cfr. «Dominicae Cenae», 10), la accurata preparazione dell'omelia attraverso lo studio e la meditazione, l'impegno dei fedeli nel partecipare alla mensa della Parola, il gusto di pregare con i salmi, il desiderio di scoprire il Cristo - come i discepoli a Emmaus - alla mensa della Parola e del pane (cfr. «Liturgia Horarum», Feria II Hebdomadae IV, Oratio ad Vesperas»).
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