Luigi Guanella: Opere edite e inedite
Luigi Guanella
Opere santa Teresa
Lettura del testo

Le opere di Santa Teresa. Studio - Riassunto (1883-1884)

14. « Son creatura di Dio e vo’ esser tutta di Dio e del prossimo mio »

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14.
« Son creatura di Dio e vo esser
tutta di
Dio e del prossimo mio »
[I-76]Odi il cantico dell’anima fedele: « Son creatura di Dio e vo’ esser tutta di Dio e del prossimo mio ». Questo parlare è più di un angelo che d’una creatura umana. L’anima poi che di cuore proferisce questo discorso, ell’è più angelica creatura che terrena.
S’oda come parla e come tratta quell’anima carissima di santa Teresa: « Sono figlia della Chiesa sclamava Teresa oh quanto mi gode l’animo in riflettere che sono figlia della Chiesa! La Chiesa come è grande in ogni suo uso! Ho esperimentato più volte non v’esser cosa che valga del pari a porre in fuga i demoni e impedirli di ritornare, quanto [I-77] l’acqua benedetta; fuggono essi pure all’aspetto della croce, ma ritornano. La virtù di quell’acqua deve esser dunque ben grande ». Diceva altresì che « meno intendeva le cose della fede e più saldamente le credeva e maggior divozione le davano, e che si compiaceva molto di non intenderle, e questo la raccoglieva di più ».
« Abbiamo Gesù Cristo tra noi, ché desiderare esser nel tempo in cui Gesù predicava in Palestina? ». E Gesù le fece intendere: « Figliuola130, io voglio che il mio sangue ti giovi, e non aver paura che ti manchi la mia misericordia, io la sparsi con molti dolori e tu la godi131 con gran diletto, come vedi132 ». Teresa entrava in rapimento, rimaneva come statua di marmo, piangeva poi [I-78] di tenerezza e sfogavasi poi con dire: « O mio Signore e Dio, liberatemi ora da ogni male e degnatevi - 37 -condurmi dove trovansi tutti i beni. Che più aspettano qui coloro ai quali voi avete dato qualche conoscimento di quello che è il mondo, e hanno viva fede di quello che il Padre Eterno tien riservato per loro? Fatemi morire perché sia finalmente fuori il pericolo di perdervi giammai ».
E Gesù confortavala dicendo133: « Non aver paura, o figliuola, che chi che si sia possa separarti da me... Io ti diedi il mio Figliuolo, lo Spirito Santo e questa Vergine, che puoi tu dare a me?... Mira questo chiodo: esso è segnale che da questo giorno sarai mia sposa. Insin qui tu non l’avevi meritato. D’ora innanzi tu avrai cura del mio onore, non vedendo in me solamente il tuo creatore, il tuo re e il [I-79] tuo Dio, ma ancora guardando te stessa come vera mia sposa. Da questo momento il mio onore è tuo e il tuo è mio. Già tu sai lo sposalizio che è tra me e te; ciò essendo, tutto quello che io ho è tuo, e però ti do tutti i dolori e travagli che io sopportai, e con questo puoi domandare a mio Padre come cosa propria... Rammenta che allora stesso che ancor non mi servivi, sempre ho esaudito le tue domande e al di anche de’ tuoi voti. Or quanto più t’esaudirò adesso che son sicuro dell’amor tuo. Non dar luogo adunque per questa parte al menomo dubbio... Già sei tu mia e io son tuo ».
E Teresa rimaneva per contentezza come stordita e confusa in veder che nulla faceva per lui. Ripeteva nondimeno: « Di che mi curo io, o Signore, se non di voi? ». Intanto dispiegavasi in pianto, bramava [I-80] patire sempre più e rivolta a Dio ripeteva: « Potessi io morir mille volte per darvi gloria ». E trovata persona che amava Dio134, si riabbracciava a quella ed a Dio dicendo: « Guardate, o Signore, che costui è buon seguace per esser vostro amico, ei sarà del nostro partito ».
Teresa dal fissar l’occhio in Dio, che non vedeva, mirava lo sguardo al prossimo, che vedeva, e per salvarne l’anima di lui non guardavafreddi o nevi o calori ‹o› infermità. L’anime salvate dai ministri di Dio causavano in lei maggior divozione, - 38 -tenerezza e invidia che non tutti i tormenti dei martiri. Morendo dei servi di Dio, piangeva dirottamente. Quando venne meno il venerabile Gio‹vanni› d’Avila sclamava: « Oh qual pena mi sento in cuore! Mi [I-81] gran pena perché la Chiesa di G‹esù› C‹risto› ha perduto una gran colonna e molte anime un gran rifugio che avevano in lui, e la mia, benché io stessi tanto lontana, gli aveva grande obbligo ». Con135 quei sacri ministri che non le erano di molto buon esempio e che la avversavano, usava tanta carità che alfine ravvedevali. Di che il demonio prendeva a tormentarla nel corpo e nell’anima136 per molto furor di rabbia. Ma Teresa137 ripeteva il suo ritornello: « Son creatura di Dio e voglio esser tutta di Dio e del prossimo mio ».




p. 36
130
Originale: Figliuola /mia/.


131
In Opere, i, Vita di santa Teresa, p. 610: « io lo sparsi con molti dolori, e tu lo godi ».


132
Originale: vedi. /Ben ti pago io il convito che tu fosti/. Il testo cancellato è l’inizio del periodo che conclude il discorso diretto citato dall’A.: « Ben ti pago io il convito che tu fosti fedele di farmi in questo giorno » (Opere, i, Vita di santa Teresa, p. 610).


p. 37
133
In Opere, i, Vita di santa Teresa, p. 588, la citazione che segue è introdotta da: « E pareva che la persona del Padre m’accostava a sé dicendomi ».


134
Originale: amava di Dio.


p. 38
135
Originale: Con /i/.


136
Originale: nell’anima /con/.


137
Originale: Teresa /non/.


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